E vissero felici e contenti.
Quante volte ci siamo chiesti se dopo questa chiosa ci fosse altro. Nel mondo reale, lo sappiamo, una storia d'amore può proseguire anche in modi non felici. Cosa è successo a Giselle (Amy Adams) e Robert (Patrick Dempsey), protagonisti di Come d'incanto (Enchanted), film del 2007 che mostrava una Principessa delle fiabe che preferiva sposare un uomo comune e vivere nel mondo reale, piuttosto che sposare il Principe Azzurro?
Quindici anni dopo, Giselle e Robert hanno due figli, delle quali la prima è l'adolescente Morgan (Gabriella Baldacchino), in quell'età in cui cominciano i problemi e genitori e figli non sembrano trovare più un dialogo.
Stanchi della vita cittadina, i due coniugi hanno deciso di trasferirsi in provincia, nella cittadina di Monroeville. Oltre ad acuire le tensioni con la figlia, il trasferimento incontra altri problemi. In città fa il bello e il cattivo tempo l'influente Malvina Monroe (Maya Rudolph), che non sembra gradire molto la nuova arrivata, nonostante le moine e i salamelecchi di benvenuto.
Per cercare di risolvere i nuovi problemi Giselle cede alla tentazione di usare la magia. Il risultato però peggiora le cose, sia in famiglia che nell'ambiente circostante. Monroeville infatti diventa un mondo magico, sottoposto però a un incantesimo le cui conseguenze saranno devastanti, al quale la donna dovrà porre rimedio, vincendo il conflitto con l'avversario peggiore: se stessa e le sue insicurezze.
Se Come d'Incanto era la storia di una donna che acquisiva consapevolezza di non avere un ruolo predestinato, Come per disincanto – E vissero infelici e scontenti, diretto da Adam Shankman, è una storia di una famiglia in crisi, che cerca all'esterno le risorse per non sfasciarsi, salvo scoprire che queste le aveva già al suo interno, e doveva solo valorizzarle.
Ad arricchire questa traccia, le musiche Alan Menken e le canzoni con i testi di Stephen Schwartz, balletti, animaletti buffi, commistione tra cartoni animati e live action.
Se la ricetta aveva funzionato per il primo film, in questo seguito perde subito l'appeal, come un motore che stenta ad accendersi, o una miscela che, nonostante una potenziale buona qualità degli ingredienti, non riesce ad amalgamarsi.
Nonostante la lunghezza, molti elementi vengono accennati e non sviluppati, lasciando la sensazione di trovarsi davanti al condensato di una miniserie.
Il campionamento e la citazione del vasto immaginario fiabesco sfruttato da Disney non arricchiscono il progetto, anzi sembrano messi lì più o meno a caso, presi da una lista di "cose da citare". Anche il vago riferimento a Vita da Strega, resta sospeso come in attesa di sviluppi che poi non arrivano.
Last but not least, trovo orribile e per nulla spiritosa l'aggiunta italiana al titolo originale del sottotitolo E vissero infelici e scontenti.
Ho visto Come per Disincanto per ritrovare alcuni vecchi amici, memore di un film che all'epoca sorprese e appassionò. Se lo guarderete con questo spirito perdonerete al film i suoi difetti, lasciandovi incantare di nuovo.
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