Le cronache dell’acero e del ciliegio formano una tetralogia ambientata nel Giappone del XVII secolo. Protagonisti sono Ichirō, giovane samurai, e la misteriosa Hiinahime, una sconosciuta che si nasconde dietro una maschera del Nō. Il primo tomo, intitolato La maschera del Nō, ripercorre la vita di Ichirō dall’infanzia all’adolescenza. Ha seguito il secondo volume, La Spada dei Sanada, e in occasione dell'uscita del terzo tomo della serie, L'ombra dello Shogun, la scrittrice Camille Monceaux è stata ospite a Lucca Comics & Games 2023 per L'Ippocampo.
In un incontro alla camera di commercio di Lucca del 1° Novembre, abbiamo avuto modo di porgli le nostre domande riguardo alla serie e a come e perché ha deciso di scriverla.
In questo libro cambia il punto di vista della narrazione: come è stato affrontare un pov diverso?
Cambiare punto di vista in questo volume è sempre stato il mio piano, fin dall'inizio, anche se ammetto che avevo un po' paura della reazione del pubblico, dato che i primi volumi erano tutti narrati dal punto di vista di Ichirō. Ma il mio scopo è sempre stato scrivere questa storia per me stessa prima che per gli altri.
All'inizio non è stato facile, non sapevo cosa pensasse davvero Hiinahime, ho dovuto riprendere tutti i romanzi dal principio per mantenere lo stesso stile ma dar vita a una voce del tutto diversa da quella di Ichirō. Ovviamente, anche le reazioni dei due personaggi sono diverse. Per esempio, Ichirō è un personaggio che arrossisce molto, quindi ho fatto un lavoro di ricerca, una vera e propria statistica possiamo dire, per vedere quante volte Ichirō arrossiva nei libri precedenti e mantenere le sue stesse reazioni, anche se viste dal punto di vista di Hiinahime. Questo perché non ho mai voluto che tale personaggio fosse uno stereotipo.
Come nasce la storia di Ichirō e perché la scelta di ambientarla in Giappone?
Fin dalle scuole mi sono innamorata del Giappone, prima leggendo manga, poi, mentre studiavo storia all'università, approfondendo la storia di quel paese. Dunque ho poi deciso di andare a vivere in Giappone. Insomma, dal mio background culturale, amavo la storia, la letteratura, il Giappone, e volevo fare la scrittrice: ecco da qui sono nate le Cronache. Insomma, volevo scrivere un romanzo storico che rispettasse la cultura del Giappone.
Riguardo a come mi è venuta l'idea dei personaggi, da bambina ho visto il film La Maschera di Ferro di Leonardo di Caprio. Una storia vera, avvenuta durante il regno di Luigi XIV, in cui un uomo è stato rinchiuso in prigione per 20 anni, e ancora non si sa davvero il perché. Questa storia mi ha spezzato il cuore e allo stesso tempo affascinata. Mi sono chiesta cosa abbia pensato quel poveretto dietro la maschera in tutti quegli anni. Questa storia mi è rimasta dentro e, quando nel 2017 sono tornata in Francia, e mi mancava il Giappone, ho deciso di scrivere le Cronache: il primo personaggio che mi è venuto in mente non è stato Ichirō, bensì Hiinahime, la ragazza con la maschera, che viveva chiusa nel palazzo proprio come nel film di Di Caprio. Poi ho pensato che sarebbe stato più interessante descrivere la storia di questa ragazza all'inizio tramite un altro punto di vista, quello di Ichirō appunto. La maschera stessa è una metafora, rappresenta la separazione tra la ragazza e il mondo, in quanto nel romanzo tutti i personaggi affrontano il tema dell'identità, intesa come nome, ceto sociale… ma davvero tutto ciò definisce ciò che sei e il tuo destino?
Altro aspetto importante che volevo affrontare è quello del teatro. La gente forse, quando si parla di samurai, si aspetta combattimenti e azione, invece nelle Cronache una parte rilevante è svolta del teatro: c'è chi combatte con la spada e chi con l'arte.
