In un luogo senza tempo, quando iniziavano le vacanze estive, gli scolari passavano il loro tempo a casa di Nonnamà.
Un'anziana che ormai sembra senza età, cristallizzata nei suoi gesti antichi, che abitava in una casa strana.
E i bambini, rinnovando un rituale che oggi forse è perduto, sostituito da schermi di ogni sorta, ascoltavano le sue storie.
Tra queste, quella di Gnazio, un bracciante che emigrò in America, vivendo varie vicissitudini, per tornare poi in Sicilia e prendere moglie, una donna bellissima di nome Maruzza Musumeci.
Maruzza era bellissima, con una voce melodiosa, ma forse non tutto in sé, convinta di essere una sirena. Se fosse o meno una fissazione lo scopriremo nel corso del "cunto", nel quale a una storia familiare ad ampio respiro s'intrecciano l'evocazione di tempi perduti e le leggende del Mediterraneo.
Ne Il canto del mare, Maurizio De Giovanni, celebre autore di gialli, alcuni dei quali contaminati da elementi fantastici, ripropone, in una versione per ragazzi e in lingua italiana, la storia che Andrea Camilleri pubblicò nel 2007, nella novella Maruzza Musumeci, formando con altre due novelle – Il casellante e Il sonaglio – di anni successivi, la sua "trilogia fantastica", scritta nel suo siciliano "camillerese" che lo ha reso famoso. Un trilogia della quale Camilleri ebbe a dire che risiedeva il meglio di sé.
Il racconto di De Giovanni non è la traduzione pedissequa in lingua italiana della novella, ma il racconto di come la stessa storia venga raccontata oralmente, con dettagli diversi da quelli trascritti. Un'operazione che è sia letteraria che meta-letteraria, perché mostra all'opera la narratrice, lasciandoci il dubbio che forse adatti la storia all'età dei suoi piccoli ascoltatori.
Il volume è completato dalle belle illustrazioni di Mariolina Camilleri, figlia di Andrea, che mi rammarico non essere considerata coautrice del volume, perché i suoi disegni puntellano l'atmosfera da fiaba del volume, costituendo parte integrante della narrazione.
La vicenda che ci porterà a conoscere l'amore e la devozione di Gnazio per Maruzza, ma porterà i più piccoli a immedesimarsi nelle storie dei lori figli: Cola, Resina – che sembra avere la stessa voce ammaliante della madre – Calorio e Ciccina. Ci saranno sia eventi lieti che tragici, come è nella vita, in una storia che racconta anche crescita e trasformazione.
La potenza delle fiabe è amplificata dal fatto che le stesse storie, con i loro concetti fondamentali intatti, possono e devono essere narrate con il linguaggio del momento in cui il racconto viene riportato, senza ancorarsi in modo ottuso alle forme precedenti. Nuove versioni sono sempre possibili.
Maurizio De Giovanni si rivela abile a smorzare senza eliminare le componenti adulte della storia, in una versione comprensibile e contestualizzabile per i fruitori odierni del volume, come era nelle fiabe riportate al loro tempo dai fratelli Grimm o da Giambattista Basile.
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