È in libreria il nuovo romanzo, edito da Asmodde in collaborazione con Aconyte Books, Il Tormento di Doom, scritto da David Annandale, primo titolo della serie Marvel Untold, dedicata a eroi e criminali dell’universo Marvel, rivelando segreti e capitoli perduti della loro ascesa al potere.
Protagonista di questo romanzo è Victor von Doom, ovvero il Dottor Destino, uno dei supercriminali più amati dell’universo Marvel.
Il Dottor Destino
Ideato da Stan Lee e Jack Kirby nel 1962, Victor Von Doom è lo storico arcinemico dei Fantastici Quattro. Non uno dei tanti, ma il nemico più feroce e accanito, quello che non anela alla loro sconfitta come mezzo per i propri fini, bensì ha talvolta come unico fine la loro distruzione totale.
Victor, di origini zingare, conobbe ben presto l'odio e il razzismo nei riguardi della sua famiglia, perdendo entrambi i genitori da piccolo. In particolar dal trauma della morte della madre deriva la sua ossessione per le scienze e l'occulto, mezzi con i quali tenterà più volte, in età adulta, di farla tornare dal regno degli Inferi.
L'origine della rivalità tra Von Doom e Reed Richard risale ai tempi dell'Università. I due erano compagni di stanza e Reed si accorse di un errore di calcolo in uno dei fogli di Victor. Lo fece notare all'amico, ma questi, orgoglioso si rifiutò di prendere in considerazione l'appunto. Quei calcoli erano alla base di un congegno per mettersi in comunicazione con il regno dei Morti, che quando Victor mise in azione esplose, sfigurandolo al volto. Von Doom non volle ammettere mai l'errore e nella sua distorta visione degli eventi, finì per dare la colpa del fallimento proprio a Reed.
Abbandonato il consesso civile, Von Doom si rifugiò in un monastero tibetano per studiare le arti mistiche. Divenuto Maestro della loro Setta, si fece forgiare un'armatura, misto di tecnologia e magia, la cui maschere si fece applicare ancora rovente sul volto. Victor Von Doom era morto. Era nato il Dottor Destino.
Con i poteri dell'armatura riuscì a diventare il monarca del suo paese d'origine, l'immaginario stato dell'Europa Centrale chiamato Latveria, e da lì comincio a pianificare la sua conquista del mondo. Ma il primo bersaglio di Destino fu, in Fantastic Four numero 5, l'odiato amico di un tempo, Reed Richards. La vendetta nei suoi riguardi fu e sarà sempre l'ossessione di Destino, così forte da fargli perdere più volte la consapevolezza del proprio potenziale. Sin dal primo scontro verrà sempre sconfitto dal quartetto.
Quello che però rende il personaggio uno dei più grandi supercriminali è che Von Doom è speculare a Reed Richards. Non è la sua antitesi, ma quello che Richards rischiava di essere se si fosse votato al male. Non un banale antagonista quindi.
Inoltre Von Doom come monarca non è malvagio, pur se dittatoriale. Latveria sotto il suo regno prospera. I suoi abitanti sono ricchi pur se non liberi di parlare. È incapace in realtà di mentire. Quando inganna lo fa omettendo o tacendo, mai con l'uso della menzogna. Von Doom è fermamente convinto che sotto la sua guida, o meglio, il suo giogo, l'umanità potrebbe risolvere i suoi problemi, a patto che lo adorino senza riserve.
Nella sua lunga storia di incontri e scontri con il quartetto è stato anche alleato. Reed è stato costretto per esempio ad ammettere che Latveria sotto il governo di Victor era più prospera, e lo ha aiutato a riprendersela. Ma l'occasione nella quale Victor si è preso una grossa rivincita è stato quando ha contribuito a fare nascere la seconda figlia di Reed e Sue, Valeria, salvando la vita della madre e della nascitura con le arti magiche.
È inutile dire che in tutti i principali cross-over è sempre stato in prima linea, come uno dei criminali di punta. Il Dottor Destino è al terzo posto nella classifica del sito IGN dei cattivi più cattivi della storia del fumetto mondiale, dietro a Magneto e Joker.
Sinossi del libro
Versione marveliana dello scienziato folle e malvagio, lo stregone Victor von Doom si porta dentro il tormento per la morte della madre, una strega che ha fatto un patto con Mefisto, sacrificando la sua anima in cambio dei poteri per salvare il suo popolo. Insomma, un personaggio che sotto certi aspetti ricorda uno dei sovrani maledetti delle tragedie di Shakespeare.
E proprio l’ossessione di poter un giorno salvare l’anima di Cynthia von Doom dalla morsa degli Inferi fa da incipit al romanzo. Un’alleanza con la saggia e solitaria Maria von Helm gli fornisce la chiave per la sua ultima invenzione: fondendo scienza e magia, il Dottor Destino riesce nell’impresa di creare il Tormento, una macchina diabolica che aprirà una breccia nell’aldilà, dandogli la possibilità di liberare l’anima della madre.
Intanto, però, nel mondo degli umani le forze ribelli minacciano di conquistare la Latveria e di rovesciare il suo oscuro leader… e la rivoluzione non potrebbe scoppiare in un momento peggiore, dato che ormai le porte degli Inferi sono state spalancate.
Un brano tratto dalle prime pagine del romanzo
Nella Notte di Valpurga, la Latveria abbracciava i propri paradossi. Il male contro il male, i mostri contro i mostri, nella terra in cui gli angeli erano svaniti dai miti. Nella Notte di Valpurga, l’oscurità danzava e la gente danzava con essa. Il popolo temeva le ombre e le ombre lo amavano. I falò gettavano luce, ma ai margini la tenebra imperiosa era più fitta che mai. Le ombre dominavano la Latveria. Una su tutte le altre: il suo dominio era assoluto. Nella Notte di Valpurga, colui che proiettava quell’ombra suprema si aggirava per il suo regno. Sua era l’ombra temuta al di sopra di ogni altra. Sua era l’ombra che definiva la Latveria. Senza quell’ombra, non esisteva alcuna Latveria. Essa si estendeva sopra ogni centimetro quadrato della terra e, a mezzanotte o a mezzogiorno, era sempre lì. La verità della Notte di Valpurga era che i falò ardevano e il popolo pregava in onore di quell’ombra.
David Annandale, Il Tormento di Doom, Asmodee, Pag. 296, 16,90€
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