Da oggi varcando la sala cinematografica si torna a Rohan, nella Terra di Mezzo, grazie al film di animazione Il Signore degli Anelli: La Guerra dei Rohirrim, diretto da Kenji Kamiyama e distribuito da Warner Bros. Pictures.

Da dove viene il nome del Fosso di Helm, la fortezza dove si rifugia il popolo di Rohan per resistere all'assalto degli orchi e Uruk-hai inviati da Saruman ne Le due Torri? Lo scopriremo in questo nuovo tuffo nell'universo fantasy più conosciuto e attualmente più corteggiato dalle grandi produzioni audiovisive.

Gli eventi narrati si pongono quasi duecento anni prima del saluto di Frodo alla Contea, in un film che richiama stilisticamente le visioni dei grandi artisti storici che hanno illustrato la Terra di Mezzo, ma tenendo come punto di riferimento la visione di Peter Jackson, che ha plasmato l'estetica alla quale si è abituato il grande pubblico da oltre vent'anni a questa parte. La voce narrante in lingua originale, tra l'altro, è quella di Miranda Otto, l'attrice che ha interpretato l'intrepida Éowyn ne Le due Torri e Il Ritorno del Re.

Sinossi

Il Signore degli Anelli La Guerra dei Rohirrim
Il Signore degli Anelli La Guerra dei Rohirrim

Ambientato 183 anni prima degli eventi della trilogia originale, Il Signore degli Anelli: La Guerra dei Rohirrim racconta il destino della Casata di Helm Hammerhand, il leggendario re di Rohan. Un attacco a sorpresa da parte di Wulf, un astuto e spietato signore del Dunlending in cerca di vendetta per la morte di suo padre, costringe Helm e il suo popolo a organizzare un'audace ultima resistenza nell'antica roccaforte di Hornburg – una possente fortezza in seguito conosciuta come il Fosso di Helm. Trovandosi in una situazione sempre più disperata, Héra, la figlia di Helm, deve trovare il coraggio di guidare la resistenza contro un nemico mortale intenzionato alla loro totale distruzione.

Due parole dal regista, produttori e sceneggiatori

Al di là del dubbio, oltre la disperazione, si trova il vero coraggio

Tratto da una conversazione tra il regista Kenji Kamiyama, i produttori Philippa Boyens, Jason DeMarco e Joseph Chou e gli sceneggiatori Phoebe Gittins e Arty Papageorgiou.

L'eredità della trilogia

Per sua stessa ammissione, il regista Kamiyama conferma che l'impatto maggiore è dato dai film di Peter Jackson, dei quali non si è perso nemmeno una prima proiezione, nonostante avesse amato i romanzi di Tolkien e le sue appendici, dove ha trovato questa breve storia sui Rohirrim ma ne ha riconosciuto una grande potenza narrativa che secondo lui poteva diventare un gran film.

Le storie non raccontate

Sono d'accordo anche Philippa Boyens e Jason DeMarco. Boyens cita proprio una delle tante lettere del Professore di Oxford, nella quale dice che le storie più interessanti sono quelle che non vengono raccontate e l'idea di porre questo film in un'epoca dove il fulcro non sono la ricerca di un anello e la sconfitta di un signore oscuro l'ha colpita molto. DeMarco invece esalta la capacità di Tolkien nel rendere complesso e credibile il suo worldbuilding e riconosce che l'autore sia uno dei pochi che riesce a bilanciare molto bene sia la creazione del mondo che lo stile di narrazione.

Il signore degli anelli: La guerra dei Rohirrim
Il signore degli anelli: La guerra dei Rohirrim

Joseph Chou ha raccontato un aneddoto: Quando DeMarco gli ha chiesto al telefono se fosse interessato a fare un film su un adattamento de Il Signore degli Anelli, lui ha risposto: E c'è da chiederlo?, ovviamente la risposta è affermativa perché è un grande fan della trilogia cinematografica e riconosce che nella leggenda di Helm ci sia una sorta di tragedia Shakesperiana, per lui un'ottima idea da approfondire in un film.

Come mai usare lo stile anime?

