Spettacolare, visivamente e musicalmente, il documentario Moonage Daydream di Brett Morgen (The Kid Stays in the Picture, Cobain: Montage of Heck, Jane) , sulla vita e le opere di avid Robert Jones, meglio noto con il nome d'arte David Bowie.
L'impatto è diretto, la musica travolge, ma non ci sono solo le performance e i brani musicali a raccontare le "ere" Bowie. Ci sono anche le parole dell'artista in dichiarazioni e interviste, allo scopo di spiegarci la versione autentica del suo percorso creativo. Così le varie forme, le mutevoli identità, vengono chiarite, stabilendo che, a tutti gli effetti, non c'è soluzione di continuità tra i vari momenti della carriera di Bowie.
Non sono solo le parole a contribuire. Anche le scelte di montaggio, i momenti in cui passi di danza di periodi diversi, di palcoscenici diversi, calzano perfettamente su canzoni musicalmente agli antipodi.
Una continuità stabilita anche con la versione attoriale di Bowie, che non si stacca da quella musicale. Il brano che fa da sottofondo al dialogo sul palcoscenico di Broadway di The Elephant Man ci mostra che per Bowie cantare e recitare sono facce della stessa medaglia.
Il coinvolgimento è assicurato dall'ottimo lavoro di restauro visivo effettuato da Morgen, attingendo ad archivi di filmati anche inediti, e dal missaggio sonoro del produttore storico di Bowie Tony Visconti insieme a Paul Massey (Bohemian Rhapsody).
Si tratta di un omaggio sincero, come sincero era un personaggio che poteva apparire artefatto. ma che in realtà doveva trasformarsi per essere se stesso.
Questo ci racconta Brett Morgen, autorizzato dalla famiglia Bowie. Un artista che non ha mai nascosto di essere autenticamente pop, di volere l'abbraccio e l'approvazione del pubblico, senza mai ostentare falso pudore.
Le luci spente dello schermo, dopo i titoli di coda, ci lasciano perplessi, a ripensare a decenni che hanno forgiato il XXI secolo, chiedondoci dove siano ora quei ragazzi che in Bowie truccato e vestito come gli pareva un simbolo di libertà, di affermazione di se stessi. Sono settantenni omologati?
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