In seguito agli eventi di Spider-Man: Far From Home, il mondo è venuto a sapere che Peter Parker (Tom Holland) è Spider-Man. Questo ha sconvolto non solo la vita di Peter, ma anche quella dell’amata MJ (Zendaya) e dell’amico Ned (Jacob Batalon). Se la Zia May (Marisa Tomei) e Happy Hogan (Jon Favreau) già sapevano, anche le loro vite sono messe in pericolo adesso. Per cercare di risolvere la situazione Peter prende l’iniziativa di chiedere al Dr. Strange (Benedict Cumberbatch) una magia che faccia dimenticare a tutti la sua identità segreta. Ma pasticcio genera pasticci e le cose non vanno come sperato. Da altre dimensioni arrivano dei personaggi che sembrano conoscere Spider-Man, ma in modo leggermente diverso.
Li abbiamo visti nettamente nei trailer e nei poster, pertanto non sono una sorpresa: Norman Osborn alias Green Goblin (Willem Dafoe), il Dr. Otto Octavius alias Doc Octopus (Alfred Molina), Max Dillon alias Electro (Jamie Foxx), Curt Connors alias Lizard (Rhys Ifans) e Flint Marko alias Sandman (Thomas Haden Church).
La missione di Peter diventa pertanto quella di trovare queste minacce e rispedirle nelle loro dimensioni. Ma anche in questo caso sorgeranno tante complicazioni e la missione non sarà affatto semplice. Peter dovrà aver bisogno di molto aiuto da parte di chi gli vuole bene.
Come andrà a questo punto dovrete scoprilo da soli, perché Spider-Man: No Way Home di Jon Watts è un film che di sorprese ne presenterà a iosa.
La sceneggiatura di Chris McKenna ed Erik Sommers assolve al compito di chiudere il cerchio di questa prima trilogia ambientata nel Marvel Cinematic Universe, lanciando però più di un appiglio verso un nuovo ciclo delle avventure del ragno e, ovviamente, verso il resto della Fase 4 del progetto Marvel Studios.
Inoltre la presenza dei cattivi dei precedenti cicli cinematografici del ragnetto non è decorativa. Se avete visto le miniserie su Disney+ Loki e What If…? vi sarà molto chiaro il concetto di multiverso, pietra angolare di questa nuova fase Marvel. Se non avete visto le miniserie non temete, il film è godibile come parte della saga ragnesca e viene spiegato quanto basta per non perdersi.
Inoltre gli attori (in particolare su tutti Dafoe e Molina, ma anche gli altri non demeritano) colgono l'occasione per approfondire i loro personaggi dando prove recitative memorabili.
Con questo film gli universi creati dalla Sony con le saghe di Sam Raimi e Marc Webb trovano una connessione al MCU, e questa occasione viene sfruttata per chiudere il cerchio narrativo lasciato aperto dai due cicli precedenti.
A prescindere da ogni analisi, che andrebbe approfondita quando tutti conoscerete i dettagli del film, Spider-Man: No Way Home è un film ben costruito, con una sceneggiatura che abbandona i toni da teen comedy dei precedenti film, per abbracciare quelli drammatici noti ai fan di Spidey senza che l’insieme appaia stonato.
Non mancano le battute fulminanti, con i tempi giusti. Ma Peter è cresciuto, così come MJ e Ned, è tempo di cambiamenti. Incombono scelte da adulti, come l’Università migliore per il proprio futuro, tanto per cominciare, ed altre in cascata, dovute all’incombere degli eventi.
In sintesi, è di questo che parla il film: delle scelte, anche dolorose, che i ragazzi devono compiere quando crescono. E delle conseguenze di queste scelte.
Il risultato finale è scoppiettante, 150 minuti di puro divertimento Marvel che passano in un lampo senza un momento di stanca, fino alle immancabili due scene dei titoli di coda.
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