Un mondo alternativo, forse il nostro nel futuro, o in una dimensione parallela. Non importa. Gli esseri umani sono persino più piccoli delle formiche, e la loro civiltà è stata afflitta da un morbo letale che ha rischiato di causarne l'estinzione.
Dal morbo però gli esseri formica sono stati salvati dagli esseri montagna, dei giganti la cui esistenza ormai è leggendaria, che hanno fornito ai simili più piccoli la cura e poi sono spariti.
Ma ora il morbo ritorna e il giovane Myco intraprende un viaggio alla ricerca di una cura, perché quella fornita dagli uomini montagna è terminata.
Un viaggio che sarà allo stesso tempo un percorso iniziatico, che farà scoprire a Myco dettagli sul suo mondo e la sua vita che gli erano nascosti, e che lo porterà alla consapevolezza della direzione della sua vita.
Se in apparenza la vicenda di Essere Montagna di Jacopo Starace appare oscillante tra il fanta ecologismo e le storie di formazione di Hayao Miyazaki e Hideo Kojima, è il comparto visivo del volume a presentare gli aspetti maggiormente personale. Un linguaggio dettagliato nella sua sintesi, la cui narratività sta più in ciò che sottrae ma rende percepibile che in quello che si vede.
Le piccole figure dei protagonisti vengono a volte sovrastate dagli spazi enormi in cui si muovono, nei campi lunghi e lunghissimi. Le interazioni tra i personaggi invece si affidano a espressivi campi ravvicinati.
La tavola ha una composizione regolare, basate sulla griglia 3x3 e varianti, con pagine piene nei momenti salienti. Una struttura che scandisce i tempi della lettura come un montaggio ben scandito.
Essere Montagna è una storia con protagonisti ragazzi, per ragazzi, ma i suoi contenuti sono fruibili a tutti, come tutte le buone storie.
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