Il regista Kamiya inizialmente era dubbioso nell'uso dell'animazione disegnata manualmente, perché a un certo punto ci sarebbero stati centinaia di soldati su schermo, con un design complesso, senza dimenticare la difficoltà nel disegnare i cavalli. Ma ha riconosciuto che è stato stimolante progettare tutto l'aspetto visivo e che la Weta ha fatto un ottimo lavoro, si sente onorato di aver partecipato a questo processo creativo, che ha richiesto molta immaginazione, anche per fornire un background a ogni personaggio.

Il signore degli anelli: La guerra dei Rohirrim
Il signore degli anelli: La guerra dei Rohirrim

Joseph Chou ha ricordato che lo stile anime è solo un mezzo per raccontare una storia di qualsiasi genere. Ci sono anime horror, commedie, storie d'amore, fantasy, samurai per tutte le età, dagli adulti ai ragazzi ai bambini. Perciò la scelta è ricaduta principalmente per la possibilità di realizzare non solo un'animazione, ma qualcosa che fosse adatto a raccontare quel mondo immaginario. Per farlo hanno coordinato moltissimi animatori da tutto il mondo, collaborando con circa sessanta compagnie, basandosi anche sul motion capture e modelli altamente dettagliati. L'animazione è fatta poi a mano, ma questo ha permesso loro di avere fino a duemila cavalli in corsa in una sola scena.

Il signore degli anelli: La guerra dei Rohirrim
Il signore degli anelli: La guerra dei Rohirrim

Il regista ringrazia anche la produzione per la generosità con la quale hanno condiviso ogni aspetto del mondo utilizzato per la realizzazione dei film di Peter Jackson, riuscendo così a mettere in scena Rohan proprio come sarebbe dovuta essere in linea con quanto già visto al cinema.

Raccontare la Terra di Mezzo: il punto di vista degli sceneggiatori

Per Phoebe Gittins entrare nel mondo di Tolkien è un'occasione di escapismo, ma ci sono anche momenti di profonda moralità e questioni filosofiche, che fanno riflettere sulla natura del bene e del male, sull'amicizia, il sacrificio, la speranza di fronte a situazioni disperate. Queste emozioni e riflessioni sono senza tempo.

Arty Papageorgiou torna come DeMarco sulla grandiosità del mondo ricco e dettagliato creato da Tolkien, sulle avventure emozionanti ed epiche costruite principalmente sui suoi personaggi che permette al lettore di immergersi completamente.

Héra come Éowyn

Confrontarsi con l'opera del Professore è stato per loro un gran privilegio, ma con non poca pressione. Infatti non c'era solo da rispettare il materiale originale di Tolkien, ma anche restare coerenti con quanto fatto nei film. Così si sono concentrati sulla protagonista Héra e sul rapporto con suo padre.

Il Signore degli Anelli: La Guerra dei Rohirrim
Il Signore degli Anelli: La Guerra dei Rohirrim

Phoebe Gittins riconosce che l'autore ha creato uno dei suoi personaggi preferiti, Éowyn, e così il pensiero di espandersi su quella tradizione e portare una donna guerriera in primo piano, è stato per lei davvero eccitante.

La sceneggiatrice ha usato proprio il termine shieldmaiden, che nella mitologia scandinava e folklore nordico indica una donna che sceglie volontariamente di combattere.

Creatività a 360 gradi

Curiosamente, pur dovendosi concentrare sulla stesura della storia e dei personaggi, gli sceneggiatori si sono confrontati prima con i grandi maestri illustratori che hanno plasmato visivamente la Terra di Mezzo come Alan Lee, John Howe, Richard Taylor e Daniel Falconer e successivamente con i tecnici del suono Michael Hedges, Brent Burge, Mark Wilshire e Martin Kwok. Così hanno avuto un gran supporto e collaborazione nell'intero processo.

Recensione

Il Signore degli Anelli: La Guerra dei Rohirrim

Il Signore degli Anelli: La Guerra dei Rohirrim

Articolo di Emanuele Manco Venerdì, 20 dicembre 2024

L'incerta incursione nell'estetica dell'anima da parte della New Line di Peter Jackson e soci.

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