Il Trieste Science+Fiction Festival, uno dei maggiori eventi italiani dedicati alla fantascienza si è svolto dal 1 al 6 novembre 2022 nel capoluogo giuliano nella sua 22° edizione.
Il team del Trieste Science+Fiction ha selezionato con cura titoli esclusivi tra successi internazionali, film imperdibili acclamati dalla critica che hanno conquistato l'entusiasmo del pubblico e piccole gemme nascoste che rendono la 22° edizione del festival la meta privilegiata per tutti gli amanti del genere
– ha sottolineato Alan Jones, direttore artistico della manifestazione – Volevo riportare la fantascienza al festival di genere più antico del mondo in maniera grandiosa, celebrando tutto ciò che è cosmico, intergalattico e futuristico. E con le ultime aggiunte al nostro programma ‘Back to the Superfutures’, abbiamo raggiunto l’obiettivo prefissato di stupire, emozionare ed elevare il nostro senso di meraviglia.
Ma soprattutto il Festival è ripartito alla grande con le proiezioni in sala.
Negli ultimi due anni, causa pandemia, il grosso del festival si era trasferito sulla piattaforma MyMovies, tanto che il Vostro Fedelissimo non era neanche uscito di casa per andare a veder le proiezioni e, chissà se lo avete notato, non aveva nemmeno commentato l’evento nel 2021. Il tipo di fruizione online, per quanto comoda per chi non poteva viaggiare fino a Trieste, rendeva comunque l’esperienza del festival non molto diversa da un qualsiasi generico binge watching di serie TV e film su una delle tante piattaforme esistenti.
Il Festival è sempre stato qualcosa di più: è presenza dal vivo, essere partecipi con altre 1000 persone in sala delle emozioni di un film. Un’esperienza che la visione solitaria a casa non potrà mai eguagliare.
Quest’anno la scelta degli organizzatori è stata di riportare il festival nelle sale (quella del Politeama Rossetti e quella del Teatro Miela) mandando in streaming una selezione ridotta dei film la settimana dopo la conclusione del medesimo.
Già nella conferenza stampa del 27 ottobre si era voluto mettere in chiaro come questo venisse considerato un importante ritorno per il Festival e una volontà di rilancio dopo due pessimi anni.
Francesco Ruzzier, responsabile della comunicazione de La Cappella Underground e del Festival ha subito messo in charo il tenore della nuova edizione: Dopo due anni schiacciati da una situazione che ricordava la fantascienza, abbiamo intenzione di riappropriarci del fantastico e dei futuri.
Non per niente il titolo di questa edizione è stato Return to the SuperFutures: il plurale è importante in quanto la pandemia sembra averci appiattiti tutti su un singolo apocalittico futuro.
Alan Jones è al suo primo anno come direttore artistico: Sono decenni che aspettavo questo momento. Da ragazzino avevo in cameretta il poster del film L'uomo dagli occhi a raggi X di Roger Corman, dove si vantava che fosse vincitore nel 1963 al primo Festival internazionale del film di fantascienza di Trieste: era un segno del destino che mi innamorassi di questa città tanto da essermi trasferito qua. Avremo film da 31 nazioni per mostrare quale è il punto del fantastico nel mondo; avremo film di ogni genere possibile: distopici, supereroi, horror, profetici.
Cambiamento Climatico
Lo Science+Fiction si è sempre tenuto a fine ottobre / inizio novembre, e il tempo atmosferico era quello di un freddo e piovoso autunno. Quest’anno abbiamo avuto giornate di sole, caldo, e triestini che prendevano il sole in spiaggia. Inutile nascondere che qualcosa sta succedendo al clima e sappiamo tutti cosa. Un simile cambiamento è stato al centro di numerosi film presentati quest’anno, che riflettono l’angoscia e i dubbi dei registi e sceneggiatori sul nuovo assetto (non solo climatico) che sta prendendo il mondo.
In The Visitor From the Future la civiltà è collassata a causa di un disastro ecologico e un Viaggiatore si muove nel tempo per prevenire il disastro. Un film francese, diretto da François Descraques, molto divertente e spiritoso, molto apprezzato dal pubblico in sala; il film è tratto da una web serie, che ha anche ispirato tre manga e una graphic novel.
