Proseguono gli approfondimenti sugli incontri avvenuti a Lucca Comics & Games. Per il gentilissimo e disponibilissimo Kazu Kibuishi ci siamo presi un po' più di tempo nella stesura dell'articolo perché chi vi scrive ha preferito analizzare prima il suo lavoro. Così ecco la recensione due fumetti dal tono molto diverso tra loro, ma ugualmente avvincenti: Daisy Kutter, un fanta-western autoconclusivo edito da ReNoir Comics e il primo volume del fantasy per ragazzi Amulet pubblicato da Editrice Il Castoro.

Le recensioni di Amulet e Daisy Kutter

Le recensioni di Amulet e Daisy Kutter di Kazu Kibuishi

Le recensioni di Amulet e Daisy Kutter di Kazu Kibuishi

Articolo di Maurizio Carnago Lunedì, 20 gennaio 2025

Due opere molto diverse tra loro, tra western/steampunk e fantasy avventuroso per ragazzi, Daisy Kutter e Amulet sono due fumetti realizzati da Kazu Kibuishi.

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La mostra al Palazzo Ducale

Sempre a Lucca, dopo aver conosciuto l'autore, la visita alla mostra a lui dedicata al Palazzo Ducale ha permesso di comprendere meglio il suo lavoro. Ecco alcuni scatti che non rendono minimamente giustizia alla bellezza delle tavole originali, ma offre uno scorcio a chi non abbia avuto occasione di vederla.

L'intervista

Interrogato sui contenuti delle sue opere, ovvero se avesse interesse un giorno a scrivere una storia più radicata nella tradizione giapponese anziché principalmente orientate al fantasy per tutti, Kazu Kibuishi ha raccontato di avere sì origini giapponesi, ma la sua famiglia si è trasferita negli Stati Uniti alla fine dell'Ottocento, perciò è radicato nella cultura americana da molto tempo.

Le origini e la tradizione

Un suo antenato ha aperto proprio il primo negozio di alimentari giapponese in America già nel 1907, vicino a Central Station, ed è ancora lì. Il negozio mantiene il legame con la storia del luogo e della sua famiglia attraverso le foto della sua famiglia appese alle pareti del locale. Quindi coesistono una lunga tradizione sia giapponese che americana.

Anche per questo motivo lui è interessato non tanto all'esplorazione delle tradizioni, quanto agli spazi di mezzo tra due culture diverse. Lo considera un approccio simile a quanto fa Hayao Miyazaki, che a detta sua prende il folklore, la sensibilità e le storie della cultura europea e occidentale e le rilegge e ripropone come se fossero raccontate attraverso la sensibilità shintoista.

Kibuishi ama molto questa ricerca di nuove tradizioni. Crede che i suoi libri possano essere utili per le nuove generazioni che iniziano a leggere oggi e guarderanno avanti, perciò soprattutto i bambini e i ragazzi.

Narrazione multigenerazionale

Ha parlato anche delle storie multigenerazionali, come avviene nel suo Amulet. In America non è comune avere più generazioni nella stessa storia; di solito i ragazzi crescono in fretta e proseguono nella loro vita lontano dalla famiglia. Difficilmente troviamo storie dove ci siano nonni, nipoti e pronipoti insieme. In quel momento, a lui veniva in mente solo Il Padrino.

Kibuishi invece, nonostante sia ormai radicato nella cultura americana, ha un taglio molto giapponese nel raccontare le storie. Il manga spesso racconta la famiglia e i suoi legami e questo è un aspetto molto importante della propria famiglia (come si evince dalle foto nel negozio di Manhattan, ndr).

Diversi livelli di lettura

Kazu Kibuishi disponibilissimo a quattro chiacchiere e una dedica allo stand di Editrice Il Castoro a Lucca Comics & Games 2024.
Kazu Kibuishi disponibilissimo a quattro chiacchiere e una dedica allo stand di Editrice Il Castoro a Lucca Comics & Games 2024.

Siccome ha citato Miyazaki, chi vi scrive gli ha chiesto quindi se le sue storie per ragazzi siano godibili anche per lettori un po' più grandi, dato che nelle opere del maestro di animazione sono presenti spesso diversi livelli di lettura.

L'autore ha ammesso che prima di lavorare su Amulet non aveva mai scritto per bambini, quindi per lui fu una sfida puntare su quel pubblico perché era ancora molto giovane. Maturando ha acquisito molta più sicurezza, soprattutto perché adesso è anche un padre, perciò ha una sensibilità e un'esperienza diversa.

Ha sempre sentito, però, che una buona storia per bambini sarà apprezzata anche dagli adulti, perciò si potrebbe dire che scrive per ogni età. Dopotutto, anche i più piccoli che non sanno ancora leggere sono in grado di intuire cosa succede guardando solo i disegni, e lui si assicura che le sue sequenze siano sempre chiare in questo senso. Perciò in questo modo non esclude nessuno.

Anche il cinema ha i suoi meriti

La nostra domanda lo ha traghettato con naturalezza su un altro argomento, ovvero le ispirazioni. Restando sempre sul tema del pubblico di riferimento ha aggiunto che ovviamente si ispira dalla letteratura per bambini, ma la sua fame di storie è stata placata dal dal cinema per gli adulti. L'apertura di Amulet, per esempio, è ispirata dalla Trilogia dei colori del polacco Krzysztof Kieślowski, in particolare da Film blu. Riguardo la storia, invece, è probabilmente Akira Kurosawa il regista che lo ha influenzato maggiormente.

Ha aggiunto anche un piccolo aneddoto: quando era piccolo l'unico modo per vedere del cinema internazionale (rispetto alla California, dove si è trasferito da Tokyo nel 1982 insieme alla madre e al fratellino, ndr) c'era solo Blockbuster. Lì avevano un tavolo zeppo di videocassette di film internazionali, anche italiani e francesi, così li ha visti tutti intorno ai 13-14 anni. Ammette di aver conosciuto il cinema horror grazie alle pellicole di Peter Jackson, riconoscendone il valore registico. Sapeva che ispirandosi anche da quegli aspetti più spaventosi avrebbe reso le sue storie più interessanti. (Anche se i primi film di Jackson come Bad Taste, Splatters e Meet the Feebles sono a tutti gli effetti b-movie, restano degli esperimenti davvero riusciti e affascinanti. Infatti trovo che funzionino piuttosto bene in Amulet, ndr.)

Lo stile artistico

Artisticamente parlando ha un'influenza francese, anche perché arriva dal mondo dell'animazione per il cinema, dove ha avuto occasione di vedere molte concept art e le immagini proposte da artisti europei, che a suo parere sono sempre sembrati più eversivi, immaginativi e liberi di quanto non fossero spesso le opere delle loro controparti americane.

L'autore è molto amico anche di Jeff Smith, creatore del fumetto Bone, al quale deve molto come ispirazione e ha ricevuto proprio da lui molti consigli per realizzare Amulet.

L'incontro è stato breve ma ricco di spunti interessanti. Kazu Kibuishi è stato gentilissimo e ha raccontato i suoi aneddoti con grande passione, una cura che si rispecchia molto nelle sue opere che abbiamo avuto modo di leggere.