Direttamente dalle pagine dell'omonimo romanzo di Helen Fielding, quarto della serie Bridget Jones, arriva con Bridget Jones: Un amore di ragazzo il relativo adattamento.
C'è stata una svolta drammatica nella vita di Bridget: l'amore della sua vita Mark Darcy (Colin Firth) è morto, e la donna da quattro anni vive solo per crescere i figli, senza più quel minimo di amor proprio e di autostima che si era conquistata negli anni.

Ovviamente però questo stato di cose non è destinato a durare, non tanto per i consigli di tutta la sua cerchia di amici, vecchi e nuovi, e di conoscenze varie, ma proprio perché gradualmente Bridget, sempre interpretata con toni impettiti Renée Zellweger, troverà in sé la forza di reagire, tra momenti paradossali e gag.
Può apparire centrale il tema della riscoperta dell'amore, con una madre vedova di mezza età che si trova divisa tra un'affascinante ventinovenne (Leo Woodall), bello e intelligente, e un docente più vicino alla sua età (Chiwetel Ejiofor), non meno bello e non meno intelligente, va detto.

Di contro il tema che ricorre anche stavolta è la riscoperta dell'autostima. A parte le inevitabili differenze basate sul tempo che passa, con l'uso di mezzi di comunicazione e relazione inesistenti ai tempi del primo film e romanzo, come le app di dating e i gli smartphone, il tema di questo quarto capitolo è sempre lo stesso. Cambiano gli eventi di contorno, ma la storia è pur sempre l'arco di crescita di Bridget da un punto in cui la sua autostima è sottozero al punto in cui la riconquista, e con essa arrivano i "premi".
Nel pur prevedibile svolgimento della sceneggiatura, di certo non si può dire che ci si annoi.

In prima battuta perché il cast di contorno si rende protagonista di molti momenti divertenti. A partire da Hugh Grant, interprete di un Daniel ormai diventato un amico fidato di Bridget, invecchiato ma non per questo più saggio; Emma Thompson, nel ruolo della pragmatica ginecologa di Bridget. Ma anche le pur brevi apparizioni dei genitori di Bridget, sempre interpretati da Jim Broadbent e Gemma Jones vivono quasi di luce propria.

Nei 130 minuti del film tutto è dove deve essere, ogni personaggio, anche il meno accennato, ha un giusto spazio nell'economia della storia.
I due contendenti al cuore di Bridget sono funzionali al ruolo, così come i nuovi personaggi, tra i quali spiccano la mamma in carriera interpretata da Leila Farzad e la carismatica conduttrice televisiva di Josette Simon.
Il cast è il valore aggiunto di un film che in fondo racconta per l'ennesima volta la stessa storia, rendendo chiaro che è sempre il come a fare la differenza più che il cosa venga narrato.
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