- L'eredità dal padre John Romita Sr.
- Parola chiave: realismo
- Tra super eroi e criminali: il rapporto con la mafia e l’Italia
- Metodo di lavoro: digitale o tradizionale?
- Un progetto in arrivo, ma ancora top-secret
John Romita Jr., uno dei più attesi ospiti internazionali di Lucca Comics & Games, non ha bisogno di grandi presentazioni, ma per coloro che non abbiano nemmeno sfogliato un fumetto americano da circa quarant’anni a questa parte basti sapere che si tratta di uno dei più influenti disegnatori di super eroi attuali.
L'eredità dal padre John Romita Sr.
Il fumettista è un figlio d’arte. Il padre John Romita Sr., infatti, ha raggiunto la massima popolarità lavorando per anni su The Amazing Spider-Man, sostituendo il leggendario Steve Ditko e portando un nuovo stile, apprezzatissimo dai fan, tra le pagine dell’Arrampicamuri. Egli è anche il creatore grafico di Punisher insieme Ross Andru e Gerry Conway ai testi, nonché inserito nella Will Eisner Comic Book Hall of Fame, uno dei più importanti riconoscimenti alla carriera fumettistica.
Con queste premesse è inevitabile che John Romita Jr. si sia trovato fin da bambino a contatto con grandissime personalità del fumetto, tra i quali anche Stan Lee e Jack Kirby, tutti maestri che ringrazia con calore e grande stima.
La sua carriera tra eredità e talento
Romita Jr. ha lavorato sulle copertine di Marvel UK, poi è passato a disegnare Iron Man sui testi di David Michelinie, Per poi passare a Spider-Man per il quale crea il personaggio di Hobgoblin insieme a Roger Stern, fino agli X-Men e la collaborazione con Frank Miller su Daredevil con la celebre storia L’uomo senza paura e tantissime altre testate Marvel, tra le quali gli Avengers con Brian Michael Bendis.
Kick-Ass, un eroe poco "super"
Insieme a Mark Millar, con il quale ha già collaborato, ha realizzato anche Kick-Ass, che tratta il tema super eroistico portandolo a un livello molto più realistico, se così possiamo dire. Dove, insomma, i protagonisti pur indossando costumi, le danno e le prendono di santa ragione facendosi realmente molto male. Il realismo di partenza, mischiato alla fantasia senza esagerare né con la sciocchezza né prendendosi troppo sul serio, risulta quindi credibile ed è evidentemente un tema portante in tutta la sua produzione, come si scoprirà nel resto dell’articolo.
Esplorando orizzonti differenti
Ha avuto anche qualche excursus extra-Marvel: su Image Comics con The Gray Area e in DC Comics i suoi impieghi più importanti sono sicuramente quelli con con Geoff Johns su Superman e con Scott Snyder su Batman e Robin.
Parola chiave: realismo
Una delle parole ricorrenti riportate da John Romita Jr. è stata: realismo
. Lui cerca sempre di partire da eventi e persone reali per infondere la massima credibilità possibile alle proprie tavole, anche se si parla di un adolescente mascherato che oscilla tra i palazzi di New York appeso a una ragnatela. Riuscendo a bilanciare bene il realismo e il fantastico, ha affermato, si può ottenere una bella storia. Un’altra abitudine ereditata dal padre, ha raccontato, perché quando capitava che da bambino combinasse qualche guaio in casa e la mamma lo sgridava, il padre riusciva a infilare questo spaccato di vita famigliare in qualche vignetta.
Una coppia imperfetta ma credibile
Per rendere più credibile il rapporto tra Peter Parker e Mary Jane ha ammesso di essersi ispirato qualche volta alle dinamiche di coppia che vede in amici e parenti, incanalandoli nei fumetti. Tutte le mogli che conosce, ha confidato, hanno caratteri molto diversi tra loro, ma combinati insieme creano tutte le sfaccettature della sua Mary Jane.
Dopotutto anche lo stesso Spider-Man in origine è nato come antitesi impacciata ma più pura alla perfezione di Superman; era un adolescente che doveva portare il costume in lavanderia e lì poteva anche restringersi risultando inutilizzabile.
