- Una carrellata di film e cortometraggi
- Bonus: film non proprio fantasy, ma degni di nota
- Tirando le somme
La prima fase del Future Film Festival si è tenuta a Bologna dal 15 al 19 novembre, ora vi aspetta la seconda tappa a Modena dal 24 al 26 novembre presso il Cinema Astra.
Il sottotitolo della ventitreesima edizione del festival è Be kind, remake! e secondo gli organizzatori il futuro non è poi così lontano, anzi, probabilmente siamo già dentro a cambiamenti epocali e, come sempre, l’arte ci aiuta ad interpretare e ad entrare nel nostro presente.
Gli obiettivi della manifestazione è quella di raggiungere le nuove frontiere tecnologiche e ideologiche attraverso il cinema d’animazione, che allarga le sue braccia oggi come non mai: dall’intelligenza artificiale alla sala, dal gaming alla serialità, dall’indie al main stream, dal cortometraggio alla realtà virtuale e aumentata. Il Future Film Festival nel 2023 vuole dare conto di ogni sfaccettatura di questo affascinante e complesso mondo, senza tralasciare gli scenari che afferiscono ai luoghi presenti e futuri dove si fruiscono i contenuti.
Qui tutte le informazioni approfondite sui temi e le finalità del festival:
Future Film Festival 2023: animazione, cinema sweded e intelligenza artificiale si intrecciano
La principale manifestazione italiana dedicata all’animazione, agli effetti visivi e alle media arts si contamina con le realtà creative A Bologna (15-19 novembre) e a Modena (24-26 novembre), inoltre intesse relazioni a maglia larga e si proietta nel mondo del cinema fatto in casa con Future Pitch inviando le candidature entro il 18 ottobre.
LeggiIl nostro reportage dell'edizione 2022:
Girando per il Future Film Festival
Fantasy Magazine, tra i media partner del Festival del cinema d'animazione. Un breve resoconto a caldo dei due giorni della nostra presenza, riservandoci di entrare nel dettaglio con altri approfondimenti.
LeggiIn scena il Retrofuturo al Future Film Festival: La reunion Simulmondo
Il pomeriggio sul Retrogaming a Future Film Festival, ricordando la mitica software house bolognese.
LeggiUna carrellata di film e cortometraggi
Quest'anno non siamo riusciti a partecipare fisicamente al festival, così non possiamo riportare di prima mano tutti gli interessanti interventi, open stage e workshop che sono stati organizzati. Ciò nonostante abbiamo ricevuto la lista dei cortomentraggi e dei film che sono stati proiettati, così da essere almeno virtualmente presenti. Di seguito trovate una selezione di quelli che abbiamo ritenuto più idonei alla nostra testata.
Fischia il vento
Alessandro Dordoni – Italia
Cominciamo con un corto non esttamente fantasy. Bell’inizio mi direte. Ma questo film ha molto a che vedere con il nostro genere preferito, nonostante tratti una storia profondamente (e dolorosamente) reale, ha un fondamento di epica. Racconta infatti la battaglia di Monticello avvenuta il 16 aprile del 1945, quando un manipolo di partigiani, guidati dal comandate Lino Vescovi soprannominato Il valoroso tengono testa e spingono alla fuga oltre quattrocento soldati nazisti. I disegni sono semplici e “sporchi”, ma questo aiuta a rendere lo spettatore più partecipativo nella vicenda. Si conclude con un breve documentario dove i sopravvissuti tornano sul luogo degli scontri e rievocano in prima persona la dinamica della battaglia.
Planet B
Franziska Bayer – Germania
Planet B, che suona anche come Piano B è la visione di un terribile futuro in cui l’umanità dovrà abbandonare la Terra a causa dei cambiamenti climatici, ma qualcosa va storto. Nonostante tutto rimane comunque una piccola speranza. Il ritmo è serrato e la messa in scena è un misto tra 3D ed effetto dipinto con tonalità sporche, perfetto per raccontare questo tipo di storie perché dove c’è da evidenziare la presenza di tecnologia e soprattutto di vita naturale il colore emerge con grande efficacia.
THE BLACK reCAT
Paolo Gaudio – Italia
Paolo Gaudio è riuscito a riassumere in tre minuti il racconto Il gatto nero di Edgar Allan Poe, concentrandosi sulla fase finale, ma suggerendo i principali passaggi che hanno portato a quell’epilogo attraverso escamotage come i riflessi nell’acqua e le suggestioni del protagonista, ritratto con le fattezze di Poe stesso. La tecnica del passo uno si adatta benissimo a questo tipo di racconto, forse abituati anche dai film di Tim Burton, capace di creare un’atmosfera sinistra nonostante al primo sguardo possa sembrare carina.
Tsim Sha Tsui Station
Neil Law – Gran Bretagna
Una breve storiella sovrannaturale in animazione tradizionale dove una bimba alla fermata della metropolitana si ritrova misteriosamente catapultata in una dimensione dove l’ambiente è sempre lo stesso, ma sono sparite tutte le persone. Segue un misterioso gatto lungo le gallerie fino a un incontro inquietante. Il finale lascia quel misto di brivido e sorpresa, in linea con il target di Piccoli brividi.
Nana’s Secret Garden
Namiko Ishidate – Giappone
Le emozioni sono suscitate dal colore, un linguaggio universale. Sono poco saturi nella prima parte quando è triste prendono il posto di tonalità sgargianti e ricche di vita quando scopre il giardino segreto. La canzone che cresce di intensità man mano che la bimba passa il tempo nel giardino è incomprensibile per chi non conosca il giapponese, ma come tutte le altre lingue universali la musica riesce a smuovere le emozioni degli spettatori, raccontando una storia sui delicati rapporti famigliari e i bisogni dei bambini di essere accolti e amati.
Siostra (Sister)
Kasia K. Pierog – Polonia
Due sorelle volano a bordo di un gigantesco aeroplanino di carta, scarabocchiato come solo i bambini sanno fare. Vogliono raggiungere un grande albero tra i cieli sconfinati.Con uno stile a metà tra il disegno e il collage (realizzato però in digitale) racconta una storia in bianco, nero e seppia che comunica attraverso dettagli maggiormente colorati il viaggio verso la crescita del rapporto tra due sorelle di età diverse. Il concetto di legame è molto marcato: la cucitura di un’ala rotta, le trecce che la sorella maggiore fa alla minore, i capelli che diventano a loro volta uno spago, e via così. Questo è un po’ più lungo della media, dura undici minuti, ma sono tutti necessari per arrivare gradualmente al commovente finale.
Witchfairy
Cedric Igodt, David Van de Weyer – Belgio
In un mondo tutto rosa popolato da fatine, la protagonista vuole andarsene dal noioso castello pastelloso tra le nuvole. Fugge e finisce in un bosco stregato dove può vivere nuove emozioni. Sebbene lo stile sia originale, con pennellate dipinte su modelli 3D, a volte certe espressioni risultano un po’ inquietanti, poiché assomigliano a bamboline di porcellana animate. La trama anticonformista, però, è ben sfruttata grazie al curioso dualismo tra fata e strega, due figure che nella tradizione delle favole popolari sono poli opposti della magia. Un po’ come il drago Grisù che voleva fare il pompiere. C’è la stessa dose di umorismo e situazioni divertenti.
Pink Noise
Ulysse Lefort, Martin Wiklund, Arthur Lemaître – Francia
Segnalo questo esperimento lisergico che è più un esercizio di stile che un racconto vero e proprio, perché nasce dall’unione tra disegno tradizionale e intelligenza artificiale. Attraverso la fusione di scene che si connettono l’una all’altra in un’esplosione di forme e colori i registi vogliono offrire un'interpretazione simbolica e poetica della vita che cresce nel grembo di una futura madre.
CHROMO
Minhaz Mehedi – Bangladesh
Un simpatico robottino esplora una città post-apocalittica deserta e ricoperta di erbacce, segno che probabilmente una catastrofe si è abbattuta sull’umanità. Si diverte con gli oggetti che trova in giro e li elabora con creatività. Un bel cortometraggio realizzato con il programma 3D open source Blender.
Grogh. Storia di un castoro
Un cortometraggio in stop motion tratto dall'omonimo romanzo del maestro Alberto Manzi, celebre soprattutto per aver insegnato a leggere e a scrivere attraverso la TV a tante persone analfabete negli anni Sessanta grazie al programma di successo Non è mai troppo tardi. La fiaba è adatta per sensibilizzare i bambini sui temi della natura e li mette di fronte alla responsabilità dell’umanità verso i mali che le stiamo infliggendo.
Holy men
David Lovric – Croazia
Per certi versi in alcune scene sembra quasi un’avventura grafica indie per computer. I contorni a matita grezza suggeriscono genuinità del disegno, ma anche sporcano, in senso positivo, il tratto, uniformandosi così alla palette cromatica scelta, sulle tonalità della sabbia e del deserto, conferendo all’atmosfera una distopica sensazione di mistero.
Hole of dreams
Siyu Huang – Cina
Senza doppiaggio con una leggera musica di sottofondo, i dialoghi vengono mostrati attraverso testi su schermate fisse, come si faceva una volta. Un modo semplice e originale per omaggiare la storia del cinema muto ed essere allo stesso tempo compresi anche internazionalmente. Riporto la sinossi, perché è perfetta per descrivere il corto: C’era una volta un pianeta pieno di buchi, dove gli elfi potevano scambiarsi i sogni. Il loro mondo divenne colorato grazie allo scambio di sogni. Tuttavia, il protagonista era l'unico che non aveva amici con cui sognare. Un giorno, vide se stesso da bambino…
Eternal 831
Kenji Kamiyama – Giappone
Come un novello Hiro Nakamura da Heroes, Suzushiro ha sviluppato l’abilità di fermare il tempo. Si manifesta solo quando è in condizioni di rabbia particolarmente intensa, ma col tempo imparerà a controllarla. Inizia a sfruttare questo potere per piccole facilitazioni nel proprio lavoro di consegna di giornali porta a porta e si sente anche giustificato nell’usarlo perché spesso i clienti con i quali ha a che fare non sono proprio il massimo dell’affabilità. Il gioco è divertente finché non scopre che anche altre persone sono in grado di manipolare il tempo allo stesso modo e che questa capacità è molto pericolosa, perché fa gola a certe persone dalle quali sarebbe meglio tenersi alla larga.
