Ahsoka Tano è uno dei personaggi maggiormente apprezzati dai fan di Star Wars. La sua crescita lungo tutta la serie Clone Wars e la comparsa a sorpresa in Rebels hanno approfondito così tanto la sua personalità da renderla intrigante e ricca di sfaccettature, tanto da garantirle un'accoglienza più che positiva nelle serie in live action The Mandalorian e The Book of Boba Fett, dove Rosario Dawson ha convinto il pubblico interpretando la Torguta.
L'attrice riprende il proprio ruolo anche in questa omonima serie e da quello che abbiamo visto nei primi due episodi probabilmente non sarà protagonista assoluta, bensì condividerà lo schermo con Sabine Wren (Natasha Liu Bordizzo), una mandaloriana dalla spiccata vena artistica che ha partecipato a molte missioni insieme alle prime cellule ribelli che abbiamo imparato a conoscere in Star Wars Rebels.
È stato un enorme piacere vedere il pianeta Lothal e tutte le guglie bianche di Capital City finalmente "reali", così come l'adorabile Loth-gatto che fa compagnia a Sabine. Un modo per vendere più pupazzetti e peluche esattamente come Grogu? Probabilmente sì, ma va bene anche così. Dopotutto gran parte del successo di Guerre Stellari originale era dovuto anche dal merchandising.
Anche l'assurda autostrada di collegamento tra la torre di comunicazione e la città resta lì dov'era in Rebels, necessaria solo per fini narrativi. La fedeltà verso il materiale di origine, per quanto inutile per praticità, è assoluta, così da far sentire a casa gli appassionati. E va benissimo così. Oltre quarant'anni di avventure nella galassia lontana lontana hanno allenato la sospensione dell'incredulità.
Dove eravamo rimasti?
Per farla breve e senza spoiler, nel finale di Star Wars Rebels il protagonista Ezra Bridger usa uno stratagemma non convenzionale per fermare l'astuto e pericoloso Grand'Ammiraglio imperiale Thrawn, proiettando entrambi in un luogo lontanissimo attraverso l'iperspazio. Nessuno tra i ribelli conosce la destinazione né se i due siano sopravvissuti.
Torna anche il capitano della nave ribelle Spettro, Hera Syndulla, interpretata da Mary Elizabeth Winstead, che nel frattempo ha fatto carriera e adesso è un generale della Nuova Repubblica. Non mancheranno anche Ezra Bridger (Eman Esfandi) e Thrawn (Lars Mikkelsen), ma demando alla visione degli episodi la loro introduzione nella storia.
Come visto nel trailer, però, non si può negare un passaggio particolarmente emotivo di fronte al murale disegnato da Sabine alla fine della serie animata che ritrae tutto l'equipaggio dell'astronave Spettro.
Non è possibile ignorare Rebels perché le premesse di Ahsoka sono connesse direttamente col finale della serie animata. Tuttavia già da questi primi episodi è possibile intuire cosa sia successo, perciò voglio essere fiducioso e sperare che tutti gli indizi buttati qua e là non obblighino il recupero di Rebels, anche se lo consiglio caldamente. Il problema è il diverso pubblico di riferimento. Per quanto Rebels sia una serie eccezionale e imprescindibile per gli appassionati, si rivolge principalmente a ragazzini. Gli adulti che hanno sempre seguito soltanto i film e ora anche le serie in live action potrebbero ritrovarsi un po' spiazzati da alcuni momenti in cui vengono accennati personaggi dando per scontato che lo spettatore sappia già di chi si stia parlando.
Maestri e apprendisti
Se i non appassionatissimi possono trovarsi leggermente spaesati, dovranno condividere il piacere della scoperta anche con coloro che vivono quotidianamente di pane e Star Wars. Infatti i personaggi che troviamo sono sì una parte dell'equipaggio di Rebels che già conosciamo, ma la storia inizia diversi anni dopo la conclusione della serie e molte cose sono cambiate nel frattempo, tra cui il rapporto maestra/apprendista instaurato tra Ahsoka e Sabine.
