Il giovane auriga Tuth, scapolo incallito, era stato una celebrità della corsa sui carri dell’antico Egitto ma un forte trauma gli ha reso impossibile tornare a competere. Vive nella città dei morti, un mondo sotterraneo dove trascorrono la loro esistenza eterna un gruppo di mummie, come se l’antica dinastia egiziana non fosse mai finita. Tra gli abitanti della città c’è anche la principessa Nefer costretta dal padre a prendere marito nonostante il suo unico desiderio sia quello di cantare ma le sia severamente proibito. Inoltre non è lei a decidere chi sarà il suo futuro sposo ma la mitica Araba Fenice che però, a causa di un incidente, precipita proprio sulla casa di Turh. Nonostante la reticenza dei due il matrimonio s’ha da fare e l’auriga è costretto a conservare il prezioso anello nuziale prima della cerimonia, e lo perderà farà una fine orribile. L’ambizioso archeologo Lord Carnaby ha però scoperto l’esistenza della città sotterranea e ruba l’anello obbligando Nefer, Turh e suo fratello Sekhem insieme all’inseparabile coccodrillo domestico, a cercarlo fino in Inghilterra.
Mummie – A spasso nel tempo è il classico film di animazione 3D pensato quasi esclusivamente per i più piccoli e privo di un qualsiasi appeal per gli adulti. Mancano le strizzate d’occhio meta cinematografiche, in passato quasi obbligatorie per prodotti di questo tipo, il cui scopo era quello di aiutare i genitori a non annoiarsi troppo, così come non c’è nessun tipo di ricerca grafica o di animazione che non sia al minimo standard. Il regista Juan Jesús García Galocha che in precedenza ha diretto solo altri cartoni animati dello stesso tipo, cerca di portare a casa un prodotto che sia il più chiaro possibile per un pubblico anche di piccolissimi, e ci riesce alla perfezione, dando comunque quel minimo di ritmo necessario alla trama.
È però proprio nella storia che Mummie – A spasso nel tempo mostra di più il fianco, perché non basta far finta di creare un personaggio femminile emancipato se poi le sue scelte sono le stesse che avrebbe fatto una principessa Disney. Nefer viene presentata come una ragazza forte e indipendente, che non vuole sposarsi perché ambisce a realizzare se stessa. Una volta arrivata nel mondo moderno riesce a scalare le classifiche e a diventare una star ma alla fine le si pone una questione: rimanere e fare carriera o tornare a casa con Turh (insicuro e fragile) per cui si è presa una cotta? Non è difficile indovinare quale sia stata la strada scelta dagli sceneggiatori.
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