Jay Dragon, game designer di Wanderhome, ha fatto provare il suo gioco all'Indie Palace di Lucca Comics & Games.

Wonderhome è un gioco di ruolo "bucolico", senza dadi, master o regole complicate per facilitare l'immedesimazione. Lo scorso anno ha vinto il premio Miglior gioco dell'anno di Lucca 2023. Dopo esserci lamentate di quanto di quanto sia difficile trovare in giro dei "veri" draghi, Jay mi ha raccontato un episodio della sua infanzia.

Wanderhome
Wanderhome

Suo padre le regalò un piccolo scrigno con l'avvertenza di trattarlo con cura perché conteneva un vero drago. Jay lo conservò, chiuso, fino a quando non lasciò la casa in cui era cresciuta per iniziare la sua vita da adulta. Lo aprì e vi trovò dentro uno specchio. Un vero drago.

Come hai iniziato a considerare una carriera nel game design?

Ero giovanissima, a una di quelle settimane di campeggio nella natura che molti ragazzini fanno, e il tema erano gli elfi. Mi sono appassionata alle avventure che si potevano vivere in prima persona e da lì ho iniziato a scrivere e condurre avventure per giochi di ruolo dal vivo.

Jay Dragon e Francesca D'Amato a Lucca Comics & Games 2024.
Jay Dragon e Francesca D'Amato a Lucca Comics & Games 2024.
Come sei passata dai LARP al game design?

Avevo il desiderio di far arrivare le mie storie a più persone. Un LARP è bellissimo intenso e coinvolgente, ma è un'esperienza limitata nel tempo, nello spazio e nel numero di partecipanti.

Per di più, ora che ho difficoltà a camminare non posso tenere il passo di un gruppo di avventurieri. Gli unici ruoli in cui potrei giocare sono quelli di un mentore e si tratta di una limitazione che non mi soddisfa.

Ho quindi deciso di sperimentare altre forme di gioco, che includessero anche una parte artistica ed eccomi qui.

Come ti è venuta l'idea di Wonderhome?

Ho guardato una barca passarmi davanti, durante la pandemia, e mi sono chiesta cosa si prova a osservare il mondo, la terraferma, da una barca.

La distanza permette di cogliere meglio l'idea d'insieme, di vedere come si connettono i vari elementi e lascia spazio a elementi che nelle storie tradizionali possono passare in secondo piano.

Se togliamo la violenza, con il suo clamore accecante, cosa resta da raccontare? Quali altre emozioni si possono vivere? Tutte quelle delicate, sfumate e ricche di significato!