The Flash

Dopo anni di rinvii, ripensamenti e rimaneggiamenti, arriva anche The Flash, di Andy Muschietti, capitolo finale di un universo cinematografico mai completamente sviluppato.

Ispirandosi a un ciclo di storie basate su universi, realtà alternative e viaggi nel tempo, la trama pone Barry Allen (Ezra Miller) davanti a una crisi personale che lo porterà a compiere azioni che porteranno a una crisi delle linee temporali, fino quasi a un cataclisma che lo costringerà a prendere decisioni difficili.

A dare il via agli eventi è il proposito di Barry di redimere il padre, accusato e condannato con l'accusa di aver ucciso la moglie. Barry non ha mai creduto a questa tesi ma sembra trovarsi davanti a un vicolo cieco. Non trovando il modo di scagionare il padre, cerca di sfruttare i suoi poteri per evitare che il delitto venga compiuto, chiunque sia il colpevole.

Come insegnano tutte le storie che si basano sui viaggi nel tempo, ogni alterazione degli eventi però non resta senza conseguenze. Barry lo scoprirà a sue spese, rimanendo intrappolato in una realtà alternativa, a un crocevia di multiversi nel quale troverà singolari compagni di viaggio: un Batman più vecchio di quello da lui conosciuto (Michael Keaton), una versione più giovane di se stesso, una superkryptoniana con lo stesso retaggio di Superman (Sasha Calle).

Insieme, questa insolita squadra si ritroverà ad affrontare il Generale Zod (Michael Shannon), che come visto in Man of Steel, ha l'ossessione della ricerca di Kal-El.

Cosa accadrà è tutto da scoprire, certo è, come insegna il citato più volte nel film Ritorno al Futuro, se salti dal tuo presente nel passato e lo alteri, anche se puoi aver rimesso più o meno a posto le cose, quando ritorni al tuo tempo, non è detto che tutto sia esattamento come lo hai lasciato.

La trama sembra più complicata di quanto non sembri, e convergerà verso momenti topici, passando per gag questa volta spassose, con una sceneggiatura che con solidità mette fine in modo netto al DCEU nato nel 2013 con Man of Steel.

Difficile dire se ci mancherà, visto che in fondo non lo abbiamo mai visto sviluppato per come si proponeva il suo demiurgo Zack Snyder, ma dobbiamo rassegnarci.

È un peccato che uno dei film più solidi di questo progetto sia destinato a esserne la pietra tombale.

La sceneggiatura di Christina Hodson è solida e senza sbavature, con dialoghi efficaci anche nelle technobabble. La recitazione è uno dei punti di forza, con un Ezra Miller che supera in modo convincente la prova di impersonare due versioni dello stesso personaggio, e un Michael Keaton che giganteggia in scena con senso della misura.

Qualche sbavatura, paradossale in un progetto di questo budget, c'è nella resa degli effetti visivi, che a volte sembrano tirati via.

Ma il punto è che tirati i remi in barca, non sembra che questo progetto verrà mandato in sala senza grandi aspettative, considerato che, dai tempi del suo primo annuncio, il pubblico ha avuto il tempo di saturarsi del concetto di Multiverso. Il peccato è che un film che si ispira a vicende che sono antesignane, sia percepito adesso come epigono.

Personalmente spero che, in barba a chi lo ha designato come vittima sacrificale, il film abbia un successo inaspettato, non tanto perché potrebbe riavviare una versione morta del DCEU, ma perché, chiusa in modo definitivo questa fase, potrebbe fare riaffezionare il pubblico a un parco personaggi che da anni aspetta la giusta valorizzazione.

Il consiglio è quello di aspettare fino alla fine dei titoli di coda, per vedere la chiusura definitiva.