In fuga sulla sua Fiat 500 F gialla con l’amico Jigen dopo un furto al Casinò di Monte Carlo, Lupin III scopre di aver rubato denaro falso e sceglie di dirigersi verso l’immaginario Arciducato di Cagliostro (tra paesaggi simili alle Alpi svizzere di Heidi e spaghetti nelle locande) dove è noto nell’ambiente vengano contraffatti al meglio. All’arrivo i due cercano di salvare una ragazza inseguita da malviventi, ma questi hanno la meglio sebbene la giovane riesca a lasciare un anello con sigillo a Lupin, che scopriremo averla incontrata dieci anni prima, prima che tornasse dal ritiro in convento per sposare controvoglia il Conte di Cagliostro, suo lontano parente e reggente dalla morte dei suoi genitori.
Chiamato l’amico Goemon a supporto e avvertito l’ispettore Zenigata a creare distrazione, Lupin ritrova anche Fujiko accanto alla promessa sposa Clarisse e in momentanea alleanza con l’avversario “papà Zazà” incendia i sotterranei del castello dove il Conte stampa denaro falso. Viene ferito gravemente e salvato avventurosamente da Fujiko scappando insieme a Zenigata con l’autogiro volante del Conte. Riprese le forze in convalescenza dal giardiniere del castello, Lupin irrompe in tempo al matrimonio per sventare le nozze e far emergere i traffici illegali del Conte. Nel caos generale, un meccanismo fa crollare la torre del castello e svuotando il lago attorno si rivela il vero tesoro dei Cagliostro: le rovine di un’antica città romana sommersa.
Con felice intuizione, dopo il recente successo dell’inedito Il ragazzo e l’airone (2023) di Hayao Miyazaki a inizio anno – oltre 6 milioni di euro d’incasso, record di sempre per un anime nei cinema italiani – Nexo Digital con Yamato Video riporta per 3 giorni (dal 4 al 6 marzo, ma è facile che qualche sala prolunghi le date) rimasterizzato e restaurato in 4K negli “Anime al Cinema”, Lupin III – Il castello di Cagliostro. Il film è lo storico capolavoro su grande schermo sulle avventure del celebre ladro gentiluomo nipponico (nipote dell’omonimo francese ideato nel 1905 da Maurice Leblanc), creato nel 1967 da Monkey Punch e già protagonista di una breve ma intensa serie tv animata nel 1971-72, a cui lo stesso regista aveva collaborato.
Per chi conosce Miyazaki, pur inserite nei cliché seriali tipici delle avventure del protagonista, si riconoscono le sue passioni che avranno più celebri sviluppi: il rispetto per la natura e gli animali, il fascino di ambientazioni da favola (in particolare con un castello al centro) e macchine volanti inusuali, ma anche l’equilibrio tra scene d’azione (senza peraltro mai mostrare attimi di violenza) e momenti d’intimità, affetto per i personaggi che non teme gli amori incompiuti e le musiche accattivanti (firmate dall’esperto Yûji Ono). Negli anni il film ha ammaliato uno stuolo sempre maggiore di appassionati, oltre a influenzare cineasti di tutto il mondo, fino a richiami pressoché espliciti in alcune scene dei disneyani Basil l’investigatopo (1986) e di Atlantis – L’impero perduto (2001).
In Italia il film era apparso con un primo doppiaggio (su Italia 1 a Capodanno del 1984) poi rifatto per l’home video nel 1992, ma incredibilmente senza le voci storiche pei personaggi proseguiti nelle altre serie animate. Per un’uscita finalmente al cinema anche nel nostro Paese – sistemando peraltro alcuni errori di traduzione e sviste di editing, anche se ovviamente permangono le bizzarre trascrizioni nipponiche “Cagilostlo” leggibili sui quotidiani inquadrati in un paio di sequenze – a luglio 2007 Yamato Video e Mikado Film avevano finalmente coinvolto Roberto Del Giudice per Arsenio Lupin III, Alessandra Korompay per Fujiko Mine (pronuncia corretta “mine”), Sandro Pellegrini per Daisuke Jigen, Antonio Palumbo per Goemon Ishikawa XIII e Rodolfo Bianchi per Koichi Zenigata, richiamando Ivo De Palma per il Conte di Cagliostro che aveva già doppiato 15 anni prima.
Rivedere tutta la banda di Lupin alle prese con Cagliostro su grande schermo – senza più le inevitabili imperfezioni della pellicola che si rovina a ogni proiezione, ormai anche in Italia sostituita dai file DCP (Digital Cinema Package) da 10 anni – è ancora una ridda di belle emozioni. Chi può, non si faccia sfuggire l’occasione.
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