Letteralmente l’Onmyodo è la Via dello Yin e dello Yang, una fusione fra un concetto di dualità nato nella filosofia cinese e importato in Giappone fra il V e il VI secolo d.C. e le teorie che indagano l’influenza dei cinque elementi (legno, terra, acqua, fuoco e metallo) nella nostra realtà. Un Onmyoji quindi è colui che agisce secondo principi differenti, amalgamati dal sincretismo giapponese e ulteriormente arricchiti da elementi assorbiti dal buddismo, dal taoismo e dal confucianesimo. Una figura per molti aspetti misteriosa, nella quale è difficile tracciare una distinzione fra spiritualità e tecnica, capire se ricopra un ruolo religioso come nel caso dei sacerdoti e dei danzatori Shinto o se la loro sia semplicemente una forma d’arte di manipolazione della realtà. Ciò che è certo è che l’Onmyoji studia la natura e i fenomeni celesti, e che tramite la conoscenza dell’astronomia crea calendari, fissa le date delle feste e calcola il tempo, arrivando in una certa misura a controllarlo. È in quest’ambito che rientra la scansione dei giorni in fausti e infausti, con una serie di prescrizioni che spiegano come comportarsi nelle principali circostanze, passando da questioni che riguardano il singolo individuo come l’indicazione del momento in cui è più opportuno intraprendere un viaggio o che tipo di percorso seguire, a decisioni vitali per l’intera corte imperiale. Dopo che il ruolo degli Onmyoji è stato istituzionalizzato dal codice Taiho nel 701, che li ha inclusi fra funzionari della corte imperiale, l’indicazione della località più propizia per spostare la capitale a seguito di un periodo particolarmente lungo di eventi funesti è diventato uno dei loro compiti. Altre attività riguardavano la divinazione e le predizioni del futuro, comprese la previsione delle carestie o dei terremoti, e compiti più concreti come l’effettuazione di magie ed esorcismi per tenere a bada le forze malvagie che avrebbero potuto danneggiare gli esseri umani, causando dolore fisico e morte.

Abe no Seimei in un'immagine del XIX secolo
Abe no Seimei in un'immagine del XIX secolo

A decretare la sparizione degli Onmyoji è stata la Restaurazione Meiji di fine ‘800, con la messa al bando di tutte le attività che avevano a che fare con la divinazione e con l’occulto. Spariti i praticanti, è rimasta la loro leggenda, tramandata tanto da opere letterarie quanto da racconti popolari. Anche in figure negative, come l’antagonista di La volpe, il monaco e il gioco dei sogni, un racconto del Reverendo B.W. Ashton che ha ispirato Neil Gaiman per il suo Cacciatori di sogni, romanzo legato all’universo di Sandman. L’opera, illustrata da Yoshitaka Amano, narra le avventure di una kitsune, uno spirito che normalmente ha le sembianze di una volpe ma che può assumere l’aspetto di una bellissima donna. La kitsune di Gaiman per amore decide di affrontare un Onmyoji potente ma accecato da una paura così grande da spingerlo verso il lato più oscuro dei suoi poteri. E una volpe svolge un ruolo fondamentale anche nella storia di colui che è il più famoso degli Onmyoji: Abe no Seimei.

La vita di Seimei è intrisa di magia fin dalla nascita. Suo padre, Abe no Yasuna, aveva salvato una kitsune da alcuni cacciatori. Alcuni mesi più tardi aveva sposato la bellissima Kuzunoha, e dalla loro unione era nato Abe no Seimei. Tre anni più tardi la donna era scappata, lasciando al marito un biglietto nel quale ricordava l’episodio in cui lui l’aveva salvata e confessava la sua identità di kitsune.

Se si eccettua l’indicazione della data di nascita, 21 febbraio 921, non si sa praticamente nulla dell’infanzia di Seimei. Dopo gli studi presso Tadayuki Kamo e suo figlio Yasunori Kamo, i più importanti Onmyoji della loro epoca, maestri nelle tre vie – la divinazione Yin-Yang, l’astrologia e la conoscenza del calendario – la sua carriera è proseguita lentamente fino a quando, dopo aver già compiuto sessant’anni, le sue attività gli hanno donato una notevole fama. Da quel momento l’accuratezza delle sue previsioni, la sua conoscenza dei rituali più efficaci in ogni circostanza e le sue doti mistiche lo hanno reso leggendario, così come leggendaria è la sua capacità di controllare gli shikigami, non solo nella forma di demoni da lui contrastati ma anche in quella di spiriti che si sono posti al suo servizio. Per focalizzare la sua attenzione usava una stella a cinque punte, che ricorda l’importanza dei cinque elementi e che è diventata il suo emblema. Documenti antichi elencano numerose cerimonie praticate da Seimei per proteggere luoghi specifici o per esorcizzare persone cadute preda di qualche influenza demoniaca. Fra le persone da lui guarite, la più illustre è l’imperatore Ichijo. Fu lui, due anni dopo la morte di Seimei, avvenuta nel 1005, a far erigere il primo tempio in suo onore a Kyoto, nel luogo dove si ergeva la sua casa. E se nel 1976 due astronomi giapponesi, Kiichiro Furukawa e Hiroki Kosai, hanno chiamato 5541 Seimei un asteroide da loro scoperto, è la cultura popolare quella che ha contribuito a mantenere inalterata nei secoli la fama degli Onmyoji, arrivando in tempi recenti a portarla all’estero.

Una svolta importante si è avuta fra il 1985 e il 1987, quando Hiroshi Aramata ha pubblicato i dodici volumi che compongono il Teito Monogatari (Il racconto della capitale imperiale), serie capace di vendere nel solo Giappone oltre cinque milioni di copie e di fargli vincere un Taisho Award, il più importante premio riservato alla letteratura fantastica giapponese. Ambientata nella moderna Tokyo, la serie narra la storia della città focalizzandosi sull’aspetto occulto. Uno dei personaggi, Yasumasa Hirai, è un diretto discendente di Abe no Seimei, e tramite il suo ruolo di consigliere spirituale dell’imperatore gli Onmyoji e gli shikigami, ma anche il feng shui e la geomanzia, sono diventati familiari ai lettori. Tanto familiari da spingere Baku Yumemakura a scrivere a sua volta una serie intitolata Onmyoji, iniziata nel 1986 e composta, al momento, da 29 volumi fra raccolte di racconti, romanzi e libri illustrati.

Le storie di Yumemakura sono state il punto di partenza di un’infinità di adattamenti. Il primo è stato una serie di manga realizzata da Reiko Okano che è valso alla sua autrice un Premio culturale Osamu Tezuka nel 2001 e un Premio Seiun nel 2006. Nello stesso 2001 in cui l’opera di Okano veniva premiata, NHK ha trasmesso i dieci episodi dell’omonima serie televisiva, e nei cinema à arrivato il film di Yojiro Takita Yin-Yang Master, diffuso anche in Italia nel 2004 ma solo in versione home video. Nel 2003 il film ha avuto un seguito, The Yin Yang Master 2. Se fra gli interpreti della serie televisiva vi erano attori di rilievo quali Gorō Iganaki, Tetta Sugimoto e Akira Terao, Takita ha chiamato a raccolta un cast d’eccezione che comprendeva Hideaki Ito, Hiroyuki Sanada, Yui Natsukawa, e soprattutto Mansai Nomura nel ruolo di Seimei. Nomura, discendente di un’importante famiglia di attori del teatro kyōgen, ha iniziato a recitare giovanissimo alternando la recitazione sui palchi teatrali a quella per televisione e cinema che comprende anche un ruolo nel film Ran di Akira Kurosawa. La sua interpretazione in Yin-Yang Master gli è valsa un Blue Ribbon Awards.

Yuzuru Hanyu interpreta SEIMEI nel 2018 (foto di David W. Carmichael) 
Yuzuru Hanyu interpreta SEIMEI nel 2018 (foto di David W. Carmichael) 

Come direttore artistico Takita ha voluto Yoshitaka Amano. La colonna sonora è opera di Shigeru Umebayashi, autore anche di musiche per i registi Zhang Yimou e Wong Kar-wai e premiato nel 2023 alla Festa del cinema di Roma con un riconoscimento alla carriera per le sue colonne sonore iconiche in cui ha fuso elementi orientali e occidentali. E la colonna sonora di Umebayashi per Yin-Yang Master è diventata iconica. Nel 2015 Yuzuru Hanyu, già vincitore dell’oro olimpico nel pattinaggio nel 2014, l’ha scelta per il suo programma libero. Un programma curato nei minimi dettagli, per il quale si è consultato con Nomura, ha visitato il tempio dedicato a Seimei, e si è fatto confezionare un costume modellato sui kariginu, gli indumenti usati dai nobili del periodo Heian, accorciandone la parte inferiore, restringendo le maniche ed eliminando l’eboshi, l’alto cappello, ma adeguandosi il più possibile alle immagini tramandate nell’ultimo millennio con qualcosa che gli consentiva di muoversi liberamente e completare un programma comprendente diversi salti quadrupli. E, interpretando SEIMEI, Hanyu ha stabilito due record del mondo nel punteggio del libero e due in quello totale della gara, sbriciolando i record precedenti, e nel 2018 è diventato il secondo pattinatore del dopoguerra capace di confermarsi campione olimpico. Questo nonostante un grave infortunio a una caviglia che ha messo in forse la sua partecipazione alla gara e che ha dimostrato la sua capacità di lottare contro forze apparentemente più grandi di lui, così come aveva fatto a suo tempo l’Onmyoji da lui interpretato.

Il primo successo olimpico di Hanyū aveva avuto sui suoi connazionali un impatto tale da consentire la realizzazione dell’anime Yuri!!! on Ice, ideato da tempo da Sayo Yamamoto. La trama e i personaggi non sono ispirati a Hanyu, ma in precedenza l’anime era stato accantonato dagli studi di produzione perché avevano giudicato poco interessante una storia ambientata nel mondo del pattinaggio. Dopo il successo del 2018 è stata la fama di Seimei a beneficiarne, e non solo in Giappone.

Nel 2020 il regista cinese Guo Jingming ha realizzato il film The Yin-Yang Master: Dream of Eternity. Anche in questo caso l’ispirazione arriva dalle storie di Yumemakura, anche se nel passaggio dal giapponese al cinese il regista ha scelto una diversa versione del nome del protagonista, diventato Qingming grazie alla possibilità di usare kanji diversi con cui scrivere parole che hanno lo stesso suono, e alla lettura differente dei kanji che adottano i due paesi. Un secondo film, The Yin Yang Master, basato sul videogioco cinese Onmyoji, a sua volta basato sulle storie di Yumemakura, è stato realizzato nel 2021 dal regista cinese Li Weiran. Il primo film è disponibile su Netflix. E, sempre su Netflix, è appena arrivata la serie anime Onmyoji. Si tratta di tredici episodi diretti da Soubi Yamamoto, che ancora una volta prendono ispirazione da Yumemakura. Come dichiara ufficialmente la trama, “desiderio, ossessione, passione ardente… Quando le emozioni incontrollabili delle persone iniziano a traboccare, è allora che diventano demoni.” A cercare di liberare le anime dal loro calvario interviene una figura leggendaria, che conosce il potere insito nei nomi, è dotato di una forza di volontà inarrestabile ed è esperto di rituali magici: Abe no Seimei.