In un 1952 alternativo un meteorite ha spazzato via gran parte della costa est degli Stati Uniti d’America. Il cataclisma ha provocato terremoti e maremoti, nonché una serie di reazioni a catena sul clima che hanno scatenato un evento estinzione che in pochi decenni cancellerà la vita sulla Terra. Appurato che la tecnologia non è in grado di rallentare l’effetto serra, l’unica strada che sembra percorribile è abbandonare al più presto possibile il nostro pianeta, dando una brusca accelerata al programma spaziale.
Elma York, pur trovandosi in prima linea nel progetto, come moglie del capo dell’International Aerospace Coalition fondata per portare gli uomini nello spazio, non è affatto una privilegiata.
In primo luogo perché sembra proprio che il primo pensiero sia di portare l’uomo, in quanto maschio del genere umano, nello spazio, trascurando completamente l’idea che, se è necessario colonizzarlo, sarà necessario farci andare anche le donne.
In secondo luogo perché siamo comunque negli Stati Uniti sessisti e razzisti degli anni ’50, nei quali vige il patriarcato più paternalista e la segregazione razziale.
Eppure Elma ha tutte le carte in regola: è una matematica che realizza i calcoli necessari a portare i razzi in orbita; inoltre è provetta aviatrice che ha militato nella WASP (Women Airforce Service Pilots, Piloti di servizio dell'aeronautica femminile), ovvero un gruppo di donne che hanno pilotato aerei militari in operazioni anche vicine al fronte della Seconda Guerra Mondiale.
Nonostante le sue capacità e l’appoggio motivazionale del marito, Elma dovrà non solo fronteggiare gli ostacoli di una società ostile, ma anche divisioni interne tra le stesse donne pilota. Elma è ebrea della upper class, figlia di un generale, pertanto le donne pilota di colore, ancora più discriminate, dubitano delle sue intenzioni.
D’altra parte Elma ha dovuto comunque fronteggiare l’ostilità degli uomini del suo censo, dai compagni di università che vedevano come il fumo negli occhi il suo geniale talento di matematica, passando per il servizio nel WASP, con un comandante ostile, il colonnello Parker, che poi ritroverà come ostacolo anche nel programma spaziale. Non ultima persino l’aristocratica e spocchiosa barriera di inadeguatezza alzata dalla madre.
Tutti elementi che penalizzano Elma al punto che è persino il suo corpo, con reazioni di ansia che generano grande malessere fisico, a essere di ostacolo.
Eppure Elma è determinata. Farà scelte difficili e coraggiose, correrà dei rischi, allo scopo di arrivare a volare nello spazio.
Quello che emerge in filigrana è che, seppure le motivazioni di Elma siano del tutto personali, la sua ostinazione fa emergere un dato di fatto: non basta il progresso tecnologico perché l’umanità possa raggiungere grandi obiettivi, serve anche un progresso sociale, una società inclusiva perché ognuno possa dare il suo contributo a prescindere dalla sua appartenenza etnica, dal suo genere o colore della pelle.
The Calculating Stars è allo stesso tempo la storia della crescita e del superamento dei propri limiti della protagonista, ma anche di un’intera società che, messa di fronte alla inevitabilità di una tragedia, deve reagire.
Da questo punto di vista appaiono chiari i riferimenti anche all’oggi. Grandi passi sono stati compiuti sul fronte dell’inclusività, ma tanti ancora sono quelli da fare. Inoltre come nel romanzo, esistono anche frange che negano, si oppongono, remano contro, alle politiche che cercano di fronteggiare il riscaldamento globale.
Se Elma è la figura maggiormente approfondita, anche i comprimari brillano nella costruzione narrativa di Mary Robinette Kowal. Frutto di dialoghi efficaci, di azioni compiute dai personaggi che riescono a definirli al meglio possibile.
Il ritmo della storia è poi incalzante, sin dalle prima cataclismatiche pagine. Le pagine scorrono, i colpi di scena si susseguono senza sosta.
Appare forse tronco il finale. Man mano che le pagine scorrono si ha la netta sensazione che quanto resta non sia sufficiente a concludere tutto l’arco narrativo. E infatti è così. Per quanto il romanzo arrivi a un momento di conclusione di un’azione, è chiaro che si tratta solo di un altro punto di svolta, in attesa trepidante di leggere il seguito.
D'altra parte se avete letto lo struggente racconto La Signora Astronauta di Marte (pubblicato su Robot 71), di cui questo romanzo è l'antefatto, conoscete già il destino di Elma.
Sul fronte scientifico e della coerenza tecnica e tecnologica, è evidente che il romanzo è frutto di un grande lavoro di documentazione e consulenza, che strabilia per precisione. Ma è la stessa Kowal a spiegare il processo nella sua appassionata post-fazione.
Un romanzo da leggere per tutti gli appassionati non solo di buone storie di fantascienza e di ucronie, ma anche di belle storie di persone che superano i propri limiti, di crescita della coscienza civile e sociale.
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