Superman senza poteri
Riguardo Superman ha ricordato del polverone che si è sollevato tra i fan quando, nel periodo in cui ha lavorato in DC Comics, ha fatto perdere i poteri all’eroe di punta della Distinta Concorrenza. In quella storia ha voluto renderlo più reale, rendendolo umano a tutti gli effetti, tanto da portarlo a perdere i sensi per aver bevuto qualche bicchiere di troppo in un bar. Certo, è un’immagine che non si era mai vista prima dall’icona dei super eroi. Come sempre la perdita dei poteri non è stata permanente e dopo poco tempo si è tornati allo status quo, però molti non hanno apprezzato la scelta.
Realtà violenta
Anche per il personaggio del Punitore si è ispirato a un amico che fa il pugile, riconoscendo in lui la fisionomia giusta per il giustiziere fuorilegge.
A proposito di violenza, ha raccontato un aneddoto avvenuto qualche tempo fa, quando lui e i suoi amici si sono ritrovati coinvolti in una brutta rissa e quando un suo amico ha subito un incidente. Sono stati elementi solidi per costruire delle storie.
New York oggi, per Romita, è una città terribile, ricca di criminalità, perfetta per gli eroi. Nella città reale uno Spider-Man non riuscirebbe a farcela mantenendo il proprio modus operandi. I veri eroi, ha riconosciuto il fumettista, sono le persone che davvero si impegnano tra la gente a fare del proprio meglio come i poliziotti e i vigili del fuoco.
Anche due persone cresciute insieme ai suoi genitori sono stati un grande spunto per il suo lavoro. Erano di origine italiana e riconosciuti da tutti come protettori del quartiere
, così ha raccolto molte informazioni attraverso i loro racconti. Ecco come lavora lui: miscela realtà reale e fantasia per ottenere il miglior risultato.
Tra super eroi e criminali: il rapporto con la mafia e l’Italia
Spesso nei fumetti e nel cinema quando si parla di criminali essi sono di stampo mafioso. Lo stereotipo associato agli italiani, però, per John Romita Jr. può offendere una fetta di pubblico enorme. Non solo chi vive in Italia, ma anche tutti coloro che hanno origini italiane, come molti cittadini americani. Infatti ha dato una regola a chi scrive in Marvel, ossia di non usare cognomi italiani per i personaggi legati al mondo della criminalità organizzata. Non si tratta di censura, ma di mantenere un equilibrio. Ritiene che sia offensivo associare la mafia solo agli italiani, perché in questo modo si ottiene l’equazione italiani = cattivi. Non è diverso dalla sensibilità emersa da qualche tempo verso le persone di colore, dove si cerca di non associare più i neri a personaggi esclusivamente malvagi.
Gli piacerebbe lavorare su un fumetto italiano?
Ricordiamo che Romita ha lontane origini italiane, infatti il suo reale nome è John Salvatore Romita e non ha nascosto che avrebbe piacere a lavorare su un progetto italiano, se si riuscisse a mantenere intatto nella traduzione il concetto originale ideato da lui. Questo vale per l’Italia come qualsiasi altro Paese, ha precisato.
Metodo di lavoro: digitale o tradizionale?
Il fumettista ha ammesso di non amare il computer per disegnare. È ancora molto legato alle tecniche tradizionali, perché la carta e la matita gli danno una sensazione di maggior realismo. Non esclude che un giorno il passaggio al digitale potrebbe avvenire, ma per il momento non ne sente la necessità.
Ama molto anche dipingere, perciò non ha nascosto che gli piacerebbe dedicarsi alla pittura se dovesse andare in pensione e liberarsi dalle scadenze incombenti. Non abbandonerebbe comunque il fumetto, ma lo affronterebbe con ritmi più rilassati.
Un progetto in arrivo, ma ancora top-secret
Ci sono dei personaggi da lui creati, appena appena super eroistici
, ma è un progetto sul quale sta lavorando e che arriverà più avanti del quale non può ancora rivelare nulla. Anche per questi si è ispirato alle persone che ha conosciuto durante la propria infanzia e la propria vita, che ha supereroisticizzato
, trovando lo straordinario andando poco oltre la normalità, che con questo metro di misura può già essere considerato super.
L’incontro è volato in un attimo, grazie anche alla disponibilità e pacatezza del fumettista che ha fatto riflettere su quanta base realistica venga infusa nei fumetti, sia per essere sempre attuali e denunciare o affrontare temi importanti per la società, sia per suscitare quel senso di empatia necessario per far immergere il lettore in una storia “lontana” sia nello spazio che nella fantasia. Durante i saluti finali tutti i partecipanti all’incontro gli hanno dedicato un lunghissimo e meritatissimo applauso.
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