Master and Apprentiece è proprio il titolo del primo episodio, che mette a confronto le due protagoniste dal rapporto burrascoso con un'altra coppia evoluta dalla "regola dei due": un maestro e un'apprendista utilizzatori della Forza nerovestiti, che si comportano da Sith, ma che molto probabilmente non hanno nulla a che fare non le nemesi dei Jedi.
Da una parte abbiamo Ahsoka che segue la via dei Jedi ma ha abbandonato l'Ordine, incapace di lasciarsi alle spalle l'ombra di Anakin/Darth Vader che è stato in precedenza suo maestro, e dall'altra un non-Jedi e probabilmente non-proprio-Sith e la sua apprendista. Il confronto tra questi lati opposti della medaglia, ma senza divisioni nette, se ben sviluppato potrebbe condurre a risvolti veramente interessanti. Soprattutto considerando il periodo storico in cui si svolge la vicenda: una fase dove ormai la Nuova Repubblica si è imposta sull'Impero e sembra essersi stabilizzata, ma non sempre è facile trovare la giusta linea di confine tra lealtà e convenienza personale.
Perché è utile questa serie
Ho già sostenuto che il ruolo di Jon Favreau e Dave Filoni su queste serie sia prima di tutto quello di Game Master e solo successivamente produttori e registi. Proprio come in un enorme gioco di ruolo prendono gli elementi dalla bibbia di Star Wars e creano le loro storie.
The Book of Boba Fett: Un grande gdr sotto l’elmo mandaloriano
Qualche impressione personale sulle serie tv in live action di Star Wars. Un’occasione per i produttori di approfondire meglio alcuni aspetti che non possono essere trattati nella frenesia dei lungometraggi.
LeggiCon la prima stagione di The Mandalorian e buona parte di The Book of Boba Fett questa sensazione era maggiormente percepita. Anche in questa occasione, sebbene sia sempre un tassello di un grande puzzle galattico, si vede che Filoni tiene profondamente al personaggio di Ahsoka, che ha contribuito a far crescere in tutte le incarnazioni, e si diverte a giocare con tutti i personaggi. Non sembra solo una sceneggiatura scritta da un mestierante, bensì un racconto appassionato di qualcuno che desidera raccontare qualcosa in più di quei personaggi abbandonati alla fine di Rebels. Entrambi gli episodi, infatti, sono scritti da Filoni, il primo lo ha anche diretto.
In questi primi episodi si alternano frenetici combattimenti con esplorazione e indagini, nonché importanti sviluppi nei rapporti tra i personaggi sia tra i protagonisti che tra gli avversari, un mix che finora ho trovato sviluppato in modo così raffinato solo nelle serie animate.
Sotto il velo della nostalgia per una serie animata che reputo essenziale per il mondo di Star Wars ho notato un paio di cose che potrebbero sembrare delle forzature per far ambientare anche coloro che non hanno mai visto alcuna serie animata. Il minimo indispensabile per inquadrare i rapporti tra i personaggi storici, un po' ingenuamente, è presente. Di sicuro parte avvantaggiato chi ha già vissuto le avventure dell'equipaggio dello Spettro. Certo, attualmente si trova tutto su Disney+, ma ricordando il pubblico di riferimento di Rebels non credo che tutti gli adulti abbiano tempo e pazienza per guardare quattro stagioni di un'altra serie per capire questa. Per praticità sulla piattaforma nella sezione Star Wars è presente una playlist dedicata a tutti gli episodi più importanti dove compare Ahsoka tratti da tutte le serie finora prodotte.
Mi auguro sinceramente che tutte le questioni lasciate volutamente in sospeso vengano colmate nei prossimi episodi perché Ahsoka ha il potenziale per raccontare qualcosa di davvero straordinario e diverso dal solito.
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