Sorella Barnes e Sorella Paxton appartengono alla Chiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni. In quanto mormoni hanno il compito di parlare alle persone della loro fede, per questo suonano al campanello del Signor Reed che si dimostra molto interessato e le invita ad entrare. L’uomo le rassicura affermando che in casa c’è anche sua moglie e che presto li raggiungerà con un ottima crostata di mirtilli appena uscita dal forno, ma prima di fare merenda vuole porre alcune domande alle ragazze sulla religione che seguono con tanta convinzione. Da principio il clima è cordiale e piacevole ma man mano che il tempo passa, Reed si rivela sempre più inquietante, preso da discorsi su come le religioni monoteiste siano la copia di altre più antiche. Il suo scopo si rivela essere quello di sottoporre le due ragazze a un sadico esperimento con il fine scalfire la loro fede.

Già dai titoli di testa posti ai quattro lati dello schermo, Heretic dichiara di non voler essere il solito horror, partendo con un piano sequenza dove due adolescenti mormoni parlano di porno come rivelazione divina mentre sono sedute su una panchina in cui alle loro spalle c’è la pubblicità di un preservativo. Il prologo da commedia suggerisce un discorso un po’ più sofisticato rispetto al classico horror con jumpscare da blockbuster adolescenziale. Una pellicola dunque che vuole rientrare nel bacino sperimentale della A24 grazie alla quale sono emersi registi del calibro di Ari Aster, o alternative ai film supereroistici come Everything Everywhere All at Once, tanto per citare due esempi. Nella prima mezz’ora infatti Heretic dà ciò che promette e riesce a creare un senso di disagio, se non proprio di paura, solo grazie a sproloqui di filosofia su che cosa sia la religione. Certo, il merito va a un gigantesco Hugh Grant capace di tenere letteralmente sulle sue spalle tutto il film e senza il quale probabilmente l’inganno sarebbe caduto ben prima. Perché ad un certo punto, dopo parallelismi su Monopoli e religione l’horror dovrebbe partire, il discorso evolversi ma tutto rimane fermo ai blocchi di partenza, senza la minima idea su dove voler andare a parare, per la successiva ora e mezza.

Scott Beck e Bryan Woods (65 – Fuga dalla Terra) che firmano sceneggiatura e regia, mettono in campo un duplice inganno ai danni dello spettatore. Da una parte scrivono una storia che vorrebbe essere in prima battuta un discorso filosofico, che promette di rivelare chissà quali antiche religioni oscure, ma che finisce per sfociare in una morale poco chiara per quanto risulti imbarazzante. Dall’altra non si preoccupano né di costruire personaggi coerenti, con un cambio rotta dei caratteri delle due protagoniste che, più che un colpo di scena, risulta semplicemente come buco di sceneggiatura, né di usare finte morti come deus ex machina.

Non va meglio con una regia pigra, fatta, se va bene di movimenti di macchina circolari, se va male di primi piani di oggetti che, chi ha visto un paio di film in vita sua sa, avranno uno scopo all’interno della storia. La cosa peggiore di Heretic è che Beck e Woods si nascondono dietro a un film che dichiara di porsi domande sul trascendente, sulla vita dopo la morte, sulle religioni organizzate come sistemi di controllo ma che in realtà non vuole fare nulla di tutto questo. Costruiscono un specchietto per le allodole che ha l’aggravante di essere mortalmente borioso.
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID