- Il film
- L'intervista a Francesco Frangipane e Vanessa Scalera
- L'intervista a Vanessa Scalera
- Conclusioni
Ci sono momenti nella vita in cui si è costretti a decidere, e a decidere in fretta, senza poter riflettere abbastanza; e quando la decisione afferisce a questioni di vita o di morte, allora tutto diventa più difficile, rischioso, soprattutto se non vi è possibilità di tornare indietro. E’ sulla morte che due fratelli sono chiamati a decidere: devono scegliere chi far morire tra due genitori. Sono istanti terribili, colmi di angoscia, e di grandi responsabilità, di quelle che nessuno vorrebbe.
Al Bistrot della Casa del Cinema di Roma il 23 gennaio h 17, in cui si è tenuta la cerimonia di premiazione del Premio Autori 2024, il film Dall’alto di una fredda torre ha ricevuto un importante riconoscimento che, nell’ambito del Premio CENDIC (Centro Nazionale Drammaturgia Italiana Contemporanea), è assegnato ogni anno dalla Federazione AUT-AUTORI, agli autori di un’opera cinematografica tratta da un testo di drammaturgia italiana contemporanea.
![Un momento della cerimonia del Premio Autori 2024](https://www.fantasymagazine.it/imgbank/fullpage/202502/62095-image3.jpeg)
Presenti all’evento: l’ideatore del Premio e Coordinatore della Federazione, Alessandro Occhipinti Trigona; Alessandro Rossetti, Tesoriere dell’Organizzazione e dell’Associazione Nazionale Autori Cinematografici (ANAC); Maria Letizia Compatangelo, Presidente del Centro Nazionale Drammaturgia Italiana Contemporanea (CENDIC); Linda Brunetta, Presidente dell’Associazione Nazionale Autori Radio Televisivi e Teatrali (ANART) e Toni Biocca, Vicepresidente dell’Associazione Italiana Dialoghisti e Adattatori Italiani (AIDAC).
Il film
Il film diretto da Francesco Frangipane in realtà trae origine dall’omonimo testo teatrale di Filippo Gili, prodotto da Lucky Red e Rai Cinema e presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, ed è interpretato da Edoardo Pesce e da Vanessa Scalera.
![](https://www.fantasymagazine.it/imgbank/halfpage/202502/62094-alto-di-una-fredda-torre.jpg)
La trama del film è parte di una più ampia Trilogia della Mezzanotte che incentrava su dilemmi angosciosi dell’animo umano e il film al cinema mantiene l’impostazione teatrale con tre coppie e relative location, che si domandano all’inverosimile: “Chi butteresti giù dall’alto di una fredda torre, se fossi costretto, fra le persone che ti sono più care?”.
Nel film Elena e Antonio, due fratelli gemelli, vivono in simbiosi, mai veramente cresciuti, con la passione per il cavallo Dario e la campagna lui, e la scuola di nuoto per bambini Elena, ma la loro vita cambia quando scoprono che entrambi i genitori soffrono, per una singolare coincidenza, di una grave sindrome che richiede un espianto da parte di un donatore compatibile. Solo Elena è donatrice compatibile e dunque si può fare una sola operazione: quale genitori riceverà il dono della vita e quale verrà condannato?
Il tre, numero perfetto, torna ricorrente nell’opera drammaturgica di Gili, anche sceneggiatore del film. Tre coppie, ciascuna con la propria prospettiva di vita e delle cose.
Il film si svolge in una splendida location Umbra, di campagne autunnali verdi e profumate, scevro da comparse e incentrato sulla storia e sui protagonisti, a rafforzare la sostanza e il senso del film.
L'intervista a Francesco Frangipane e Vanessa Scalera
Fantasy Magazine ha voluto porre alcune domande al talentuoso e gentilissimo regista del film, Francesco Frangipane.
FM: come è nata l’idea del film, da dove nasce?
