Hiroyuki Eto è riuscito a coinvolgere un'intera generazione attraverso la sua opera più celebre: GuruGuru – Il girotondo della magia, che molti hanno conosciuto attraverso l'anime andato in onda su Rai 2. Oggi J-Pop Manga ha riproposto l'opera completa in otto volumi che comprendono anche dei capitoli inediti e ha invitato l'autore in persona a Milan Games Week & Cartoomics. Noi abbiamo partecipato all'incontro col sensei dedicato alla stampa.

L'autore è ospite per la prima volta in Italia e per prima cosa ha ringraziato per l'accoglienza con un po' di emozione.

Riguardo GuruGuru

Eto ha parlato subito della sua opera più celebre: GuruGuru, dichiarando che sia lui che i fan non erano sazi delle avventure raccontate nella storia originale, così tra una serie e l'altra ha realizzato anche uno spin off dedicato all'anziano danzatore di Kita Kita. Il personaggio, secondo lui, non potrebbe mai diventare un protagonista assoluto, perché è nato proprio come spalla di sostegno "come un pagliaccio" ha detto. Voleva creare un personaggio allo stesso livello dei bambini che, nonostante fosse adulto, potesse parlare con loro lo stesso linguaggio e che allo stesso tempo fosse anche comico.

L'anziano danzatore di Kita Kita dal manga GuruGuru - Il girotondo della magia di Hiroyuki Eto.
L'anziano danzatore di Kita Kita dal manga GuruGuru - Il girotondo della magia di Hiroyuki Eto.

All'epoca della realizzazione di GuruGuru andavano molto di moda i videogiochi e e i manga. Secondo l'autore la parodia che caratterizza l'opera era lo strumento perfetto per far incontrare i fan di questi due mondi e sostiene che la parodia abbia la stessa potenzialità anche adesso.

I suoi personaggi preferiti

Se dovesse vivere un'avventura porterebbe con sé i protagonisti Nike e Kukuri, il chierico Toma e l'anziano Edvarg della danza Kita Kita, ma in realtà non ha una vera preferenza tra i personaggi che ha creato: li adora tutti. In questo gruppo, ha ammesso, quello che si sentirebbe più fuori luogo sarebbe proprio lui.

La simbologia

Il simbolo dell'occhio e i cerchi magici sono ricorrenti nella saga, ha chiesto una cosplayer di Kukuri, un costume molto apprezzato dal maestro, e voleva sapere quali significati ci fossero.

Eto ha ringraziato per la bella domanda, perché è la prima volta che glie la pongono. Non ha una risposta razionale, probabilmente si è lasciato influenzare dalle culture che hanno spesso rappresentato così concetti spirituali e astratti. Forse ha scelto la figura dell'occhio, ha ammesso, perché è importante osservare le cose e i cerchi sono alla base del potere della maga Kukuri.

Nike e Kukuri dal manga GuruGuru - Il girotondo della magia di Hiroyuki Eto.
Nike e Kukuri dal manga GuruGuru - Il girotondo della magia di Hiroyuki Eto.

Esplorare altri generi

Oltre ad avventure comiche gli piacerebbe scrivere horror ma ritiene di non esserne all'altezza. Gli piacerebbe però scrivere storie lineari e senza comicità, che raccontino di vita quotidiana, ambientate nel mondo attuale o come negli isekai dove persone come noi finiscono in un mondo fantastico.

Ricordi di infanzia per il suo protagonista

Il Valoroso Guerriero Nike è modellato sui ricordi di un compagno di scuola delle elementari dell'autore. Il bambino era il più simpatico e carino della classe, ha usato proprio il termine kawaii per definirlo, anche cool e intelligente, perciò era il più popolare della classe.

Amicizia o amore?

Il fandom di GuruGuru si chiede da sempre se il legame tra Nike e Kukuri sia soltanto affetto o se sfocia anche nell'amore. Questo é un dilemma anche per l'autore, perché non ha una risposta. Inserire del sentimento esplicito sarebbe fuori luogo, perché non è un manga d'amore, ma trova sia molto bello che la domanda resti aperta e lasci liberi i lettori di fantasticare.

Stile di disegno

A inizio carriera disegnava con tratto realistico, ma l'autore ammette che non era il suo intento usare proprio quello stile. Semplicemente non riusciva disegnare come voleva. Esercitandosi a lungo uscivano cose realistiche. Poi ha fatto GuruGuru e ha adattato lo stile al tono della storia.

La passione per i videogiochi

Per arrivare a delineare quello che leggiamo in GuruGuru, però, ha raccontato che originariamente lavorava per un'azienda di videogiochi ed era molto appassionato di Dragon Quest (che all'epoca era prodotto da Enix prima di fondersi con Squaresoft, nonché proprietaria della rivista dove veniva pubblicato GuruGuru, ndr), quindi nel manga ha voluto unire il suo lavoro e la sua passione per la celebre saga videoludica. Il suo capitolo preferito, a proposito, è Dragon Quest II: Pantheon di spiriti maligni.

I suoi impegni purtroppo non gli permettono di giocare ai videogiochi ultimamente, ma cerca di tenersi informato sulle ultime novità. Se dovesse riscrivere oggi GuruGuru non cambierebbe le proprie ispirazioni dell'epoca, perché Dragon Quest e l'estetica della cavalleria europea che lo contraddistingue è fondamentale, nonostante negli ultimi anni siano usciti videogiochi che hanno rivoluzionato il medium e sono diventati dei veri classici. Tuttavia, siccome sono passati trent'anni dalla pubblicazione primo capitolo, proverebbe a implementare qualche tecnologia odierna, unendo magari video e suoni.

Ha comunque provato un approccio diverso alla narrazione, rendendola non lineare sulla falsariga dei libri-game, ma la struttura del manga è molto rigida ed è difficile andare oltre le sue regole.

Autoritratto di Hiroyuki Eto, autore di GuruGuru.
Autoritratto di Hiroyuki Eto, autore di GuruGuru.

Una bella occasione

L'incontro con Hiroyuki Eto, un autore umile e dagli interessi molto simili ai suoi lettori, motivo per cui è facile entrare in sintonia con le sue opere, ci ha permesso di apprendere un ulteriore modo di approccio alla tecnica manga, sia nella struttura delle storie che nel disegno. Chi vi scrive rimane sempre stupito da quanto siano differenti le influenze e la filosofia che muove gli autori orientali a raccontare le proprie storie, che spesso sono frutto di esperienze passate e passioni personali. Poi ovviamente subentrano le richieste del mercato e dei lettori, ma l'anima dell'opera è sempre intrinsecamente legata all'autore.