Con Rubikon l’azione si sposta nello spazio, sulla stazione spaziale Haven, il cui equipaggio vede una misteriosa nebbia occupare la superficie del pianeta e sterminare quasi tutta l’umanità salvo pochi ricchi che si sono rifugiati nei loro bunker.
Rubikon è il primo lungometraggio della regista Magdalena Lauritsch, che presente in sala ha introdotto il film. Grande appassionata di Star Trek (che guardava e riguardava durante la lavorazione del film), ha voluto creare una pellicola dove al centro sono le questioni morali e le scelte che i singoli personaggi fanno di fronte all’apocalisse e a quello che viene dopo. La decisione più importante è quella se portare sulla Terra un potente sistema di depurazione dell’aria che aiuterebbe i superstiti dei bunker; il problema è che i superstiti sono i dirigenti stessi delle megacorporation che hanno causato la fine del mondo e sacrificato vite per il loro tornaconto. Salvarli e continuare con gli stessi meccanismi del passato o rischiare e fare qualcosa di nuovo?
Warriors of the Future è un film action made in Hong Kong del regista Ng Yuen Fai. Una megaproduzione per la quale hanno messo un sacco di soldi (spesi tutti in effetti speciali, diciamocelo), dove una Terra vittima di guerre, inquinamento e riscaldamento globale subisce anche l’impatto con un asteroide. Che porta con se una forma di vita aliena che inizia a impossessarsi del pianeta. Questa ostile pianta extraterrestre, chiamata Pandora, se controllata sarebbe capace di depurare l’atmosfera, e tocca a un manipolo di soldati in esoscheletro e robot da guerra raggiungere il pistillo centrale e dare il via al processo di assimilazione. Tanti effetti speciali, estetica da videogiochi, sparatorie, robot dal design futuristico, tradimenti, effetti speciali (già detto?) riempiono gli occhi ma non raggiungono il cuore.
The Deal, coproduzione USA/Serbia della regista Orsi Nagypál, non tratta del cambiamento climatico ma di una pandemia che ha devastato il pianeta, lasciando risorse insufficienti per sostenere la popolazione. Il governo istituisce il Patto: ti danno vitto e alloggio per venti anni, poi devi morire. Per la protagonista sta per arrivare la sua ora ma accade qualcosa di inaspettato.
Memory of Water è un film della finlandese Saara Saarela, tratto dall’omonimo romanzo di Emmi Itaranta (pubblicato in Italia come La Memoria dell’Acqua). In un futuro dove l’acqua potabile è un bene controllato e razionato da una dittatura. La Maestra del Te Noria Kaitio riceve da suo padre la conoscenza di una sorgente di acqua pura. Anche qui la protagonista è posta di fronte a decisioni difficili: a chi confidare di questo tesoro? Come usarlo? Che tipo di disequilibri porterebbe questa notizia? Il vostro fedelissimo ha incontrato la regista, restate sintonizzati su Fantasy Magazine per leggere l’intervista completa.
Vesper, coproduzione Francia/Lituania/Belgio, dei registi Kristina Buozyte e Bruno Samper, è una fiaba biopunk ambientata in un futuro dove il cambiamento climatico e l’ingegneria genetica fuori controllo hanno dato vita a un ambiente post-apocalittico dove gli esseri umani si sono divisi in due comunità. I più fortunati abitano nelle rigide e formali Cittadelle, tutti gli altri sopravvivono di stenti in una natura mutata. Vesper vive con il padre immobilizzato a letto, sognando di farsi assumere in una Cittadella in virtù della sua abilità con il DNA, fino a quando non trova una profuga in fuga. I registi, presenti in sala con tanto di drone mutante co-protagonista del film, hanno detto che per loro questo film “non è un fiore ma un seme, una speranza per il futuro al centro della quale ci sono i giovani, coloro che sanno ancora vedere la bellezza e non si lasciano opprimere dalla realtà.”
È interessante notare come questi film non siano propriamente apocalittici, il mondo è già finito, e non siano nemmeno post-apocalittici “alla Mad Max”. Sono post-post-apocalittici. Il mondo sta ricominciando a vivere e bisogna decidere che tipo di direzione dargli. Continuare con gli sbagli del passato o avere il coraggio di fare la scelta più umile? E tutti questi film sono un’ottima cartina di tornasole su quello che molti pensano sia la questione cruciale del nostro futuro. Per fortuna che abbiamo la fantascienza.
