È disponibile su tutti gli store online La coda dello scorpione, terzo romanzo della saga Il libro delle anime, scritto da Maurizio Cometto. Abbiamo rivolto all'autore delle domande in merito ai toni del nuovo volume e una sua iniziativa di antologia dedicata al Realismo Magico.
L'incupirsi dei toni della saga, che non è mai stata "leggera" a dire il vero, è stata una scelta predefinita, o è conseguenza di come si è sviluppato l'intreccio?
Né l’una né l’altra. Penso siano intervenuti altri due fattori. Il primo: gli argomenti intorno a cui ruota l’azione nel secondo e nel terzo romanzo. Che sono la morte, la rinascita, e tutte le intermedie sfumature. Non a caso uso il termine “sfumature”, perché proprio i colori o l’assenza dei tali gioca un ruolo fondamentale nell’alternarsi delle varie atmosfere. In secondo luogo: una mia tendenza innata a indagare il lato oscuro delle cose. Ad attraversarlo con la scrittura. Non tanto o non semplicemente per il gusto verso di esso, ma per la ricerca di una via di fuga, o di una possibile rinascita. E per finire, diciamocelo: l’oscuro, il nascosto, il cupo, così come la notte, l’ombra, i gatti neri, hanno in sé un’innata eleganza. E per chi narra, sono terreni meno infidi, presentano meno rischi o meno trappole di quelli in apparenza più solari e luminosi.
La convivenza e il continuo interscambio tra piani di realtà è un tema poco sfruttato nel fantasy in cui prevale il mondo secondario, molto di più nel weird. Quanto ti senti più affine al Weird e quanto differente?
Se per Weird intendiamo “fantastico” in senso lato, non necessariamente legato a codifiche particolari, allora sì, sono molto Weird. E lo sono anche per ciò di cui parlavo prima: l’attrazione per l’oscurità. Il discorso dei differenti piani di realtà, delle porte interdimensionali, degli universi paralleli, poi, mi ha sempre affascinato. Forse perché sono tutte metafore del cosiddetto “passaggio”, e spesso offrono la “fuga” da una realtà che ci opprime. Ma in questi passaggi, in queste fughe, cerco di non perdere mai di vista la possibilità che esse offrono: di avere un punto di vista differente anche sulla realtà da cui siamo fuggiti. E di tornarvi, così, arricchiti, e più in grado di affrontarla a viso aperto. È un cerchio che si deve chiudere, se vogliamo avere una storia davvero efficace, che possa toccare corde profonde nel lettore.
Parlaci del progetto di antologia sul Realismo Magico.
Nasce dalla voglia di tornare a un fantastico più “nostro”, intendendo con questo termine “italiano”. Soprattutto in questo campo, ci sono tanti, troppi modelli anglosassoni, sia letterari, sia cinematografici e televisivi, a cui facciamo costantemente riferimento, e che cerchiamo di inseguire. Attenzione: non è una critica a questi modelli, che spesso producono e hanno prodotto opere notevoli e indimenticabili; è solo una constatazione. Molti, troppi racconti e romanzi italiani non sono altro che tentativi di riproduzione di questi modelli. Alcuni sono anche riusciti, ma la maggior parte sono superficiali scopiazzature. Spesso non ci accorgiamo che invece in casa abbiamo esempi, sia storici sia recenti, in qualche modo più veri, più nostri. Inoltre, perché non applicare il fantastico agli ambienti, ai personaggi, alle dinamiche sociali e psicologiche che conosciamo bene, cioè quelle di casa nostra? Forse, semplicemente, è un tentativo di recuperare una maggiore sincerità e profondità nell’ambito del nostro fantastico. Alcuni hanno criticato la scelta di privilegiare, nel “manifesto” dell’antologia, le caratteristiche “italiane” del progetto, accusandola di essere in qualche modo “razzista”. Io sostengo invece che è proprio il contrario: facendoci schiavi del mercato, dei modelli Netflix, Amazon e Hollywood, non siamo forse razzisti verso noi stessi, verso gli italiani? La diversità è ricchezza, e forse è necessario ripartire proprio dalla scoperta di sé stessi e delle proprie radici. L’obiettivo di lungo termine, non di questa antologia, ma in generale di chi scrive fantastico, dovrebbe essere quello di proporre qualcosa di finalmente originale, di veramente “nostro”, anche nell’ambito del fantastico. Alcuni ci stanno riuscendo, anche nel mondo dell’underground, ma sono sempre troppo pochi.
Nel ringraziare Maurizio per la disponibilità, vi riportiamo il link con i dettagli per partecipare alla sua iniziativa.
Grazie a voi! Un saluto ai lettori di FantasyMagazine!
Realismo magico: una selezione per racconti da Delos Digital
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LeggiLa coda dello scorpione
Il libro
Mentre Michele e l’Uomo Scintillante si addentrano oltre il settimo anello, alla Città delle Anime il Ministro tesse la sua trama di conquista e di potere. Nel frattempo Lucetta cerca di scoprire il mistero del Decadimento della Città e Riccardo Valloni a Vallascosa si chiede da dove provengano le voci di bambino che lo chiamano. Il Grande Sogno è minacciato e Michele dovrà affrontare la prova più ardua per salvarlo.
La coda dello scorpione è il terzo volume del ciclo Il libro delle anime, iniziato con L’aliante scomparso e proseguito con La città delle anime, pubblicati in questa stessa collana.
L'autore
Maurizio Cometto è nato a Cuneo il 29 settembre 1971. Tra i suoi libri pubblicati, la raccolta L’incrinarsi di una persistenza e altri racconti fantastici (Il Foglio, 2008), il romanzo per istantanee Cambio di stagione (Il Foglio, 2011), la raccolta di racconti weird Magniverne (Il Foglio, 2018). Ha pubblicato numerosi racconti in antologie, siti internet e riviste, tra le quali le Robot ed Effemme. Laureato in Ingegneria Meccanica, vive a Collegno.
Maurizio Cometto, La coda dello scorpione , ciclo: Il libro delle anime, Delos Digital, Odissea Fantasy 37, isbn: 9788825416916, ebook formato kindle (su Amazon.it) o epub (sugli altri store) con social drm (watermark) dove disponibile , Euro € 4,99 iva inclusa
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