- Come prepararsi al compito: ispirazioni dalla storia del cinema o studio personale?
- Libertà di interpretazione
- Il dialogo sul set tra lingue e culture diverse
- Com'è stato lavorare sui set reali?
- Bonelli Entertainment
A Lucca Comics & Games abbiamo assistito alla prima proiezione del film di Dampyr insieme agli invitati di Sergio Bonelli Editore, al cast e al regista, che hanno fatto una breve presentazione e i saluti finali a fine spettacolo. La pellicola è il primo tassello che andrà a comporre l’universo transmediale di Bonelli, che intende portare le proprie storie al di fuori del supporto fumetto, passando per il cinema, le serie tv e i videogiochi.
L’incontro del cast con i giornalisti è stato piuttosto breve, ma siamo riusciti a trattare con loro diversi argomenti, per i quali hanno risposto con gran disponibilità e ironia. Il regista Riccardo Chemello, al proprio esordio dietro la macchina da presa, era l’unico esponente del Bel Paese, poiché gli attori erano tutti britannici. Infatti il film è stato girato in inglese e doppiato solo successivamente. Con lui c’erano anche Stuart Martin, già apparso ne I Medici, che ha interpretato il “Soldatino” Kurjak; David Morrissey, già Governatore di The Walking Dead, in Dampyr interpreta il nemico vampiro principale Gorka; e Luke Roberts, anch’egli già Governatore, ma delle Bahamas di Black Sails e Thomas Wayne in The Batman, era Draka, il padre del Dampyr, un vampiro il cui ruolo nell’intera vicenda è ancora abbastanza oscuro per il pubblico che non abbia letto i fumetti, poiché la pellicola si conclude con un finale che lascia aperte molte possibilità.
Come prepararsi al compito: ispirazioni dalla storia del cinema o studio personale?
A detta del regista al di là degli inevitabili effetti visivi digitali, la scelta di usare molti effetti speciali materiali, come il trucco e lo studio accurato delle luci e scenografie è maturata dal tono del fumetto originale, una decisione presa in accordi con l'editore stesso. Quello di Dampyr è un mondo di vampiri diverso dal solito, ambientato nei Balcani e racconta di una guerra contro i vampiri sotto lo strato di una guerra reale. Chemello si è lasciato ispirare dal cinema di Francis Ford Coppola con il suo Dracula di Bram Stoker (1992), non solo nella messa in scena, ma anche in alcuni passaggi musicali.
David Morrissey è cresciuto guardando film horror, soprattutto quelli della Hammer con Christopher Lee nei panni di Dracula e il Nosferatu originale. Non aveva mai interpretato un personaggio simile, ma conosce bene il genere nel quale si inscrive il proprio personaggio.
Il terreno sul quale far crescere la preparazione per Luke Roberts era molto fertile, a partire dal nome del proprio personaggio: Draka, che già nel nome contiene Dracula, quindi anche per lui il Dracula di Coppola è importante. Stavano già girando in Romania vicino al leggendario castello di Bran, così è andato a visitarlo e si è anche documentato sull'Ordine di San Giorgio e sull'Ordine del Drago. Non è mancato lo studio dei fumetti, che gli ha fornito Bonelli, ai quali si è appassionato, soprattutto alla figura del protagonista Harlan Draka, un po' rockstar e cool. Anche il reparto dei costumi mandava loro i bozzetti in anteprima, quindi nell'insieme ha avuto spunti e supporto su tutta la linea.
Anche Stuart Martin ha trovato grande aiuto nei fumetti che Bonelli ha inviato loro per prepararsi. Il suo Kurjak cambia dal primo numero ai più recenti, quindi un grande sostegno nel renderlo più concreto è arrivato dai designer dei costumi, perché quando finalmente ha indossato la giacca e l’hanno truccato a dovere è riuscuti a essere davvero quel personaggio.
Libertà di interpretazione
Chemello ha affermato che Bonelli ha davvero messo l'anima nel curare il progetto e c'è stata anche da parte del regista abbastanza libertà nell'adattare il materiale portandolo nel linguaggio cinematografico, in uno scambio di fiducia reciproca, ovvero rispettare la property apportando però alcune novità. Lo stile del primo albo di Boselli e Colombo disegnato da Majo aveva già uno stile che avrebbe influenzato l'adattamento. Già partendo dal fumetto, filtrandolo attraverso lo storyboard si poteva adattare al cinema. Inoltre tutti i capi reparto, coordinati da Riccardo, hanno potuto mettere la propria esperienza e passione al servizio della storia, creando un prodotto coeso.
Per Morrissey il lavoro di un attore non deve assolutamente essere guidato pedissequamente. Dovrebbe avere la libertà di sentire il personaggio e farlo proprio, a quel punto il film diventa davvero una collaborazione e non un'imposizione. Fortunatamente così è successo in Dampyr e lui si è davvero divertito a interpretare un vampiro malvagio e manipolatore.
Il dialogo sul set tra lingue e culture diverse
Secondo gli attori il materiale che avevano a disposizione era incredibile e adatto a dare molta profondità. Però tante sfumature che possono dare maggior spessore ai personaggi spesso vengono improvvisate sul set, spesso in maniera inaspettata e divertente. Hanno imparato a conoscere e a fare propri i loro personaggi, così il risultato è parso più realistico.
Roberts ha aggiunto che sono state coinvolte anche persone della crew romena per dare maggior realismo alla vicenda. Infatti l’interprete di Draka ha ricordato un momento in cui stava cavalcando e doveva incitare il cavallo. Il personale del luogo gli ha suggerito le parole che si direbbero in quella località, così usandolo ha aggiungo spessore al momento e in più ha dato un tono più arcaico alla scena. Una sfumatura che purtroppo non si noterà nel film doppiato, perciò occorrerà aspettare l'edizione home video per apprezzarlo a fondo.
Com'è stato lavorare sui set reali?
Tutte le location hanno dato agli attori l'impressione di essere realmente dentro il luogo della storia, come villaggi sperduti e lontani dalla civiltà, oppure la vicinanza al castello di Bran dove ha dimorato il vero ispiratore della figura di Dracula. Lavorare in una miniera era opprimente e realmente pericoloso perché era claustrofobico, mancava l'aria, occorreva uscire spesso e anche una scintilla poteva scatenare un incendio. Si sono sentiti come se avessero passato a loro il testimone della tradizione legata a Dracula e dovessero portarla avanti.
Il tempo per le domande si è purtroppo esaurito molto in fretta, ma questo non ha impedito agli attori di raccontarsi in pieno agio e relax, regalandoci aneddoti che sicuramente sanno arricchire l’esperienza della visione del film.
La nostra recensione di Dampyr:
Bonelli Entertainment
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