Un altro film notevole dove si vede come le scelte personali possano influenzare il futuro è L.O.L.A., primo lungometraggio di Andrew Legge. Non riguarda il cambiamento climatico, ma l’invenzione nel 1941 di due sorelle (la macchina LOLA) che permette di ricevere le trasmissioni radio e TV provenienti dal futuro. Thom e Mars ricevono notizie future sull’andamento della Seconda Guerra Mondiale e con queste conoscenze permettono all’Inghilterra di conseguire numerosi successi. Le cose però si mettono male e si genera una storia alternativa dove l’Inghilterra viene conquistata da Hitler e diventa nazista. È un ragionamento sulla speranza, i sacrifici, la responsabilità verso gli altri di quello che si fa. E di come l’amore per la musica possa cambiare il destino del mondo.
Horror
In una rassegna dedicata al fantastico non potevano mancare pellicole horror.
Il primo film proiettato, il martedì 1 novembre di pomeriggio, è stato The Thing di John Carpenter: un classico che ci tenevo tanto a rivedere e vedere in un cinema. Non è stato l’unico classico riproposto. Oltre a The Thing ci sono state le proiezioni di Invaders from Mars (William Cameron Menzies, 1953), Soylent Green (Richard Fleischer, 1973) e Creature from the Black Lagoon (Jack Arnold, 1954).
Ospite d’onore di questa edizione è stato Neil Marshall, acclamato regista di film quali Dog Soldiers, The Descent – Discesa nelle tenebre, Doomsday, Centurion e di alcuni episodi della serie tv Il Trono di Spade, al quale è stato conferito il Premio Asteroide alla carriera, e che ha tenuto un’interessante masterclass dedicata al suo film d'esordio Dog Soldiers, lezione che si è tenuta dopo la proiezione del film in versione restaurata. Neil Marshall ha portato al festival il suo ultimo titolo, The Lair, nel quale un gruppo di soldati americani in Afghanistan deve affrontare dei mostri mutanti ibridi alieni usciti da un vecchio laboratorio sovietico. Azione onesta, gente fatta a pezzi, qualche risata condivano questo spassoso monster movie.
Wolf Manor di Dominic Brunt è stata una commedia splatter ambientata sul set di un film di vampiri dove la crew affronta dei lupi mannari. Un horror senza infamia e senza lode con qualche momento divertente.
Flowing di Paolo Strippoli è un horror italiano ambientato in una Roma sul punto di esplodere, dove il male, la colpa e l’odio, sedimentati da secoli, fanno impazzire le persone e scatenare la violenza. Per Fantasy Magazine abbiamo intervistato il regista, cosa della quale riporteremo diligentemente su queste pagine.
Mad Heidi è stato invece il film più trash presentato quest’anno, un “swissploitation” girato da Johannes Hartmann e Sandro Klopfstein in crowfunding dove Heidi (proprio quella dei cartoni) cresce in una dittatura svizzera e lotta per la libertà sua e del suo popolo. Torture a base di fonduta, uccisioni al Toblerone, mutilazioni, combattimenti, cliché sugli svizzeri in un film che ha mandato in delirio il pubblico in sala. Perché non si può essere sempre seri, anche di fronte al peggio.
Alieni
Potevano mancare gli alieni in una simile rassegna sul fantastico?
Night Sky di Jacob Gentry (da non confondere con l’omonima serie TV di quest’anno, completamente slegata) ha come protagonista un uomo in fuga, una ragazza che potrebbe essere un’aliena e un sicario della mafia che li insegue. È un film on the road strano, dove non tutto viene detto e spiegato, ma che riflette sul concetto di umanità.
Alienoid del sudcoreano Choi Dong-Hoon è una follia di robot alieni, criminali da altri mondi, viaggi nel tempo e stregoni coreani del passato. È un film che passa dall’horror alla comicità con disinvoltura, ha avuto un periodo di realizzazione lunghissimo (2 anni e mezzo solo per la sceneggiatura, poi 13 mesi di produzione) e si vede da una certa discontinuità nelle varie sottotrame, e alla fine il regista è riuscito a tirare (quasi) tutte le fila e aprire all’atteso Alienoid Parte 2. Che speriamo di vedere presto.
