Donya (Anaita Wali Zada) una giovane donna afgana, ex interprete per le forze statunitense, è riuscita ad espatriare negli Stati Uniti dopo il loro disimpegno dall'Afghanistan.
Lavora in una fabbrica di biscotti della fortuna e si ritrova ad essere autrice dei testi dei biscotti. Vive sulla sua pelle vari sentimenti che si mescolano tra loro: il senso di colpa per essere riuscita ad andare via, lasciandosi dietro affetti e famiglia; l'estraneità sia al suo nuovo paese che alla comunità afgana nella quale vive, a Fremont, California; il desiderio di una vita normale, di affetti, di amore.
Ma Donya non si arrende. Inizia un percorso psicoterapeutico con uno psicologo innamorato del romanzo Zanna Bianca di Jack London. Con un bizzarro bigliettino, lanciato come un messaggio in una bottiglia, innesca una serie di eventi che la porteranno a incontrarsi con il timido meccanico Daniel (Jeremy Allen White). Come cambierà la sua vita? È tutto da scoprire.
Fremont di Babak Jalali racconta un percorso d'integrazione, ma anche semplicemente la storia di una giovane donna in cerca di sé stessa, valida in qualsiasi luogo e in qualsiasi tempo. Il film è girato in semplicità, in bianco e nero e formato 4:3, con immagini prive di orpelli che ci vogliono fare concentrare sulle persone, sui loro sentimenti.
La bravura della esordiente protagonista e dei comprimari, ci restituisce totale verità pur nella finzione cinematografica, in un film che alla fine della visione lascia un messaggio di speranza e il sapore delle cose buone.
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