In un luogo e in un tempo imprecisato, da centinaia di anni gli uomini lottano per la vita contro immensi mostri marini. Di generazione in generazione le vite dei cacciatori di mostri sono celebrate in volumi che raccontano di come "vivano di una grande vita e muoiano di una grande morte".
Jacob Holland (Karl Urban in originale, Claudio Santamaria in italiano) è uno dei più famosi, al servizio del Capitano Crow (Jared Harris in originale, Diego Abbatantuono in italiano) sulla nave Inevitabile. Il Capitano, ormai vicino all'età della pensione, vorrebbe concludere la sua carriera catturando la Furia Rossa, il mostro più grande di tutti, sfuggito tante volte alla caccia.
Per quest'ultimo viaggio però sulla Inevitabile salirà a bordo una clandestina: la piccola orfana Maisie Brumble (Marianne Jean-Baptiste in originale, Giulietta Rebeggiani in italiano), desiderosa di iniziare precocecemente una carriera che la porti a vendicarsi di quei mostri che le hanno ucciso i genitori.
Il viaggio consentirà a questo eterogeneo gruppo di personaggi di confrontarsi non solo con il mostro, ma anche con i propri conflitti interiori.
Il mostro dei mari di Chris Williams è un film dalla messa in scena sontuosa e ambiziosa. I mostri sono enormi e terrificanti, le navi solcano i mari con spavalderia, molti dei personaggi vivono ogni giorno come fosse l'ultimo, godendo di ogni minuto.
L'avventura si mescola con il racconto di formazione e crescita e all'ecologia. La crescita non riguarderà solo la giovane co-protagonista, ma anche i personaggi più grandi, in una storia che vuole dirci come sia possibile guarire a ogni età dalle proprie ossessioni, basta volerlo.
Tutti gli elementi della produzione presi a sé stanti sono noti e arcinoti, alcuni passaggi sono probabilmente prevedibili e alcuni fili narrativi non sembrano perfettamente annodati.
La storia a tratti infatti ricorda dettagli già visti, da I Pirati dei Caraibi a King Kong, senza dimenticare L'Isola del Tesoro e La terra dimenticata dal tempo, finendo con Dragon Trainer.
La differenza, la capacità di incantare davanti allo schermo sospendendo l'incredulità e godendosi il divertimento, è data da una tecnica superlativa che porta gli spettatori nel cuore dell'azione. Le scenografie, i dettagli dell'acqua, dei tessuti e dei materiali sono ai massimi livelli, comparabili con quelli di produzioni cinematografiche.
Una riflessione va fatta sulla destinazione di un film che avrebbe meritato il grande schermo. Probabilmente, ma è solo una supposizione, prima della pandemia un simile sforzo sarebbe approdato nelle sale cinematografiche. Adesso, questo genere di prodotti non sembra riuscire a convincere gli spettatori a sfidare i contagi e la crisi economica e a tornare in sala. La major leader di questo settore, la Disney/Pixar, dopo avere dirottato molti prodotti sulla sua piattaforma di streaming Disney+, ha ricevuto una tiepida accoglienza nelle sale con Lightyear – La vera storia di Buzz.
La domanda da porsi è quale sia la sostenibilità sulle piattaforme di un prodotto così curato, con voci originali come Karl Urban e Jared Harris, adeguatamente adattato in varie lingue, con costi non indifferenti.
Una domanda alla quale solo il tempo potrà rispondere, quando vedremo cosa accadrà nel medio periodo alle piattaforme online.
Nel frattempo, Il mostro dei mari merita una visione, le sue quasi due ore non pesano e possono intrattenerci con piacere.
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