Nell’anno 1146 l’imperatore convoca una delegazione di ribelli per partecipare a un incontro con il primo ministro Qin Hui ma, poco prima del colloquio, il rappresentante dei Jin viene assassinato e la lettera che portava per l’Imperatore viene trafugata. Zhang Da un soldato semplice e indisciplinato è accusato insieme ad altri di aver partecipato all’attentato ma, grazie a uno stratagemma si fa affidare la missione di ritrovare la lettera entro due ore, altrimenti verrà ucciso senza più appelli. Ad aiutarlo nell’impresa gli viene affiancato Sun Jun, un capitano di basso rango ma ambizioso e disciplinato, disposto a tutto pur di mettersi in bella luce con il ministro Qin Hui. Nonostante la differenza di carattere e d’intenti i due non possono che stringere un’alleanza per rintracciare la lettera e raggiungere i propri obiettivi che, se chiari all’inizio, con il procedere delle indagini acquisiscono contorni sempre meno definiti.
Uscito in sala nel capodanno cinese Full River Red ha già raccolto in patria 664 milioni di dollari di incassi diventando il maggior successo commerciale della carriera di Zhang Yimou. Merito forse di una pellicola che ha saputo mischiare i generi racchiudendo all’interno di un giallo (chi ha la lettera e qual è il suo contenuto?) che usa l’unità aristotelica di tempo, spazio e luogo, anche la commedia nera, il thriller e il film storico. Full River Red inizia presentando il personaggio di Zhang Da interpretato da Shen Teng un comico molto noto in Cina, partendo come una commedia ma, man mano che il film procede il pubblico assiste a improvvisi ribaltamenti di tono. Ogni cambio di scena è intervallato dalla corsa dei personaggi sempre chiusi nella fortezza ma che in essa si muovono incessantemente, e procedono nella ricerca della verità insieme allo spettatore costantemente ancorato al loro punto di vista. La colonna sonora che unisce tonalità rock a temi folkloristici è particolarmente interessante, poiché viene usata per sottolineare il continuo ed esasperato movimento dei protagonisti in un’indagine sempre più complicata, quasi che gli intricati corridoi del palazzo coincidano con il rompicapo da sciogliere. Lo spettatore viene calato in una dimensione esteticamente straordinaria, leggibile grazie ai movimenti di macchina con carrellate e inquadrature che aiutano a ricostruire lo spazio, in cui però solo la guida del regista rende possibile ricostruire un racconto colmo di colpi di scena, che rischiano di essere ridondanti e confusionari.
Zhang Yimou è uno dei registi che maggiormente ha lasciato il segno nel cinema cinese contemporaneo, ed è forse uno dei registi cinesi più noti all’estero. A partire dalle prime pellicole degli anni ottanta capaci di ottenere premi internazionali, passando per la corrente neorealista degli anni novanta, fino ad arrivare ai film wuxia dei duemila, il tema predominante è sempre stato quello del potere e del sacrificio. Gli eroi di Zhang spesso muoiono in nome di un ideale più alto, rappresentato nel caso di Full River Red dalla poesia Il fiume scorre rosso, famoso testo patriottico attribuito al generale Yue Fei. Tradito dai ministri dell'Imperatore che lo accusarono falsamente di infedeltà facendolo condannare a morte, Fei è un modello di lealtà in Cina. Forse per la lontananza culturale Full River Red per un pubblico occidentale perde parecchio dell’aura retorica che rimane in secondo piano rispetto sia alla struttura di un film misurata al millimetro, sia a un discorso sulla corruzione a cui porta il potere.
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