Abbiamo avuto l'occasione di leggere i due capitoli attualmente pubblicati di Quarantine Prophets: il romanzo Futuro fragile e il fumetto Epifania, due tasselli che andranno a comporre un grande mosaico crossmediale. Gli autori e gli artisti che stanno lavorando alla serie si sono resi disponibili per un'intervista che ci permette di esplorare dietro le quinte questo ambizioso progetto.

Un riassunto

In una realtà alternativa distopica, una misteriosa epidemia anziché far ammalare le persone dona loro dei poteri mentali che variano dai più innocui a quelli distruttivi fino a quelli capaci di trascendere le leggi della fisica. Per trovare una cura, almeno, questa è la giustificazione del governo, i cosiddetti profeti colpiti dal virus vengono condotti a Clearwell, una struttura di massima sicurezza dove possono vivere in un ambiente protetto e monitorati da scienziati. La realtà è più vicina a quella di un carcere, per questo viene soprannominato Il pozzo dagli "ospiti". Le vicende dei protagonisti si intrecciano alle tipiche storie di questo genere con quelle più fantastiche e fantascientifiche, facendo orbitare Le ali della libertà dalle parti di Cabal e Legion (la serie TV spin off di X-Men). La struttura narrativa risulta solida e capace di pescare dalla cultura pop per raccontare una storia originale.

Le recensioni

Quarantine Prophets: Futuro fragile

Quarantine Prophets: Futuro fragile

Articolo di Maurizio Carnago Mercoledì, 16 marzo 2022

Un misterioso virus ha strani effetti collaterali sulle persone che ne vengono colpite: essi sviluppano dei poteri mentali, alcuni capaci di generare illusioni, influenzare le menti altrui e altri ancora di dare uno sguardo avanti o indietro nel tempo. Costoro vengono chiamati profeti e ospitati in una struttura pensata per proteggerli e trovare una cura… o così sembrerebbe.

Leggi
Quarantine Prophets: Epifania

Quarantine Prophets: Epifania

Articolo di Maurizio Carnago Mercoledì, 16 marzo 2022

Coloro che entrano nella struttura di Clearwell, soprannominato "Il pozzo", credono di essere curati da un virus che sviluppa incredibili poteri mentali. Tuttavia il centro assomiglia molto più a una prigione.

Leggi

L'intervista

Cominciamo con Fabio Guaglione e Luca Speranzone, gli ideatori del progetto e scrittori.

Cosa c'era sul tavolo (o cartella condivisa, o email, o messaggi) quando elaboravate il mondo di Quarantine Prophets? Ispirazioni, suggestioni, idee nel cassetto finalmente pronte per essere sviluppate?

Fabio Guaglione:

Fabio Guaglione
Fabio Guaglione

Lo spunto di partenza da cui siamo partiti era essenzialmente la domanda che abbiamo fatto a Panini Comics: “esiste una serie ambientata in un carcere di super tizi in grado di cambiare il mondo?” E tra i propositi iniziali c’è sempre stato quello di usare poteri non convenzionali, quindi niente raggi laser, super forza, eccetera… Perché la metafora iniziale ci è sempre stata chiara: volevamo parlare dei visionari. Mentre negli X-Men i mutanti sono la metafora dei diversi e delle minoranze, i nostri profeti simboleggiano tutti coloro i quali hanno un’idea, una visione appunto, in grado di rivoluzionare il sistema. A quel punto di solito il sistema – il governo, la finanza, le corporazioni, la religione, ecc – per sua stessa natura cerca di inglobare quell’idea, di replicarla, di usarla per fini spesso diversi da quelli che aveva sperato il suo creatore. Da qui nasce il conflitto. Un conflitto in cui abbiamo cercato – soprattutto nella complementarietà tra fumetto e romanzo – di non definire in maniera netta i buoni dai cattivi. Semplicemente, c’è un nuovo tipo di problema, un nuovo tipo di arma. Solo che questa volte le armi hanno un nome e un cognome, e tutti noi dobbiamo farci i conti. A livello di suggestioni consce, sicuramente c’è un certo tipo di narrazione fumettistica densa e un revisionismo supereroistico alla Warren Ellis o J.M. Straczynski. Il tipo di poteri ed il tipo di scontri tra i profeti invece ci ha sempre fatto pensare, come punto di partenza e arrivo, a Le Bizzarre Avventure di Jojo.