![Francesco Frangipane e Claudia Graziani](https://www.fantasymagazine.it/imgbank/halfpage/202502/62092-image7.jpeg)
FF: l’idea nasce da uno spettacolo teatrale del 2015, che ho deciso , dopo qualche anno, di realizzarlo anche al cinema; con l’autore del testo teatrale abbiamo sviluppato un’idea di sceneggiatura, che poi lui ha scritto, e in tempi veloci siamo arrivati sul set. E’ una storia forte, importante, che desideravo fare per un pubblico più largo, e arrivare a quanta più gente possibile. E’ un film difficile, sulla perdita e sulla morte, anche se in realtà non è un film che tratta il tema della morte ma della scelta: due fratelli si trovano a fare una scelta sulla malattia dei loro genitori. Il film indaga su come si possa scegliere, se salvare…I figli dovranno scegliere se salvare il padre o la madre aldilà della speculazione di chi sceglieranno, il punto importante è su come si fa a scegliere tra un padre e una madre?
FM: quali quindi i parametri di scelta?
FF: in effetti anche all’interno del film viene chiesto all’interno del film. Si sceglie il più giovane, o il più vecchio?
FM: c’è un messaggio ‘’latente’’, oltre quello palese, frutto di un approccio subitaneo, esterno?
FF: in realtà non c’è un messaggio vero e proprio, non vuole essere un film a tesi, ma si vuole semplicemente aprire a degli interrogativi, a delle riflessioni, cioè indurre gli spettatori a porsi le stesse domande che si sono posti. Protagonisti. Non ci interessa tanto chi sceglieranno i protagonisti, ma ci piace l’idea che uno spettatore tornando a casa si chieda cosa avrei fatto io al suo posto?
FM: quali le difficoltà incontrate?
FF: sono stato abbastanza fortunato, in quanto ho avuto una produzione che ha deciso subito di fare il film e mi ha messo nelle migliori condizioni per farlo.Gli scogli più grossi sono stati sulla scelta della location, poiché il film (scritto) era ambientato in Basilicata, e io sognavo di farlo in Sardegna ma non erano luoghi agevoli per realizzare il film, e l’organizzatore mi ha proposto, dopo vari contrasti, mi ha proposto Gubbio,e ancor oggi lo ringrazio. Gubbio è diventato l’elemento che io cercavo.
FM : come è stato lavorare con gli attori?E’stato facile o complesso?
FF: Facile, poiché tutti, tranne Edoardo Pesce, attore nuovo di grande personalità, oltre che di un grande talento, sono attori con cui ho lavorato a teatro e con loro c’è un bel rapporto; la sfida è stata proprio far entrare Edoardo Pesce in quel gruppo e alla fine ci siamo riusciti.
L'intervista a Vanessa Scalera
Notevole è stata la performance della protagonista, Vanessa Scalera, alla quale abbiamo rivolto alcune domande.
FM: come è stato interpretare il suo ruolo?
VS: è stato complesso. Conoscevo già il personaggio perché l’ho interpretato a teatro ma nel film, i due figli devono fare la scelta più terribile, ossia chi far morire tra i due genitori, e io non mi sono posta la domanda di come fosse interpretare il ruolo, ho semplicemente interpretato, in modo spontaneo.
![Edoardo Pesce e Vanessa Scalera in "Dall'alto di una fredda torre"](https://www.fantasymagazine.it/imgbank/fullpage/202502/62093-vanessa-scalera-alto-fredda-torre.jpg)
FM: come è stato recitare con i colleghi?
VS: ho dovuto recuperare una fratellanza, anni più che recuperare ho dovuto riscoprire una fratellanza con un attore diverso (Edoardo Pesce), e quindi ho cercato di lavorare di più, di perfezionarmi. Non è stato difficile immaginare Edoardo Pesce come fratello.
FM: consigli per i giovani che studiano da attori?
Attrice: non saprei, forse perché mi sento ancora giovane, e sto ancora studiando. Piuttosto consiglierei di andare a teatro e al cinema almeno due o tre volte a settimana, allenare la curiosità, la voglia di scoprire.
Conclusioni
Il film ci catapulta in situazioni apparentemente lontane dal tram tram quotidiano, gravido di impegni, di lavoro, e di pensieri e ci fa capire che alcune realtà sono più molto più vicine a noi di quanto pensiamo. È un’immersione totale nel senso della vita, ci induce a fare i conti con la verità di cui spesso ne ignoriamo il valore, ma che ci immerge nella dimensione della vita e della morte.
Una realtà che potrebbe essere la nostra.
In tal caso, chi avremmo salvato?
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID