Walter
Batman è morto. Si è sacrificato per sconfiggere uno dei suoi più temibili avversari, Ra's al Ghul, e nel farlo si è trovato a dover distruggere l’intera bat-caverna, nonché la villa lasciatagli dai genitori. La città di Gotham City non se ne rende ancora conto, ma la leggenda che circonda il noto vendicatore si sta sbriciolando velocemente, le sue nemesi, sempre più consapevoli della sua dipartita, stanno alzando il tiro delle proprie imprese malavitose e la metropoli scivola progressivamente nell’anarchia violenta.
Le Forze dell’ordine, non più sotto la guida virtuosa del Commissario Gordon, si stanno riaprendo più che mai alla corruzione e la nuova linea della polizia è quanto mai ostile ai vigilantes mascherati. Nightwing, Batgirl, Red Hood e Robin, pupilli di Batman, devono imboccare dunque una strada in salita, non possono più contare su molte delle risorse e sugli alleati che erano propri al loro maestro, tuttavia non possono neppure permettere che la città venga distrutta dalla criminalità. La “Bat-famiglia” deve imparare a sviluppare un metodo con cui portare alto il simbolo a pipistrello che indossano sul petto, il tutto mentre indaga sull’ultimo caso lasciato in sospeso dall’Uomo-pipistrello, un’indagine che ha a che vedere con la misteriosa Corte dei Gufi.
Pipistrello vecchio fa buon brodo
Una premessa per chi segue da molto tempo i videogame di Batman: il Pipistrello sarà morto, ma la sua leggenda vive ancora. Sia sul piano della trama che su quello della giocabilità. Nonostante il titolo sviluppato da WB Games Montréal faccia riferimento a una narrazione originale, tecniche e tematiche richiamano non poco la celeberrima e ipercelebrata saga di Batman: Arkham imbastita alla fine degli anni Duemila dallo studio britannico Rocksteady, attualmente impegnato nella lavorazione di Suicide Squad: Kill the Justice League. D’altro canto, questo collegamento “occulto” non sorprende: WB Games Montréal si era già occupata di dar vita a Batman: Arkham Origins, unico episodio della saga in questione che è sfuggito dal controllo di Rocksteady.
Il peso del retaggio è comunque palpabile, le similitudini sono evidenti, tuttavia una comparazione diretta tra i due corpus videoludici si presta troppo facilmente al fraintendimento. Se Batman: Arkham è nato come un incrocio tra un gioco d’infiltrazione e un “rythm game”. Gotham Knights si pone piuttosto come un titolo d’avventura ibridato con un action cooperativo. A un primo colpo d'occhio questa distinzione potrebbe non risaltare immediatamente, tuttavia le scelte autoriali del team canadese impattano significativamente sul level design e sul ritmo di gioco, i quali sono drasticamente diversi da quanto visto in passato. Se vi aspettate un prodotto che vada a rivangare le vostre memorie passate, che vi richiami alla mente quanto si stava bene nel lontano 2009, preparatevi a essere delusi. Il Pipistrello è morto.
Una sinergia familiare
Gotham Knights lancia i giocatori in media res, non ha alcuna intenzione di spiegare in maniera didascalica chi siano i quattro protagonisti se non attraverso fitti file di testo, email in-game e via qualche sporadica interazione opzionale. Per un neofita, il contesto non è certamente dei migliori, i numerosi riferimenti alieni alla dimensione cinematografica del Cavaliere Oscuro potrebbero causare confusione, tuttavia gli sviluppatori hanno cercato di compensare questa mancanza attingendo a uno dei più vecchi trucchi dei cartoon: ipercaratterizzare i personaggi in archetipi immediatamente riconoscibili che vengono in un secondo momento ricollegati a una codifica cromatica.
Che si tratti della ciurma investigativa di Scooby-doo o dei combattenti mutanti delle Tartarughe ninja, questo sistema ha sempre permesso un riscontro immediato e facilmente digeribile che rinuncia in buona parte all’ambiguità della natura umana. Ecco dunque che Nightwing è l’atletico capobranco grigio-blu, Batgirl è la mente del gruppo giallo-celeste, Red Hood è il fusto impulsivo rosso, Robin è la simpatica canaglia da infiltrazione verde. I tratti caratteriali della Bat-famiglia vengono dunque ripresi all’interno del sistema di gioco, il quale sfrutta un’impostazione “ruolistica” fatta di livelli, di punti abilità e di equipaggiamenti intercambiabili.
L’idea di base è che le peculiarità proprie di ogni combattente si incrocino sinergicamente per produrre un’esperienza cooperativa appagante, un obiettivo peraltro raggiunto. L’unicità dei talenti non garantisce infinite possibilità d’interazione con le missioni – le quali sono decisamente lineari –, tuttavia offre una varietà strategica degna di nota. Red Hood, grosso come un bufalo, è portato per un approccio diretto e violento, Robin si presta maggiormente alla segretezza e alla ricognizione, Batgirl è perfetta per superare telecamere e sistemi di sicurezza, Nightwing è invece l’ideale per gestire le folle avversarie e potenziare i propri alleati. Il titolo non impone però alcuna formula, non è dunque raro adottare soluzioni intermedie in cui un giocatore funge da distrazione menando brutalmente le mani mentre l’altro prosegue indisturbato con l'infiltrazione. In alternativa, nulla impedisce ai giocatori di scegliere di dividersi per battere le strade di Gotham in maniera più capillare e vasta, ancor più che i punti esperienza vengono condivisi sempre e comunque.
