In un piccolo paese immerso tra i campi e i mulini a vento si scatenano spesso temporali che rendono la vita difficile. Un imprenditore offre insistentemente ai cittadini l'occasione per abbandonare il villaggio e vivere in un complesso residenziale sotto il suo controllo. Un gruppo di giovani amici non vuole abbandonare la propria casa e Alfonso Chisciotte, erede del celebre cavaliere Don Chisciotte, dotato come il proprio avo di una fervida immaginazione, capisce che c'è qualcosa di losco dietro alle strane tempeste. Così insieme agli amici Pancho e Vittoria terranno testa al magnate che farà di tutto per fermarli, in un'avventura dove l'immaginazione del protagonista trasforma i mulini a vento in giganti, automobili in draghi ed è accompagnato da tre coniglietti pestiferi che vede solo lui e non sono altro che la propria personalità così manifestata per facilitare l'immedesimazione con il pubblico.
Il romanzo Don Chisciotte di Miguel Cervantes si presta facilmente a riletture e metafore per raccontare nuovi temi, come abbiamo già visto con un ottimo risultato nell'opera di Terry Gilliam: L'uomo che uccise Don Chisciotte.
L'uomo che uccise Don Chisciotte
La recensione dell'adattamento del bramato e desiderato Don Chisciotte di Terry Gilliam.
LeggiIl regista Gonzalo Gutiérrez con il suo La banda di Don Chisciotte. Missione mulini a vento ci racconta una storia dove la fantasia così enfatizzata, proprio come il materiale di origine, serve non solo per rendere interessanti le vicende al giovanissimo pubblico a cui si rivolge, ma anche per lanciare un messaggio ecologista e anti-capitalista. Il bel rapporto che cresce tra i protagonisti si sviluppa basandosi certamente sui buoni principi di reciproca fiducia e la determinazione di perseguire gli obiettivi, ma il film fortunatamente non ha la presunzione di mettersi in cattedra e raccontare la morale. Fa leva sulle difficoltà e i desideri che hanno tutti i bambini dell'età dei protagonisti, unito a una bella dose di avventura e ribellione, soprattutto per divertire con leggerezza. Anche se a più riprese risulta un po' troppo chiassoso e sopra le righe; infatti, in certi momenti si potrebbe dire che sia addirittura piuttosto "stupidotto". I bambini sicuramente amano l'enfasi e le situazioni assurde, ma a volte sfocia nell'esagerazione. Quando c'è da esagerare, però, viene fatto fino in fondo e anche con una regia piacevolmente audace.
La qualità tecnica è eccellente e le musiche enfatizzano bene i momenti, suscitando la giusta emozione. Una menzione speciale va alla bella introduzione che ricorda i libri pop up e poi passa naturalmente allo stile che verrà adottato per tutto il film con una sequenza avvincente, ben musicata e sul filo tra realtà e fantasia che segna fin da subito il tono di tutto il film.
Si trovano spesso citazioni letterali al romanzo di Cervantes e una buona manciata di omaggi palesi al cinema per ragazzi e cult storici, che ben si prestano alle azioni avventurose ma strizzano anche l'occhio più ai genitori che al vero pubblico di riferimento.
Il mondo dei bambini è più semplice, con emozioni intense e chiare: l'importanza dell'amicizia, il bene e il male, il dolore, la gratificazione e i primi amori, ma i rapporti tra loro non sono meno complessi degli adulti. Il loro piccolo mondo ai nostri occhi per loro è immenso e ricco di insidie, che spesso vengono mascherate da giganti, mostri e macchinari fantasiosi.
Forse tutto si può sintetizzare in questo dialogo tra l'imprenditore senza scrupoli e Alfonso quando i due sono alla resa dei conti: Cosa ci guadagni ad aiutarmi?
chiede l'uomo che finora pensava solo al profitto quando trova nel bambino un soccorso inaspettato. Aiutare è una bella cosa
risponde candidamente Alfonso, nonostante tutto quello che ha passato fino a quel momento.
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