Chi segue questa saggistica, che potrei definire il genere "la scienza di", sa che uno dei libri di riferimento di questo settore editoriale è La Fisica di Star Trek, di Lawrence Krauss, testo che giusto quest'anno compie la bellezza di 30 anni. 

In questi anni sono stati pubblicati decine e decine di libri che indagano sui rapporti tra varie discpline, non solo scientifiche, ma anche umanistiche, e i prodotti del mondo della fantasia. Mark Brake, autore di La scienza di Star Trek, è uno dei più attivi scienziati divulgatori in questo campo, avendo pubblicato titoli analoghi su Star Wars, Harry Potter ed altri ancora, portando anche in giro degli spettacoli di divulgazione scientifica con questi contenuti.

Egli stesso cita il saggio di Krauss, titano e progenitore con il quale il confronto, quando si ha in mano questo libro, apparebbe inevitabile. Uso il condizionale, perché ritengo che la migliore condizione per approcciare questo testo sia invece di dimenticarsi non solo di quel volume, ma anche della pletora di prodotti analoghi, per cercare di immergersi nella lettura, senza pregiudizi.

Brake affronta la questione cercando spunti nelle varie serie e film di Star Trek dividendoli non tanto per discipline scientifiche, quanto per aree tematiche: Spazio (Ultima Frontiera, non viene immediato pensarlo? NdR.); Tempo; Macchine; Mostri.

Per quanto sia agile nella lettura, il saggio è ricco di spunti.

Parlando di Spazio i temi vanno dalla ricerca delle vita aliena e di esopianeti, senza dimenticare il paradosso di Fermi e l'equazione di Drake, passando per una interessente digressione sul perché le astronavi siano appunto considerate "navi" e non aeroplani, con paragoni tra l'esplorazione marina del nostro pianeta e l'eventuale esplorazione dello spazio. Potrà sicuramente incuriosire scoprire come il successo di Star Trek abbia influenzato la reale astronautica e gli uomini che ci lavorano, e altri argomenti stimolanti.

Sull'argomento Tempo, non si parla solo di viaggi avanti e indietro nel tempo e di eventuali paradossi, ma anche di scelte morali, di possibli ucronie e divergenze, ma anche di relatività e percezione del tempo, e di come il trascorrere del tempo influenzi la vita stessa, con un filo che si collega allo Spazio e all'esplorazione, perché alla fine gli argomenti si interesecano, e si intersecheranno ancora. Le aree non possono essere stagne.

In Macchine, si parte da ciò che sappiamo, ovvero da quei dispositivi il cui sviluppo è stato ispirato alla tecnologia pensata in Star Trek, non solo i telefoni cellulari, ma anche possibili tricorder, traduttori universali e il famoso alluminio trasparente di Star Trek IV, e altro ancora. La sezione infatti sa ampliarsi anche a curiosità, come una valutazione dei costi di costruzione di una Enterprise se fosse stimata con il metro della nostra economia, Sfere di Dyson, le questioni etiche che potrebbero incentivare lo sviluppo di replicatori per la carne coltivata, e altro.

Sotto il titolo Mostri si rivela qualcosa di più di quello che sembra dire il titolo. Perché in realtà si parla di cosa si intende per alienità, e di rapporto con chi è diverso da noi, arrivando a trattare temi complessi di scienze geopolitiche, che ritengo la sezione migliore del libro, con un capitolo sulla comunicazione, ispirato a uno degli episodi capolavoro di The Next GenerationDarmok

Il tono del saggio è divulgativo, l'assenza alla fine di una raccolta della dettagliata bibliografia di riferimento vi costringerà a riprendere il testo e a impegnarvi in ulteriori ricerche per conto vostro se necessitate di approfondire alcuni argomenti. Non conoscendo tutte le discipline trattate non posso giudicare l'esattezza delle affermazioni, ma un refuso tocca segnalarlo.

A pag. 86 si legge che Betelgeuse si troverebbe a 4500 anni luce dalla Terra, e poi a 4 milioni di anni e mezzo. Due dati non solo tra loro in contraddizione nello stesso paragrafo, ma anche con la distanza stimata che sarebbe circa tra i 400 e i 600 anni luce dal nostro Sole, come riportato in un featured article (ovvero una pagina riconosciuta come attendibile e di qualità) sulla Wikipedia.

I due testi a confronto
I due testi a confronto

Il volume originale indica 4500 anni luce, due volte, coerentemente con sé stesso. Una distrazione nella revisione della traduzione  è una cosa che può succedere, ma mi sembra giusto segnalarlo nell'interesse dei lettori, sperando che una prossima edizione corregga il refuso. 

Il vero dubbio, con franchezza, mi resta sul perché il testo originale dia una distanza così fuori scala rispetto alle fonti. Magari qualche astronomo tra di voi potrebbe rispondere al mio dubbio.

In definitiva, La Scienza di Star Trek, con il suo focus sull'esplorazione spaziale vista da diverse discipline, ha sicuramente degli spunti interessanti, più sulle scienze umane forse che sulla tecnologia, e lascia al lettore approfondire perché non è scopo del libro essere enciclopedico, ma solo introduttivo.