Martha e Ingrid erano molto amiche ma, come spesso accade, si sono perse di vista.
Quando alla presentazione di un libro di Ingrid un’amica comune le comunica che Martha è in ospedale per una grave malattia, la donna la va a trovare, e scopre che il filo di quell’amicizia non si è spezzato, nonostante il tempo.
Sono due persone diverse, e riescono a ritrovarsi non solo come rievocazione di ciò che fu, ma anche per quello che sono oggi, con pregi e difetti.
Le cure di Martha però non procedono come sperato, pertanto la donna propone all’amica di assisterla nel morire con dignità, prima che la malattia le tolga questa possibilità. Le propone quindi un viaggio, un soggiorno in un luogo non familiare, nel quale assumerà una pillola proibita acquistata nel dark web. Martha chiede all’amica solo di starle vicina, dormendo nella stanza accanto. Ingrid comprenderà che Martha è passata dal pensiero all’azione la mattina in cui troverà chiusa la porta della sua stanza.
Nel distillare il romanzo di Sigrid Nunez What are yout going through, pubblicato in italiano come Attraverso la vita, Pedro Almodóvar punta tutto sulle due protagoniste principali, mettendo sullo sfondo quasi tutto il resto di un romanzo breve ma molto denso. Da questo punto di vista è uno dei migliori liberi adattamenti mai scritti, non perché fedele, ma perché ha una sua forma cinematografica che lo rende autonomo in ogni suo passaggio.
In primis perché dà modo a Tilda Swinton e Julianne Moore di realizzare una prestazione ai vertici di una già lunga e prestigiosa carriera. Stilisticamente Almodóvar non rinuncia a molti dei suoi vezzi, alle piccole cose di buon gusto accostate con reale finzione, a set e costumi costruiti come su una rivista di moda, in modo colorato e variopinto, laccato.
Narrativamente si riconosce il merito di essere stato, al momento culmine, totalmente sottrattivo, ritraendosi con una dignità che inizialmente era solo nelle parole della protagonista, ma nei fatti era sommersa da parole e continuti soliloqui. Il tema scottante dell'eutanasia, della dignità del fine vita, è complesso e articolato, trattato non come in una discussione fisolofica, ma vorrebbe essere mostrato dall'interno, mediante le reazioni e le parole dei personaggi.
Pur tuttavia nella parte centrale del film diventa estenuante la dinamica che vede continui campo/controcampo, con Martha logorroica che ripete in modo estenuante a Ingrid quanto voglia andarsene in silenzio e dignità.
Il dispiegarsi della trama, del passato delle donne, in particolare di Martha, sposta l’attenzione su alcuni misteri, che però verranno risolti solo con un’ideale passaggio di consegne tra le due donne.
C’è poca verità in La stanza accanto, va detto. La parte ospedaliera è appena sorvolata, così come poco convincente l’atto finale, sulle conseguenze. Un esercizio di stile, di tecnica e scrittura cinematografica, che lambisce la superficie nonostante i fiumi di parole, lasciando poco allo spettatore.
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