Il confronto dell’essere umano con un mistero forse di origine aliena, forse extradimensionale, è il tema del film Something in the Dirt, dei registi Justin Benson e Aaron Moorhead (Moon Knight e Loki tra i loro lavori più famosi). Girato durante la pandemia per passare il tempo, il film racconta di due vicini di casa che scoprono un’anomalia spaziale e gravitazionale nel soggiorno di uno dei due. Si aprono le porte per una serie di speculazioni complottiste, simulazioniste, coincidenze ai confini della realtà… che però sono solo occasioni per i due personaggi protagonisti di riflettere sulle loro vite, gli errori e gli insuccessi. Direi quasi il più lovecraftiano dei film visti, non per la presenza di tentacoli e simili, ma per come tenta di mostrare la perplessità della mente umana di fronte a geometrie non euclidee e misteri insondabili.
Incontri
Oltre alle proiezioni il festival ha organizzato sotto l’etichetta Mondofuturo incontri aperti con il pubblico inerenti varie tematiche di carattere scientifico e fantascientifico.
L’ospite principale di queste incontri è stato Franco Malerba, primo astronauta italiano ad andare nello spazio, che ha tenuto un incontro per presentare il suo ultimo libro, Il cibo nello spazio, sull’alimentazione degli astronauti e la possibilità di crescere vegetali a gravità zero o sul suolo lunare, con tutte le sfide e problematiche da risolvere (The Martian docet).
Si dovrà allestire una serra sulla Luna. Il substrato lunare non sembra essere fertile, ma ci sono ricercatori che stanno studiando come, mescolandolo con vari concimi concentrati, si possa immaginare una serra sulla Luna che dovrà essere coperta, visto che siamo in una situazione di vuoto.
Il 3 Novembre si sono svolti i panel Giochi… fantastici e Fanta-Scienza e Realtà.
Giochi… fantastici, tenuto da Roberto Furlani (scrittore e curatore di antologie di genere fantascientifico) e il sottoscritto e moderato da Fabio Novel (scrittore e curatore) ha affrontato i rapporti tra la narrativa di fantascienza, nelle sue diverse forme espressive, con la dimensione del gioco, entrambi punti di partenza per la costruzione di un universo immaginario. Abbiamo visto assieme al pubblico come il videogame è l’esempio più semplice di questo complesso rapporto, dove i giochi impattano in modo significativo sull’estetica e sul contenuto dell’immaginario condiviso, con la nascita di generi letterari quali il LitRPG e importanti influenze in campo cinematografico. Abbiamo ripercorso la lunga storia delle relazioni tra fantascienza e gioco, attraversando assieme il mondo intricato della narrazione transmediale.
Il panel successivo, Fanta-Scienza e Realtà, è stato tenuto da Simonetta Olivo (scrittrice e psicologa) e Marco Passarello (giornalista e curatore), e moderato da Fabio Pagan (giornalista). L’antologia Fanta–Scienza 2, curata da Marco Passarello, edita da Delos Digital, con 9 racconti ispirati all’attività di ricerca condotta nei laboratori dell’Istituto Italiano di Tecnologia, preceduti dall’intervista agli scienziati di riferimento, continua la tradizione di un immaginario fantascientifico che si nutre di realtà, la descrive, la utilizza per costruire ponti concettuali col futuro che sarà e con i passati che avrebbero potuto essere.
Simonetta Olivo ha spiegato come nella gran parte della letteratura fantastica contemporanea, compresa quella italiana, il confine fra fantascienza e realtà si è assottigliato
: un’espressione del senso di straniamento che in molti proviamo a causa dell’accelerazione tecnologica e dell’avverarsi degli scenari più cupi della distopia, tanto che in molti si chiedono se la fantascienza si stia realizzando in questo nostro presente. D’altra parte, ha concluso Simonetta, molte battaglie sociali stanno usando la fantascienza per portare al mondo le loro tematiche, dal femminismo al queer all’approccio post-coloniale.