Luca Speranzoni:

Luca Speranzoni
Luca Speranzoni

Le ispirazioni sono state tante, anche se tutte implicite perché io e Fabio preferiamo di solito lavorare alla storia come se fosse qualcosa di nuovo, non eccessivamente connesso a referenze passate. Dalla fantascienza “filosofica” della metà del secolo scorso alla psicologia ai fumetti della nostra infanzia, e via dicendo. Ma soprattutto le nostre scrivanie metaforiche si sono riempite di idee nel cassetto che potevano tutte convivere nello stesso ambiente narrativo, e interagire le une con le altre. Dopotutto, quasi ogni potere è un’idea a sé stante in Qurantine Prophets.

Quando e come è nata l'intesa di realizzare questo ambizioso progetto?

Fabio Guaglione:

In realtà Quarantine Prophets è l’inizio di un progetto molto più ampio che coinvolgerà, per iniziare, altri volumi annunciati: Carisma e Carnivalia. Ma ci sarà modo di parlarne, uscita per uscita. A monte, posso dire che con Panini Comics e HarperCollins c’è la pianificazione di una serie di racconti, di storie, di personaggi che rappresentano tasselli di un unico enorme mosaico… in cui però ci sta a cuore il concetto di “narrativa modulare”. Ogni lettore può prendere un volume a caso tra tutti questi –fumetto e romanzo – ed avere tutte le coordinate per godersi una singola avventura soddisfacente. L’idea di questa intelaiature di storie nasce dalla volontà di creare veri e propri universi narrativi in cui l’utente possa scegliere il suo mezzo narrativo preferito. E stiamo lavorando per sbarcare su altri mezzi ancora…

Luca Speranzoni:

Fabio mi ha parlato del concept di Quarantine Prophets – che al tempo era un’intuizione e un titolo – per la prima volta nel 2018. Doveva essere solo una veloce chiacchiera ma ìsiamo stati risucchiati dalle potenzialità della trama e dei personaggi, costruendo dopo qualche ora e un paio di pacchetti di sigarette i pilastri dell’universo narrativo. Ne abbiamo parlato per vari giorni di fila, a casa sua a Milano. Ci siamo letteralmente persi dentro una dimensione parallela. Di solito è un buon segno.

Avete considerato altri poteri prima di concentrarvi su quelli mentali?

Fabio Guaglione:

No. Il concetto di “visione” e tutto quello che ne consegue è sempre stato il centro di tutto. Cos’è una visione? Come reagiamo ad essa? Cosa succederebbe se potessi vedere il futuro? Proverei a cambiarlo? E se sì, ne sarei in grado? Se non sarei in grado, sarebbe lo stesso il futuro? E se potessi vedere il passato? E se potessi vedere il presente ma dalla parte opposta del pianeta? E se potessi farmi vedere in un altro modo? E se potessi vedere i desideri di chiunque? E così via… Non solo ci sembrava che questo potesse costruire personaggi più interessanti, ma anche interazioni più interessanti tra singoli o intere fazioni… Perché questo tipo di potere comporta necessariamente un punto di vista ideologico.

Luca Speranzoni:

All’inizio della discussione, ricordo che pensavamo solo alle capacità di pura visione, come preveggenza o chiaroveggenza. La metafora di partenza era quella, dopotutto: un mondo intimidito dai suoi nuovi visionari. Ma molto in fretta ci siamo resi conto che quella sarebbe stata solo una parte molto limitata – forse persino limitante – del discorso. Perché la “visione” abbia un peso, deve essere collegata all’esperienza umana dopotutto. E così ci è venuta l’idea dei nuovi poteri, quelli che hanno più a che fare con la percezione, con lo status, con l’interazione con gli altri. Posso dire però che non abbiamo mai davvero pensato a poteri più “fisici”, diciamo. La psiche e la percezione sono il centro delle capacità profetiche fin dall’inizio.

