La data di rilascio ufficiale di Kingdom under Fire: Heroes è il 20 settembre 2005, ma questo gioco ha fatto già parlare di sé; i motivi di tanta attenzione sono essenzialmente due.
Prima di tutto, colpisce la scelta di renderlo “X-box only”: in un panorama videoludico che mira ad ammaliare quanti più utenti possibile, la Microsoft decide di regalare questo piccolo capolavoro solo ai propri clienti (la consolle di cui si parla è appannaggio del magnate dell’informatica, Bill Gates).
Il secondo aspetto che rende questo gioco una mosca bianca è, come per i predecessori (KUF: A War of Heroes e KUF: The Crusaders), la difficoltà di collocarlo all’interno di una classificazione di genere (nel senso del gameplay, visto che si parla di un titolo spiccatamente fantasy).
Mentre la decisione di renderlo disponibile ai soli possessori di X-box può essere intesa nell’ottica di una politica di mercato ben definita, l’impossibilità di catalogare questo gioco sarà chiara analizzandolo più in dettaglio.
Spendiamo solo due righe nella descrizione della trama che, come sempre accade nei titoli facenti parte di filoni, è fortemente legata a quella dei predecessori. Per dirla in breve, il mondo è minacciato dalla Legione Oscura (che comprende splendide elfe cui va una menzione d’onore) e un manipolo di eroi è chiamato a salvarlo, con buona pace dell’originalità. Scherzi a parte, la trama è fitta e non mancano colpi di scena che coloriscono uno dei temi più abusati della storia dei media: l’eterna lotta fra Bene e Male.
Come in un picchiaduro, la prima scelta che si è portati a compiere è tra due personaggi: Ellen e Walter; ciascuno condurrà il giocatore attraverso una serie di campagne autonome, ma intrecciate con quelle della controparte. Ultimate le prime missioni, verranno sbloccati nuovi eroi.
Contrariamente a quanto suggerito dalle premesse, il gioco vero e proprio non consiste in una sequela di scontri uno contro uno (alla Street Fighter) o uno contro tutti (si pensi a Final Fight), ma in un misto di azione e strategia: il giocatore dovrà gestire contemporaneamente (e con qualche difficoltà) sia le truppe che l’eroe al comando, alternando frenetiche sessioni, tipiche di uno strategico in tempo reale, a caotiche lotte in soggettiva, intraprese dall’eroe in pieno campo di battaglia.
Naturalmente, anche gli schieramenti avversari avranno un capo che li guida e i due generali se le suoneranno di santa ragione, mentre gli eserciti si scontrano e cercano di ammazzarli; le truppe, infatti, riconosceranno il comandante avversario e cercheranno di annientarlo, ma lui disporrà di combo devastanti e abilità che lo rendono un vero “uomo arsenale”.
Sembrerebbe, dunque, che il gioco sia un abile mix di strategia, picchiaduro e action game, ma non basta, ha persino una forte componente di ruolo: sia gli eroi che le truppe guadagneranno esperienza che servirà ad acquisire nuove tecniche o a potenziarne di vecchie, a imparare nuovi lavori e abilità.
E ancora non basta: come in ogni RPG che si rispetti, l’oro avrà il suo peso, consentendo di acquistare armature e armi per migliorare il rendimento delle proprie truppe e dei loro comandanti.
Questo Kingdom under Fire: Heroes sembrerebbe, dunque, un gioco completo, che promette ore e ore di divertimento sfrenato e non monotono.
Dal punto di vista tecnico, la X-box viene sfruttata al massimo, essendo chiamata a muovere contemporaneamente numerosissimi poligoni, a gestire le condizioni climatiche, i dislivelli e tutto ciò che serve a rendere realistiche le battaglie. La musica segna l’ennesimo punto a favore: hard rock incalzante che accompagna vicende ambientate in un mondo medievale.
Dopo i blasoni, passiamo alle pecche, che sono poche, a dirla tutta: le texture usate per ricoprire i poligoni non sono sempre all’altezza della situazione, ma è un peccato veniale; ciò che dà un po’ sui nervi è l’imprecisione dell’algoritmo di path findig: in pratica, le truppe non raggiungeranno sempre la posizione indicata usando il percorso più breve, ma si avventureranno in incomprensibili evoluzioni che spesso costeranno loro la vita.
In definitiva, questo gioco di casa Microsoft, sviluppato dalla coreana Phantagram, farà rimpiangere di non aver acquistato la X-box!
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