Non sono stati gli unici panel, altri incontri hanno avuto come oggetto la genetica, i virus e lo scioglimento dei ghiacci dei nostri monti e dell’Antartico.
Al Teatro Miela è stata anche allestita la mostra su Graham Humphreys, che ha realizzato il poster di quest’anno del Festival, artista di fama mondiale che cura da molti decenni le illustrazioni per poster cinematografici, copertine DVD, dischi e pareti di convegni. Fra i suoi lavori più conosciuti, i poster iconici de La casa e Nightmare per le uscite cinematografiche inglesi.
Premiazioni
Riporto qui sotto il bollettino ufficiale con i vincitori dei vari concorsi e le motivazioni delle assegnazioni dei premi. Purtroppo mi sono perso due dei film vincitori, The Artifice Girl e L’Isola dei Resuscitati Morti, sui quali quindi non mi posso pronunciare. Ma saranno da recuperare, sperando in una distribuzione se non nelle sale almeno via streaming. Faccio notare con interesse però che il tema dell’Intelligenza Artificiale non era quello dominante nei film di quest’anno, dove come detto si è mostrata una maggiore preoccupazione per la salvezza del pianeta dal punto di vista ambientale. Come a dire: che pianeta vogliamo lasciare in eredità alle macchine?
Premio Asteroide
Il Premio Asteroide elegge il miglior film di fantascienza, horror e fantasy riservato alle opere prime, seconde o terze di registi emergenti, raggruppate nella sezione Neon del festival. Il premio è stato assegnato da una giuria internazionale composta dal regista Neil Marshall, dal regista e autore Buddy Giovinazzo e dalla direttrice generale della Fondazione Sitges e docente Monica Garcia Massague.
Vincitore Premio Asteroide TS+FF 2022
"The Artifice Girl" di Franklin Ritch (Stati Uniti, 2022)
Motivazione: Crediamo che il film racconti una storia intelligente, ben recitata e davvero impegnativa. Questo film mostra un uso positivo della tecnologia in un futuro pieno di interrogativi sulla razza umana e la sua convivenza con l'Intelligenza Artificiale.
Sinossi: Gli agenti speciali Dena Helms e Amos McCullough arruolano al proprio servizio Gareth, un rivoluzionario mago della tecnologia diventato vigilante di Internet, e le loro vite compiono una svolta importante nel futuro del mondo digitale. L’originale sistema con cui Gareth combatte i predatori online ed irretisce i pedofili si rivela essere un’Intelligenza Artificiale, e il suo rapido sviluppo nel corso dei decenni porterà a profonde riflessioni in tema di autonomia, di oppressione e del vero significato dell’essere “umano”.
Menzione Speciale Premio Asteroide TS+FF 2022
"The Visitor From the Future” di François Descraques (Francia, 2022)
Premio Méliès d’argent – Lungometraggi
Il concorso è organizzato in collaborazione con la Méliès International Festivals Federation (MIFF) ed è riservato ai lungometraggi di genere fantastico di produzione europea. La Giuria 2022 del premio Méliès d'argent è formata dal veterano dell’industria cinematografica Giles Edwards, dal produttore, sceneggiatore e attore Loris Curci e la scrittrice Maura McHugh.
Vincitore Premio Méliès d’argent – Lungometraggi TS+FF 2022
“LOLA” di Andrew Legge (Regno Unito / Irlanda, 2022)
Motivazione: La giuria è colpita dalla qualità e dal valore dei lavori presentati per il concorso di quest'anno e abbiamo discusso animatamente di tutti i film in gara. Abbiamo scelto il vincitore sulla base dell'inventiva e della sua originale visione, la recitazione coinvolgente e la giocosa affermazione del bisogno essenziale della musica come forma di espressione, specialmente in periodi difficili. Dopo tutto, chi potrebbe vivere in un futuro senza David Bowie? Il vincitore del Méliès d'Argento è LOLA, di Andrew Legge.
Menzione speciale Premio Méliès d’argent – Lungometraggi TS+FF 2022
"Vesper" di Kristina Buožytė e Bruno Samper (Lituania/Francia/Belgio, 2022)
Motivazione: La giuria vuole anche assegnare una menzione speciale per Vesper, di Kristina Buozyte e Bruno Samper per l'efficace costruzione del mondo e la grazia della recitazione.
