Con I Trionfi del Vuoto – Ombre nel Meriggio Masa ci accompagna nuovamente nelle Quattro Marche per approfondire ulteriormente il già affascinante mondo già conosciuto ne I Trionfi del Vuoto – La nuova alba. Chi si fosse perso il primo tuffo in questo universo fantastico sappia che troverà molti rimandi alla cultura e alle tradizioni italiane, marchio di fabbrica dell’editore.

Tanti, tantissimi personaggi

Se nel primo volume il numero di protagonisti e nemici era già nutrito, qui abbiamo a che fare con una notevole aggiunta di personaggi. I vari capitoli alternano, su due piani temporali, diversi punti di vista che rivelano le motivazioni di tutti quanti in un modo affascinante e raramente esplorato. Quante volte capita di vedere il risveglio di un cattivo dopo un lungo sonno attraverso i suoi occhi? Nella mia esperienza è stata la prima volta. Nel fantasy classico c'è il mito dell'antico cattivo che dopo anni, secoli o addirittura millenni sigillato dalla magia o caduto in un sonno profondo torna, ma è sempre stato una minaccia distante, percepita dai protagonisti ma lontana da loro fino al confronto finale. Qui invece assistiamo alle sensazioni e ai pensieri di un potente titano che si sta risvegliando.

Il mondo è popolato da creature fantastiche oltre che dagli umani, perciò ritroveremo le vittorie alate, i felidi, i ciclopi e molti altri ai quali ci siamo abituati e, oserei dire, affezionati, nel capitolo precedente. Le loro caratteristiche sono così riccamente delineate che danno al lettore la sensazione di trovarsi in un videogioco.

La lista posta all'inizio del libro che raccoglie tutti i personaggi e la loro breve descrizione tornerà utile, perché sono tantissimi e tutti con tratti particolari e ben caratterizzati.

Un worldbuilding profondo

Vengono ulteriormente approfonditi gli aspetti che muovono la dimensione magica del mondo: il grande flusso di magia noto come l'Onda, il Vuoto e la suddivisione e i tipi di Trionfi ai quali sono associate le figure archetipiche che legano i protagonisti, nonché catalizzatori della magia. Ce ne sarebbe abbastanza per riempire un libro di regole per un gioco di ruolo, ma nel romanzo le informazioni vengono adeguatamente centellinate a favore dello sviluppo della trama.

Proprio come il primo, questo romanzo è composto da moltissimi capitoli piuttosto brevi, che favoriscono la voglia di proseguire con il successivo. Occorre però mantenere la concentrazione alta oppure avere un'ottima memoria, perché a ogni capitolo si passa al punto di vista di un personaggio diverso, che raramente ha una continuità di luogo con il precedente. Spesso, inoltre, avviene un salto temporale notevole, andando a esplorare fatti avvenuti molti anni prima. Se nel primo romanzo questo dettaglio veniva rivelato proprio alle battute finali, sorprendendo il lettore, qui è esplicitato, perché altrimenti sarebbe risultato davvero troppo complicato seguire tutte le trame che si incrociano. È vero che abbiamo imparato a conoscere i personaggi con i loro nomi e nomignoli nel libro precedente, però di fronte a un tomo così impegnativo l'attenzione potrebbe vacillare.

Per accompagnarci in questa nuova avventura c'è un pratico riassuntone all'inizio, ma sarebbe meglio aver letto anche il libro precedente perché il mondo è così riccamente definito che spesso si dà per scontato che se ne conoscano molti aspetti, come le razze dei personaggi descritti, così inesplorate dalla stragrande maggioranza della letteratura fantasy da risultare difficili da comprendere in quella lunga presentazione. L'originalità così spiccata è forse un'arma a doppio taglio. Coloro che già hanno scoperto pian piano tutto l'accurato mondo si ritroveranno un po' più a loro agio.

L'alternanza su diversi piani temporali richiede abbastanza concentrazione, ma fortunatamente saranno poche le pause tra una lettura e l'altra che rischiano di far scordare i passaggi, perché la scrittura è fluida, chiara e avvincente e, anche se alla lontana, tutti i nodi aperti verranno intrecciati.

Un'avventura consigliata, ma che frena bruscamente

Rituffarsi in questo variegato universo è sicuramente un consiglio che darei a coloro che si sono sentiti a casa nel primo romanzo, ma occorre specificare che se la prima volta c'era una conclusione precisa, appagante e con uno spiraglio aperto al futuro, in questa occasione ci vorrà per forza il terzo libro per chiudere tutte le trame aperte. Sta quindi alla vostra sensibilità di lettori scegliere se questo sia un pregio o un difetto.