Il film esplora i temi della responsabilità vissuta tramite gli occhi di un adolescente che ha sulle spalle il peso di una colpa troppo grande da sopportare.
Il film è prodotto dallo studio Craftar, lo stesso che ha realizzato Ingress the animation, tratto dal popolare videogioco per smartphone di Niantic che ha gettato le basi per Pokémon Go. Sono ormai molti anni che il giappone sperimenta la tecnica mista di unire il classico disegno anime su modelli tridimensionali. Inizialmente il risultato non era eccellente, si veda Appleseed, che è invecchiato maluccio e lo sostiene l’ottima regia e la storia affascinante. Negli anni sono riusciti a rifinire e assottigliare l’effetto straniante dei “pupazzi” animati disegnati come cartoni e il risultato finalmente risulta molto convincente. La trama è tutt’altro che scontata, con momenti emozionanti, anche se non raggiunge i livelli di intensità di una qualsiasi pellicola di Makoto Shinkai, probabilmente perché è un film destinato all’home video e non al grande schermo. Lo paragono a questo regista perché i temi potrebbero essere vicini al suo stile: un’avventura sovrannaturale dove i protagonisti adolescenti vengono in contatto con un grande potere potenzialmente pericoloso per moltissime persone. Resta comunque una bella esperienza, che spero trovi posto anche in Italia su qualche piattaforma digitale.
The Concierge at Hokkyoku Department Store
Yoshimi Itazu – Giappone
Per questo film faccio riferimento a una recensione dedicata perché merita un approfondimento particolare. Tra tutti i quelli che sono riuscito a vedere, The Concierge mi ha colpito maggiormente per la sua capacità di parlare a un pubblico variegato di tutte le età.
The Concierge
Un'adorabile storia fantastica che racconta le vicende di una concierge alle prime armi che dovrà aiutare negli acquisti una clientela molto particolare: gli animali, in un ambiente raffinato ed elegante. Una bella riflessione anche sul rapporto tra umanità e natura.
LeggiBonus: film non proprio fantasy, ma degni di nota
Komada: A Whisky Family
Masayuki Yoshihara – Giappone
Nonostante la mancanza di elementi fantastici ho scelto di includere anche questo anime nella selezione nonostante sia uno Slice of life. Questo genere si distingue per raccontare storie di vita quotidiana senza ambizioni epiche o comiche, pur presentando conflitti e umorismo.
L'ho incluso perché mi ha incuriosito molto il tema: la vicenda segue Ruy, una ragazza che prende in mano l'attività familiare di produzione di whisky per riportarla in auge. Per far parlare dell'azienda che ha ripreso dopo tanti anni a distillare un whisky molto particolare si avvale dell'aiuto di Kotaro, un giornalista ancora inesperto di una testata online.
Ciò che ha catturato la mia attenzione è il modo in cui l'anime riesce a trasformare un argomento apparentemente noioso in una storia avvincente. Dietro la facciata della produzione di whisky si nascondono vicende familiari intense, una profonda connessione con la tradizione della distillazione e l'approccio fresco e giovane di Ruy al suo lavoro. Un elemento interessante è l'abitudine nel mondo del whisky di tenere un "quaderno dei gusti" per registrare i cambiamenti nella formula di preparazione. Invece di seguire la consueta tabella di dati, Ruy disegna personaggi tratti da un manga che ama, cercando di evocare le sensazioni che i gusti del whisky le suscitano. Si scopre così che ha avuto una preparazione artistica, ma avviene nell'imbarazzo totale perché i quaderni erano segreti e vengono scoperti dall'ingenuo Kotaro, che più di una volta dovrà fare ammenda dei propri errori, ma è un modo per imparare a svolgere bene il proprio mestiere. In definitiva questo anime si distingue per la sua capacità di trasformare un contesto apparentemente ordinario in un'esperienza coinvolgente.
End of Summer
Tara Attarzadeh – Iran
La vita scorre serena per una piccola sognatrice, che con la forza dell’immaginazione riesce a volare sulla città. Un colpo al cuore, che fa riflettere su quanto sia spaventoso vivere in certi luoghi del mondo, sul finale.
Tirando le somme
L'occasione di guardare così tanti prodotti provenienti da tutto il mondo mi ha permesso i scoprire tantissimi stilli registici e tecnici che rispecchiano la sensibilità della cultura di provenienza. Senz'altro festival di questo genere sono in grado di offrire realmente uno sguardo sul mondo e sono certo che anche tutti gli incontri e i workshop che si sono tenuti in loco sono stati degni di nota. Un'occasione sicuramente da non perdere nei prossimi anni.
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