Tra Wushu e calzamaglie aderenti
Inutile negarlo: pur essendo molto coreografico e appagante, il sistema di combattimento non riesce a tener testa agli alti traguardi ottenuti dai noti omologhi videoludici supereroistici quali la già citata saga di Batman: Arkham o il più recente Marvel’s Spider-Man. Le animazioni sono fluide e scenografiche, a tratti anche verosimili, tuttavia non sono in grado di rispondere con immediatezza ai comandi impartiti dal giocatore, cosa che viene aggravata dal fatto che i personaggi faticano a navigare gli ampi ambienti di gioco senza interrompere il flusso adrenalinico della rissa.
Anche in questo caso ci troviamo davanti a una scelta volontaria, anche se forse poco felice poiché i limiti menzionati esistono per un semplice motivo che abbiamo già accennato: Gotham Knights è ottimizzato per le partite multigiocatore. In coppia, le distanze e i tempi morti scompaiono quasi del tutto grazie alla collaborazione sinergica dei due combattenti in gioco. Una futura patch promette addirittura di espandere le possibilità ludiche a quattro utenti e di assottigliare ulteriormente il difetto, tuttavia la cosa non va certamente a consolare coloro che si trovano a fruire il titolo singolarmente, ancor più perché non esiste nessuna forma di co-op locale che permetta agli amici di godersi il videogame su di uno schermo condiviso.
La realtà di Gotham è dura
Gotham Knights non raggiunge alte vette artistiche, non ha una trama particolarmente coinvolgente, è vittima di sporadici bug e di frequenti cali del frame rate, tuttavia rientra senza troppa ambiguità nella categoria dei “guilty pleasure”, di quelle esperienze un po’ coatte che però sanno intrattenere e divertire. L’attenzione riposta nelle partite multigiocatore, l’alta varietà nella scelta dei costumi e la differenziazione dei quattro protagonisti garantiscono delle basi solide su cui costruire un’esperienza di svago positiva e appagante che però è gravata da un’importante condizione: bisogna giocarlo online con amici. Se siete interessati ai multiplayer supereroistici fatevi pure avanti, tanto per Suicide Squad: Kill the Justice League sarà necessario attendere fino al 2023.
Walter Ferri
Domenico
Chiamata alle armi
W. mi ha scritto: “Vieni che dobbiamo provare questo nuovo titolo”. Era il 13 ottobre 2022, stavamo in casa, fuori l’autunno era grigio e nebbioso.
Non conoscevo bene l’epopea dell’Uomo Pipistrello all’infuori delle sue tavole fumettistiche vecchia scuola ed il film di Nolan: Cavaliere Oscuro.
E neppure amavo particolarmente i videogiochi dei supereroi, tuttavia, lo ammetto: abbiamo passato qualcosa come dodici ore, un giorno intero, a giocarlo e ciò sarebbe potuto succedere soltanto con un prodotto divertente.
Pizzona a pranzo e poi controller in mano, pronti a spaccare qualche zucca.
Abbiamo passato un fine settimana svegli notte e giorno.
Nel gioco
W. era cambiato: indossava un’uniforme rossa con una “R” che campeggiava sul petto e si destreggiava con l’uso del bastone da combattimento stile Wushu.
Anch’io ero cambiato: indossavo una calzamaglia aderente su dei poligoni femminili ben torniti, corna in testa e mantello; menavo fendenti con il Tonfa (manganello della polizia).
Gotham City, la città dei folli, è teatro delle avventure dei quattro cavalieri: Robin, Batgirl, Nightwing e Cappuccio Rosso.
I nostri eroi, di giorno studiano ed elaborano indizi, rivelando dei personaggi differenti attraverso interazioni sociali nel gruppo; mentre di notte scendono per strada con silenti (ma non sempre) abilità da cacciatori notturni.
Questi hanno a disposizione la Bat-moto (la “bug” Bat-moto, nel senso che durante gli spostamenti a volte il gioco si bloccava) per muoversi nella città, dall’architettura simile a New York: ponti, moli, grattacieli, monumenti e graffiti caratterizzano il modello urbanistico.
Durante le battaglie, i cavalieri, si muovono con una buona coreografia fluida che restituisce concretezza al combattimento (non come in Arkham Knight) di arti marziali. Tra orde di cattivoni e cattivi, gli eroi, si fanno strada tra Harley Quinn e i Freaks, Pinguino e la Mala, Mr. Freeze e gli Ispettori.
Conclusioni
Il videogioco può rientrare nelle categorie: Azione, Avventura, Super Eroi e un pochettino RPG. Si può apprezzare la giocabilità, ben strutturata, anche senza essere fan di Batman.
In modalità singolo il gioco è un inseguimento degli antagonisti, con indagini e interrogatori; costellato da leggere variazioni sul ruolo del personaggio, sviluppare i livelli curando “l’albero delle abilità” non aggiunge molto al combattimento di base; costumi ed equipaggiamento collezionabili.
In sistema cooperativo, il gioco guadagna perché il combattimento assistito rende più divertente il fare a botte.
L’intreccio della trama fatica a catturare il giocatore, in cooperativa saltavamo molti dialoghi, conoscendo il carattere le risposte diventano prevedibili, bastano poche battute.
Perché comprarlo?
Il videogioco garantisce ore ed ore di divertimento, specialmente in cooperativa. Gotham Knights è godibile anche senza conoscere la tradizione di Batman. Piacerà ai fan DC Comics perché estende la storia ai possibili discendenti di Bruce Wayne. Il combattimento è abbastanza divertente. Si possono giocare e cambiare tutti i personaggi a proprio piacimento. Batgirl contro Harley Quinn promette bene.
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