Si possono trovare nuove chiavi di lettura in un romanzo del 1969, sviscerato e analizzato da critici di ogni latitudine?

La risposta è ovviamente sì, perché i tempi cambiano, e la forza della buona letteratura è rimanere significativa, specialmente se in fondo era molto avanti rispetto ai suoi tempi per sensibilità verso alcuni temi.

Questa è una possibile sintesi del saggio Ursula K. Le Guin e le sovversioni del genere, scritto da Giuliana Misserville che sin dal titolo ci chiarisce quale sia la chiave di lettura con la quale esamina The Left Hand of Darkness di Ursula K. Le Guin, conosciuto in Italia come La mano sinistra delle tenebre, da poco ritradotto con il titolo La mano sinistra del buio. Un romanzo di fantascienza tra i più noti e letti dagli appassionati, vincitore dei premi Nebula e Hugo.

La ridotta foliazione del volume non deve ingannare. Il saggio è denso. Ogni riga è significativa nel suo passare tra citazioni, informazioni e opinione critica senza soluzione di continuità.

La lettura queer, dichiarata alla luce di un romanzo in cui ci si trova di fronte ad alieni che superano il concetto di genere, assumendo l'uno o l'altro sesso in periodi diversi della propria vita, non è trascinata di peso, bensì profondamente sentita e maturata dall'autrice del saggio, nonché debitamente documentata.

C'è l'analisi dei passaggi chiave del romanzo. Ma c'è anche la ricerca delle fonti. Nella consapevolezza che ogni passaggio della letteratura ha un antesignano e genera dei successori, il saggio li ricerca per il romanzo di Ursula Le Guin.

Quindi è citato ciò che prima del romanzo ha lambito gli stessi temi, e ciò che dopo può esserne stato ispirato. Spesso poi viene data voce alla stessa Le Guin, citata nei suoi saggi sulla scrittura, fondamentali per chiunque voglia comprendere il processo che porta dall'idea alla forma compiuta.

Un vero scatto in avanti, che abbatte gli steccati tra i generi letterari (altra sovversione che traspare chiara dal saggio), è il porsi la domanda sul possibile rapporto tra La mano sinistra delle tenebre e il Grande Romanzo Americano. 

In tal senso trovo stimolante che un saggio non cerchi solo di dare risposte o interpretazioni, ma tenti anche di porre domande provocatorie. Il seme del dubbio è sempre uno stimolo.

Ricco, ricchissimo, è poi l'elenco di spunti, di fonti che si ramificano e di saggi e articoli distillati nel saggio, a testimonianza di un lavoro accurato di Misserville.

Non mancano neanche fotografie, che restituiscono l'idea di un rapporto profondo dell'autrice del saggio anche con l'esame della vita di Le Guin.

Il tutto è scritto con uno stile forbito e moderno, ma non accademico, pregnante e diretto, divulgativo senza scadere in semplificazioni banali. 

Il volume è completato da una postfazione, di cui è autrice Filo Sottile, che riporta la testimonianza del suo rapporto con il romanzo nel tempo, nonché una serie di appunti sparsi suscitati dalla lettura di quanto scritto da Misserville. Un mini saggio nel saggio.

Posso concludere affermando che Ursula K. Le Guin e le sovversioni del genere è scritto con tale passione che non può non stimolatvi alla lettura del romanzo, se non lo avete mai letto, oppure a una intensa e consapevole rilettura se lo avete già letto e dato per assimilato nel vostro percorso letterario.