Simpatico coming of age in Ruby Gillam – La ragazza con i tentacoli. Un titolo che non evoca l'attitudine da teenager ad abbracciare chicchessia, bensì il retaggio esplicitato dal titolo originale, Ruby Gillman, Teenage Kraken.
Ruby è quindi una creatura mitologica, evocata come male assoluto, terrore dei naviganti? No, nel film di Kirk De Micco è una "normale adolescente", facente parte di una famiglia di kraken che abita a Oceanside, località sulle rive dell'oceano. La cosa curiosa è che tra le mille regole che i genitori impongono alla pargola c'è quella di non avvicinarsi al mare! Una contraddizione in termini che esplode con la stessa veemenza della pubertà, quando il richiamo di amori, feste tra amici, e soprattutto, come di rito nei teenage movie statunitensi, del gran ballo della scuola, la Oceanside High.
Com'è tradizione dei suddetti film, non solo c'è un simpatico compagno di scuola del quale Ruby è segretamente innamorata, ma anche un'antipatica rivale, Chelsea, che altro non è che una sirena, creatura acquatica eterna rivale dei Kraken. Dulcis in fundo, Ruby è al centro di una complicata storia familiare, con una madre (con la voce di Toni Collette in originale) che la vuole mescolata agli umani, contrapposta a una nonna (dalla strepitosa voce di Jane Fonda) il cui desiderio è che la nipote accetti il suo lignaggio regale, come futura regina dei Kraken.
Riuscirà la nostra eroina a decidere quale sarà il suo posto nel mondo, trovando la sua strada, magari diversa da quelle prospettate da altri per lei?
La domanda retorica porta a dire che, senza particolari guizzi di originalità nella gestione della storia o nelle tematiche, Ruby Gillam – La ragazza con i tentacoli ha il pregio di presentare un ribalmento mitologico inedito per questi tempi. O meglio di restituire alla sirene l'aura di malvagità della mitologia greca antica, quando erano degli ibridi umano/aviario, mescolata all'immagine marina che hanno assunto nel medioevo diventando nella vulgata degli ibridi umano/pesce. Continua il solco della rivalutezione delle figure mostruose che la Dreamworks ha iniziato con Shrek, con un film che ha una sua costruzione mitologica molto più ampia e strutturata di quanto non emerga nei 91 agili minuti del film.
Il cartooning è simpatico. Ricorda quasi le creazioni a passo uno della Laika per la sensazione di fisicità che evoca. Le ambientazioni sono suggestive e curate.
La sceneggiatura si estende e si prolunga un po' troppo nelle parti dell'addestramento e dell'esplorazione del lignaggio, mentre sembra andare a salti in più punti, arrivando forse troppo in fretta al momento culminante, lasciandoci l'impressione che qualcosa si sia perso per strada, e che ci sia ancora molto da raccontare.
È probabile quindi che, per non disperdere l'ottimo lavoro di costruzione d'ambiente effettuato, se il film avrà il successo auspicato vedremo altri capitoli della storia della simpatica Ruby, della sua famiglia e dei suoi amici.
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