A metà degli anni Settanta, in un momento di massima esplosione di creatività in diversi settori dell’universo multimediale (parola al tempo ancora sconosciuta), un gruppo di geniali disegnatori e sceneggiatori, già attivi in Francia e altrove, nel mondo del fumetto tradizionale, si riunì in un gruppo chiamato Humanoides Associès e diede vita a una rivoluzionaria rivista che sarebbe rimasta nella storia dei comics (e non solo).
Metal Hurlant cominciò le pubblicazioni nel 1975 e presentò da subito le crezioni visionarie, e assolutamente dirompenti per l’epoca, di grandi del fumetto come Jean Giraud, conosciuto anche come Gir, ma soprattutto come Moebius, Philippe Druillet, Jean-Pierre Dionnet, e nel seguito altri maestri come Richard Corben e infine Enki Bilal (per citarne solo alcuni).
La rivista, pubblicata per un breve periodo anche in Italia dalla Totem Comics nei primi anni ottanta, fu anche un punto di riferimento all’interno del movimento giovanile dell’epoca, senza avere una connotazione politica precisa, ma incarnando un certo spirito di ribellione e di rottura con le tradizioni tipiche del periodo.
Forse anche per questo chiuse i battenti (almeno nella sua forma originaria) nel 1987, quando i tempi erano ormai profondamente cambiati.
Giunge quindi a proposito, in un periodo di revival senza confini, il volume rievocativo Metal Hurlant 1975-1987. La machine à rever (40 euro, 166 pagine corredate anche di disegni inediti) preparato da Gilles Poussin e Christian Marmonnier e pubblicato in Francia per le edizioni Denoel Graphic. Non abbiamo notizie di un'eventuale edizione italiana del volume, quindi non rimane che augurarci che qualche editore nostrano sappia cogliere questa ghiotta opportunità di celebrare un mito ancora vivissimo tra gli appassionati.
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