Restiamo nell’ambito “mente”, proprio come i poteri di profeti. Quando avete scritto il romanzo e il fumetto avevate già deciso lo stile grafico dei personaggi? Li immaginavate solo con l’occhio della mente oppure li “vedevate” come se fossero disegnati?

Fabio Guaglione:

Lo sviluppo grafico e la creazione del mondo visivo del fumetto è stato precedente all’elaborazione della trama del romanzo, quindi abbiamo lavorato a Futuro Fragile avendo già in mente ambienti e tratti distintivi della location principale: Clearwell, detta Il Pozzo.

Luca Speranzoni:

Lo stile grafico è nato da una commistione delle suggestioni di noi autori con la visione di Giovanni Timpano, l’eccezionale disegnatore del fumetto. Giovanni vedeva la struttura di quarantena, le divise, il mondo stesso come più fantascientifico, noi come più contemporaneo/realistico. Alla fine la soluzione di compromesso alla quale siamo arrivati è, secondo me, la migliore possibile. Solo una di molte cose per le quali dobbiamo ringraziare Giovanni. Da parte mia, mentre scrivevo il romanzo, mi sono rifatto a quelle idee e alle accurate ricostruzioni in 3D dell’ambiente che ha realizzato per il fumetto per costruire l’ambiente di Clearwell.

Leggendo romanzo e fumetto ho percepito una struttura di fondo solida, soprattutto grazie ai personaggi che compaiono in entrambi. Suppongo che la vera potenzialità della storia arriverà con i prossimi volumi. Come avete costruito il mondo e caratterizzato i personaggi? Vi siete dati delle regole come in un gioco di ruolo o avete adottato altre strategie ludiche?

Febio Guaglione:

L’unica regola che ci siamo dati a monte è stata quella di raccontare nel fumetto una trama valorizzata dai disegni – quindi più cinetica, più densa, più action, più visiva – e nel romanzo un plot che trovasse massima espressione grazie al mezzo letterario – quindi più introspettivo e con un ritmo molto più graduale che permettesse una maggiore esplorazione non solo dei character ma di Clearwell stessa. Poi credo che la sensazione di solidità – a fronte dei tantissimi elementi che gestiamo! – sia dovuta al fatto che sappiamo bene come si evolverà la storia da un punto di vista di intreccio e di temi. Quindi ci muoviamo in una sequenza di eventi e di simboli con cui siamo già familiari. Come se già esistessero. Questo non vuol dire che non ci siano trovate improvvise e deflagranti che ravvivino il gioco nella nostra testa, ma le regole del gioco sono chiare. Vuol dire che non bariamo verso i lettori.

Luca Speranzoni:

La struttura solida è qualcosa che abbia ricercato fin dall’inizio. Perché un mondo possa vivere bene in diversi medium e in diversi momenti narrativi è essenziale che sia coerente. Non ci siamo dati regole in stile gioco di ruolo, ma sicuramente abbiamo studiato bene le interazioni dei poteri e dei diversi personaggi, stabilendo quella che potremmo chiamare una mitologia interna. In questo senso sì, c’è stato un aspetto anche di definizione della “scheda” personaggio per assicurarci che le interazioni tra i diversi poteri non risultassero mai sbilanciate, o improvvisate. Per quanto riguarda gli sviluppi della storia, sicuramente il meglio deve ancora venire…

Quando avete deciso di scindere la storia tra romanzo e fumetto, ciascuno con peculiarità narrative molto precise, come avete organizzato le pedine sulla scacchiera? Avete scritto i personaggi in funzione del supporto oppure li avevate già caratterizzati e avete scelto successivamente chi sarebbe comparso in narrativa e chi tra le vignette?

