Può un gamer diventare un pilota da corsa professionista? È quello che è veramente accaduto al giovane Jann Mardenborough, vincitore del contest promozionale Nissan PlayStation GT Academy, basato sul simulatore di guida Gran Turismo, organizzato dalla casa automobilistica giapponese a scopo promozionale.
Gran Turismo: La storia di un sogno impossibile, diretto da Neill Blomkamp (District 9, Elysium) racconta la vicenda di Mardenborough in modo romanzato, costruendo un classico plot basato sul viaggio dell'eroe, nel quale l'ex viene inserita una figura di mentore, il fittizio ex pilota Jack Salter (David Harbour), ingegnere di pista inizialmente scettico del progetto, ingaggiato e convinto da uno spregiudicato commerciale della Nissan, anch'esso di fantasia, interpretato da Orlando Bloom.
Se inizialmente si può pensare al film come a uno spot pubblicitario per il simulatore ideato da Kazunori Yamauchi (che ricopre il ruolo di se stesso nel film) giunto alla settima versione, in realtà è difficile pensare che sia il film a promuovere il gioco, un vero best seller del settore, venduto in oltre 90 milioni di pezzi nei venticinque anni trascorsi dalla sua prima uscita, del 1997. Bensì è più probabile che Sony cerchi, come la Nissan ha cercato di guadagnare nuovi clienti per le sue auto con il contest, di attirare i sim racer verso le sale cinematografiche e magari anche verso gli sport motoristici della FIA.
Il titolo ha le caratteristiche per essere, a prescindere dalla provenienza del titolo, un buon film sportivo per appassionati di corse e di grande pubblico, con scene in pista ben ritmate, con una sceneggiatura che ben delinea i rapporti tra i personaggi e l'arco narrativo di crescita del suo protagonista, interpretato da un credibile Archie Madekwe.
Suggestive sono inoltre le location, circuiti ricchi di prestigio come il Nürburgring e Le Mans, amatissimi dagli appassionati di corse.
Nonostante una lunghezza forse eccessiva per la semplicità del plot, il film scorre velocemente e non annoia.
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