Sam ha lasciato la cittadina di Woodsboro da molti anni ormai ma, quando riceve la telefonata di un vecchio amico e scopre che la sua sorellina Tara è stata aggredita da un pazzo che ha cercato di ucciderla a coltellate, torna a casa insieme al suo ragazzo Richie. Il paese è stato negli anni teatro di efferati delitti, poiché molti pazzi hanno simulato le gesta del famigerato Ghostface, dietro la cui maschera si nascondeva Billy Loomis che negli anni novanta aveva cercato di uccidere la sua fidanzata di allora Sidney Prescott, scampata al massacro per miracolo. Sam è convinta che a causa del suo passato la sorella sia ancora in pericolo, per questo chiama in aiuto l’ex sceriffo Linus, il quale però si dimostra riluttante. Come tutti gli altri reduci della follia criminale di Loomis ha dovuto combattere molte volte con degli imitatori, e per questo non vuole più prendere incarico la faccenda. Nonostante tutto decide però di aiutare Sam, non prima di aver avvertito Sidney e la giornalista Gale con la quale era legato del pericolo imminente. Chi si cela oggi dietro la maschera di Ghostface?
È davvero singolare e fa riflettere il fatto che, a distanza di poche settimane siano uscite nei cinema due pellicole che usano in modo abbastanza analogo una riflessione metacinematografico per giustificare la propria esistenza. In una certa misura Matrix Resurrections e questo Scream numero cinque partono dalle stesse premesse teoriche, ossia il chiedersi che senso abbia a molti anni di distanza dall’inizio del franchise riproporre l’ennesimo sequel, provando contemporaneamente a rinnovare il marchio e portando in sala un pubblico nuovo che magari non conosce l’originale. Sia per Matrix che per Scream (non a caso in questo ultimo non c’è il numero 5 nel titolo) il gigante con cui confrontarsi è il primo capitolo. Scream uno nel 1996 non solo è stato un campione d’incassi ma ha portato l’horror su un nuovo piano di autoconsapevolezza, dove l’ironia verso tutti i cliché del genere ma allo stesso tempo il loro utilizzo all’interno del film stesso, parlava agli appassionati, ai cinefili e agli spettatori, riuscendo a divertire tutte e tre le categorie.
Così come oggi Lana Wachowski è consapevole di non poter dire molto di nuovo al cinema action, altrettanto lo sono Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett nei riguardi della saga stessa, per tale ragione usano un personaggio del loro film per spiegare ai suoi amici e contemporaneamente allo spettatore che Scream 5 è un requel, non un reboot ma neppure un sequel che, come diceva Wes Craven per l’horror, ha delle sue regole interne da rispettare. Il citazionismo continuo dal capitolo originale ad esempio, come la prima sequenza di Tara che risponde al telefono al pari Drew Barrymore anni prima, ma con scostamenti dall’originale per permettere allo spettatore di stare in un déjà-vu con finale a sorpresa. Il ritorno degli attori del cast del primo film (Neve Campbell, David Arquette, Courteney Cox) figure ormai mitiche per i fan, compiendo la medesima operazione di J. J. Abrams con l’ultima saga di Star Wars, la cui esistenza sembra legittimata grazie alla sola presenza degli attori della prima trilogia.
Ma Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett vanno oltre utilizzando Scream 5 per porre un quesito al quale solo il box office potrà rispondere, ovvero qual è l’horror che funziona? Quando l'adolescente Tara viene interrogata da Ghostface su quale sia il suo horror preferito risponde Babadook, uno degli esempi forse più lontani sia dallo splatter che dall’ironia metacinematografica di Scream. È ancora possibile oggi saltare sulla sedia per un jumpscare quando ormai, e ce lo dicono i registi stessi in una sequenza particolarmente divertente, non ha più senso mettere il mostro dietro la porta perché se lo aspettano tutti? È ancora possibile spaventare con un film come Screem, figlio diretto dei vari Halloween, Venerdì 13 ecc, oppure chi si diverte è solo la generazione che ha visto l’originale in sala, inebriata da quell’effetto madeleine per i sequel di franchise di successo come è stato per Ghostbusters: Legacy?
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