Con un sottotitolo che parte già svantaggiato a causa di un adattamento incredibilmente anonimo, Piccoli Brividi: La misteriosa avventura è la seconda stagione della nuova serie cominciata a ottobre 2023 liberamente ispirata ai celebri romanzi per ragazzi di R.L. Stine, che l'autore in persona aveva annunciato lo scorso ottobre a Lucca Comics & Games.
R.L. Stine tra brividi e umorismo nei suoi romanzi per ragazzi
Al Press Café di Lucca Comics & Games 2024 l'autore di Piccoli brividi ha raccontato le proprie paure e come le ha messe in pratica nei suoi romanzi, con una sana dose di umorismo.
LeggiIl titolo originale è Goosebumps: The Vanishing, che significherebbe la scomparsa, o sparizione. Molto più evocativo, non trovate? Peccato che l'unica cosa misteriosamente volatilizzata sia l'abilità di rendere una storia interessante da seguire grazie al legame con i personaggi anziché attraverso mezzucci tecnici.
La premessa è molto simile a quella che si trova spesso nei romanzi originali: i protagonisti, spesso fratelli, devono adattarsi a un nuovo ambiente, affrontano situazioni da pelle d'oca e non ricevono alcun supporto dagli adulti.
In questo caso due gemelli si trasferiscono per l'estate a casa del padre a Brooklyn, un quartiere dove si sentono fuori luogo. Lì subito notano delle stranezze, anche se inizialmente non danno loro molto peso, come un rapporto teso con i vicini di casa, una mania ossessiva del padre per la sicurezza e uno scantinato dove non dovranno mai entrare per nessun motivo. Tutto questo dopo un'introduzione di molti anni prima, nel 1994, dove, sulle strofe dei Beastie Boys, cinque giovani esplorano un laboratorio sotterraneo abbandonato che si dice fosse infestato e si imbattono in un episodio sinistro.
Questo ci fa intuire una struttura narrativa simile alla stagione precedente, con due piani temporali che vengono sviscerati un po' per volta, tra passato e presente, dove le azioni dei genitori si riversano sui figli con un orrore potenziato un po' come avviene nel Nightmare di Wes Craven. Questo escamotage applicato a storie adolescenziali tra il magico e l'inquietante è una formula che ha reso intrigante la serie di Locke & Key, per esempio, ma in quel caso era applicata in modo molto più efficace.
La prima nota stonata in questa operazione, sia nella prima stagione intitolata semplicemente Piccoli Brividi, che in questa, è proprio il pubblico a cui si rivolge. Se i libri originali sono pensati per bambini delle elementari/inizio medie, questa serie è per un pubblico più grandicello perché affronta temi e difficoltà di età maggiori, contrapposte a quelle degli adulti, parlando quindi anche a coloro che leggevano i Piccoli brividi all'età giusta negli anni Novanta. Può essere a tratti un po' noioso e talvolta troppo macabro per i più piccoli, perché si indagano anche i problemi degli adulti, come l'assistenza a una madre anziana e malata, le sfide di sottile orgoglio tra adolescenti, l'insicurezza sul futuro. Siamo più dalle parti di Fear Street come età, sebbene la moderata violenza mostrata sfoci talvolta nel lieve body horror (senza una goccia di sangue, ma potenzialmente non adatto ai più piccoli) e le ispirazioni derivino chiaramente da quei coloratissimi libretti con le pagine verdi che hanno ottenuto tanto successo negli anni Novanta che danno il nome a questa serie.
È strana questa deriva più adulta per un titolo come Piccoli brividi. In questo senso, parlando di libere reinterpretazioni, erano molto più in linea i film con Jack Black nei panni dell'autore stesso.
Piccoli Brividi 2 - I fantasmi di Halloween
La recensione del secondo film ispirato dagli omonimi romanzi per ragazzi di R. L. Stine. Riuscirà il pupazzo parlante Slappy a prendersi la propria rivincita?
LeggiL'incedere della vicenda ha un ritmo un po' annacquato, come se prendessero più tempo del dovuto solo per riempire gli episodi in media da 40 minuti. Non si tratta di un problema relativo alla "finestra di attenzione ridotta dei giovani d'oggi", semplicemente nei sei degli otto episodi totali che abbiamo avuto occasione di vedere gli omaggi ai romanzi originali sono cuciti ancor più grossolanamente rispetto alla stagione scorsa e non si è ancora vista alcuna connessione diretta con quanto raccontato precedentemente.
Soprattutto, lo ammetto con un velo di delusione, il mistero della trama orizzontale che viene svelato col contagocce non stimola abbastanza interesse da voler proseguire. Un ritmo più serrato, con episodi da una ventina di minuti l'uno avrebbero sicuramente giovato maggiormente nella riuscita globale. Come nella prima stagione, gli episodi si concludono con una scena spaventosa o inaspettata, ricalcando i finali dei romanzi originali, ma purtroppo non basta solo quello per far venire la voglia di premere su "Episodio successivo".
Magari negli ultimi due episodi la serie spiccherà il volo e diventerà imperdibile, ma con quanto abbiamo visto finora il giro di boa è già stato superato e ci vorrà davvero un bel tocco di classe per sollevare il giudizio globale.
Vi lascio alcune cifre. Non è una sequenza di Fibonacci o cose simili, ma i libri da cui suppongo abbiano preso ispirazione. Sicuramente me ne sarà sfuggito qualcuno. Se non volete spoiler non provate a interpretarli, se invece avete un po' di curiosità, come al solito, le ispirazioni sono molto libere, seppur piuttosto evidenti. Ecco i numeri: 2, 83, 55, 9, 66.
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