Per nulla banale Vita da Gatto, film diretto da Guillaume Maidatchevsky, su sua sceneggiatura scritta insieme a Michaël Souhaité.
Se si presenta come la classica storia di amicizia tra una bambina e il suo animaletto domestico, un gattino (o gattina, chissà) al quale viene dato il nome Rroû, si distacca quasi subito dai cliché del genere.
La piccola Clémence (Capucine Sainson-Fabresse), capirà subito che non si può attribuire a un gatto comportamenti e sentimenti umani, e dovrà pertanto rispettarne la natura. Rroû è un animale curioso, che ovviamente correrà parecchi rischi, e troverà nella casa di campagna della famiglia di Clémence un territorio tutto da esplorare. Nel film è inizialmente forte la contrapposizione tra l'animalismo "da cittadini" e il pragmatismo di chi vive in campagna, rappresentato dalla bravissima Madeleine (Corinne Masiero).
Il rapporto che si instaurerà tra le due consentirà soprattutto alla più piccola di crescere, scontrandosi con una realtà non edulcorata da preconcetti. Sarà anche per la più grande l'occasione di trasformarsi in una zia putativa, imparando qualcosa della sua possibilità di esprimere dei sentimenti.
Ovviamente però gran parte della vicenda è monopolizzata dalle scorribande di Rroû, le cui rischiose esplorazioni sono raccontate con una regia che riesce a mostrare il suo punto di vista sul mondo che lo circonda, rifuggendo qualsiasi antropomorfizzazione. Un gatto che vive i suoi sentimenti e compie azioni come un gatto, senza trucchi visivi o di montaggio che forzino una interpretazione "umanistica" delle sue azioni.
Un film da vedere se si è amanti dei gatti, ma in generale degli animali e li si rispetta per quello che sono.
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