Premio Méliès d’argent – Cortometraggi
Il concorso è organizzato in collaborazione con la Méliès International Festivals Federation (MIFF) ed è riservato ai cortometraggi di genere fantastico di produzione europea. Il premio è assegnato al cortometraggio che riceve il maggior numero di voti dal pubblico.
Vincitore Premio Méliès d’argent – Cortometraggi TS+FF2022
“68.415" di Antonella Sabatino e Stefano Blasi (Italia, 2022)
Premio Wonderland – Rai4
RAI4, media partner di Trieste Science+Fiction Festival 2022, assegna il Premio Wonderland al miglior film della 22° edizione.
Vincitore Premio Wonderland – Rai4 TS+FF 2022
“Piove” di Paolo Strippoli (Italia, 2022)
Motivazione: Per aver saputo rielaborare il canone classico dell’horror delineato dagli archetipi di Romero e Cronenberg, padroneggiando il genere come strumento funzionale alla rappresentazione di un profondo “disagio della civiltà”; per la capacità di testimoniare il crescente e spaventoso deficit di umanità che investe le nostre disgreganti società, mentre la terrificante melma nera rigurgita dal sottosuolo e travolge la Capitale; per la scelta di uno sguardo visionario, aspro e geometrico al servizio dell'impianto allegorico della narrazione il Premio Wonderland 2022 va a PIOVE di Paolo Strippoli.
Menzione speciale Premio Wonderland – Rai4 TS+FF2022
“LOLA” di Andrew Legge (Regno Unito / Irlanda, 2022)
Motivazione: Un mockumentary che è anche una commedia rock; che è anche un found footage film; che è anche un'ucronia fantascientifica; che è anche una riflessione sulla manipolazione delle informazioni; che è anche, e soprattutto…una salutare, intelligente lezione di cinema critico e…a basso costo. Menzione Speciale Wonderland all'irresistibile LOLA di Andre Legge.
Premio CineLab Spazio Corto
Il premio è organizzato in collaborazione con il DAMS (Discipline delle arti della musica e dello spettacolo), Corso di studi interateneo Università degli Studi di Udine e Università degli Studi di Trieste, ed è riservato al miglior cortometraggio italiano presentato nella sezione Spazio Italia | Spazio Corto. Il premio viene assegnato da una giuria composta dagli studenti Alessandra Nider, Manuel Fincato e Emmanuel Cuccu.
Vincitore Premio CineLab Spazio Corto TS+FF2022
"L'isola dei resuscitati morti" di Domenico Montixi (Italia, 2022)
Motivazione: Risate in sala! Il pubblico pervaso da una sceneggiatura e messa in scena devota all'ironia della cultura pop anni 80. Questo spirito satirico pone in secondo piano la trama, enfatizzando problematiche contemporanee. L'autore condanna l'umanità con un esplosivo fermo immagine.
Sinossi: Anni 70. Una banda di rozzi mercenari capitanati da una provocante quanto ambigua Dottoressa, un indomito giornalista e una ragazza cocciuta, si arrischiano su un’isola tropicale in cerca di un famoso scienziato scomparso.
Menzione Speciale Premio CineLab Spazio Corto TS+FF2022
"Un'ora sola" di Serena Corvaglia, (Italia, 2023)
Motivazione: Chi ha detto che il futuro sia solo un grande schermo nero?
Premio del pubblico
Premio assegnato dal pubblico della 22° edizione del Trieste Science+Fiction Festival.
Vincitore Premio del Pubblico TS+FF2022
“Mad Heidi” di Johannes Hartmann e Sandro Klopfstein (Svizzera, 2022)
La scelta del Fedelissimo
Quale film invece ha più colpito il Vostro Fedelissimo? Sono stati premiati tutti titoli meritevoli, andiamo quindi a scegliere tra quelli che non hanno ricevuto niente.
La mia scelta cade su Night Sky di Jacob Gentry, per la sua semplicità, l’aver tagliato tantissimo (forse anche troppo) solo per arrivare all’osso della questione. Cosa distingue l’umano dall’alieno?
Con questo si conclude il mio reportage, a rivederci il prossimo anno! Raggi Fotonici!
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