Nel terzo libro della saga, L'Ombra dello Shogun, la maschera avrà un ruolo molto importante. Senza fare spoiler, vi dico che ci sarà un nuovo personaggio, sordo, e quindi la comunicazione con Hiinahime attraverso la maschera sarà difficile.
Hai mai pensato di trasformare il tuo libro in un'opera teatrale?
Sarebbe interessante adattarlo nella forma del teatro giapponese per ragazzi e ragazze. Magari non tutto il libro, ma almeno alcune parti, mi intrigherebbe molto.
Hai già iniziato a scrivere l'ultimo romanzo di questa tetralogia? Cosa devono aspettarsi i lettori?
Già nel terzo libro c'è stato questo grande cambiamento di prospettiva, e ciò può essere una piacevole sorpresa o frustrante per i lettori. Aumenterò il punto di vista femminista. Inserirà vai personaggi, di diverso stato sociale, con varie personalità.
Ho molte ricerche da fare e poco tempo per scrivere, date le pressioni dell'editore. Comunque anno scorso mi sono rotta la caviglia e questo mi ha portato a cambiare un po' prospettiva: non devo pensare a ciò che vogliono fan o editore, ma a scrivere qualcosa in cui credo davvero.
Qual è il ruolo dei personaggi femminili nelle Cronache?
All'inizio della storia non credevo che Hiinahime fosse una ragazza forte. Certo, non era debole, ma volevo evitare alcuni stereotipi tipici della letteratura young-adulto. Cioè, amo i romanzi young-adult, ma spesso le protagoniste sono ragazze forti fin da subito, che sembrano quasi uomini. Ecco anche perché ho dipito Ichiro come un ragazzo gentile, che non ama la violenza.
E poi, non mi piacciono i personaggi femminili che non hanno amiche femmine, come accade spesso in letteratura, mentre invece i personaggi maschi sono pieni sempre di amici, basti pensare a Harry Potter e Ron, a Frodo e Sam. Secondo me l'amicizia tra donne è molto importante e ho appunto intrapreso una battaglia personale per creare nelle Cronache una vera amicizia tra due ragazze.
A volte è difficile, perché siamo imprigionati negli stereotipi, anche se una persona è femminista c'è una sorta di misoginia internalizzata come l'odio per le altre donne e l'idea che i maschi siano più forti. Volevo quindi esplorare la nozione di violenza, intesa come violenza fisica e non, e porre la domanda: la fragilità può essere una forza? E ancora: può la forza fisica essere legittima?
Leggi anche fumetti francesi? Se sì, in che modo ti hanno ispirata? E come interpreti il ruolo della donna in questi fumetti?
Anche nei manga ci sono stereotipi sessisiti, e nei fumetti francesi c'è una lunga tradizione di visione sessualizzata della donna. Per questo ho protestato anche lo scorso anno al Festival di Angouleme. Il mese scorso ho anche pubblicato un libro per combattere questa tradizione dello stereotipo di genere. Prendiamo un manga famoso come Demon Slayer: nell'adattamento anime le donne sono in pratica completamente inutili. Quando ero in Giappone sono stata ospite di una famiglia e la bambina leggeva Demon Slayer e diceva: "Non vedo l'ora di avere un seno così grande!". Come si fa a combattere tutto ciò?
Riguardo a questo, amo il Giappone, ma tale amore non mi fa dimenticare che questo paese è l'unico del G7 che non riconosce il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Anche lì, insomma, hanno i loro problemi…
Oltre alla cultura giapponese, cosa hai portato di Bordeaux nei tuoi romanzi?
Non so se ho portato molto di Bordeax nelle Cronache, ma di sicuro l'importanza e l'amore per il mare. Purtroppo non producevano vino in Giappone a quel tempo…
E ci siamo salutati con la promessa di Camille che, al prossimo Salone del Libro di Torino, dedicherà un po' di tempo a visitare il forte di Exilles, dove si dice che sia stato detenuto l'uomo della Maschera di Ferro!
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