Fabio Guaglione:

Sapevamo dall’inizio che il fumetto si sarebbe concentrato maggiormente sui carcerati mentre il romanzo avrebbe avuto come protagonista un uomo chiamato a diventare un carceriere di Clearwell. Come a voler creare in maniera esaustiva un quadro fatto di due metà. E poi ci siamo divertiti a dire: ok, avremo protagonisti diversi ma di sicuro ci saranno delle intersezioni. Capiamo quali profeti avremo sia in un volume che nell’altro, e come usarli…

Luca Speranzoni:

L’idea di rendere il progetto fruibile da entrambi i lati, quello fumettistico e quello romanzesco, a prescindere da dove si inizia a leggere, esiste fin dall’inizio. Abbiamo costruito l’immaginario, l’ambiente, i personaggi, e poi ci siamo semplicemente concentrati sul raccontare storie solide nel mondo che avevamo creato, come se fossimo in un certo senso giornalisti che parlano di un luogo reale, e persone reali. Come se, una volta costruito il mondo narrativo, i personaggi lo abitassero nonostante noi autori. Ci piace pensare che ogni personaggio di Quarantine Prophets abbia una storia da raccontare. Così noi possiamo limitarci a sceglierne una e metterla in scena.

Alcune tavole di Quarantine Prophets: Epifania disegnate da Giovanni Timpano.
Alcune tavole di Quarantine Prophets: Epifania disegnate da Giovanni Timpano.

Passiamo ora all'aspetto artistico con Giovanni Timpano, che ha disegnato la copertina e le tavole di Quarantine Prophets: Epifania.

Immaginare Clearwell e l'equipaggiamento fantascientifico: quanta documentazione hai ricevuto e quanta vostra creatività o ispirazione hai infuso nel design che identifica la serie?

È stato un lavoro molto lungo dove ognuno di noi ha messo del suo, chi con consigli, che con visioni ben chiare, chi con reference esterne e così via. Clearwell stessa è una dei protagonisti principali della serie, c’è voluto molto lavoro per trovare il giusto compromesso tra una istituto realistico e una prigione fantascientifica, per evitare di scadere troppo nell’uno o nell’altro. Capitava spesso per esempio che per una scelta o un'altra io virassi molto verso il sci-fi, mentre Fabio cercava una struttura che sì fosse avveniristica, ma che potesse essere anche costruita da qui ad una manciata di anni nel futuro. In generale io ho attinto molto anche dall’universo dei videogiochi, un'altra industria che amo e per cui lavoro da anni, con delle scelte di design sui dettagli che strizzano l’occhio ai vari Dead Space, Mass Effect, Resident Evil e altri.

Gli "ospiti" della sezione D non compaiono mai nel romanzo, se non per un brevissimo accenno alla fine del libro e non vengono mai mostrati. Quali direttive e quanta libertà (e, suppongo, divertimento) hai avuto nel realizzarli?

Divertimento molto, perché è un elemento particolare del fumetto, e anche un po' “estremo” considerato quanto fino a quel momento abbiamo mostrato. Fabio ha sempre avuto ben in mentre l’aspetto degli ospiti della sezione D, è stato facilissimo metterli nero su bianco poi.

Hai realizzato studi anche per elementi che non si vedono nelle pagine del fumetto ma esistono da qualche parte nel mondo che non è ancora stato raccontato?

Molti, ma se te lo dicessi poi dovrei ucciderti (o mi ucciderebbe Fabio).

Personaggio più divertente da ideare/disegnare/colorare?

Vorrei rispondere scegliendo qualcuno dei protagonisti, tirando fuori chissà quale motivazione legata al carattere, al linguaggio del corpo o al relativo potere ed invece risponderò con le guardie. Mi diverto troppo a disegnare i loro elmi e le loro divise. Inserire le grafiche sui visori, inventarmi le icone che li raffigurano, li adoro.

Ecco gli aneddoti e le ispirazioni che hanno guidato gli autori nello sviluppo di Quarantine Prophets. Chi vi scrive è curiosissimo di scoprire come proseguirà la storia con Carisma e Carnivalia (e chissà se ci fosse un'apertura anche su altri media?) Intanto vi lasciamo con una panoramica generale del progetto.

Inizia con Quarantine Prophets il progetto crossmediale di Fabio Guaglione

Inizia con Quarantine Prophets il progetto crossmediale di Fabio Guaglione

Articolo di Emanuele Manco Mercoledì, 1 dicembre 2021

Panini Comics e HarperCollins Italia annunciano il nuovo progetto editoriale di Fabio Guaglione.

Leggi