Il cambiamento per adattarsi alle condizioni della vita è un processo naturale, a tutti i livelli, sia psicologico che fisico. Quando Ettore si trasferisce insieme alla madre in una nuova città dove lei comincerà a lavorare qualche giorno dopo, lui si sente spaesato e proprio quando va in esplorazione del luogo fa amicizia con alcuni ragazzi che stanno cercando disperatamente un cane scomparso. Il cambiamento avviene anche nel fisico. Infatti, le condizioni ambientali alterate dalla presenza di un'imponente industria chimica ha fatto emergere nei ragazzi alcune caratteristiche peculiari.

Particolarmente toccante una scena in cui uno dei personaggi si pone dei dubbi, in piena età adolescenziale, quando si impara a conoscersi: Sono un mostro? Il nonno risponde con la teoria dell’evoluzione di Darwin, ovvero che il corpo cambia secondo lo spirito di adattamento. Se questo ti sembra un male, è il migliore dei mali.

Il migliore dei mali, che segna il debutto alla regia di Violetta Rovetto, già sceneggiatrice dell’omonimo fumetto pubblicato da Shockdom, racconta una storia ambientalista, un racconto di formazione che vaga dalle parti del giallo e pian piano fa emergere alcuni aspetti del fantastico. Amicizia, fiducia, giustizia, fragilità (e relative imprecazioni), sensi di colpa, persino la sessualità sono temi affrontati attraverso l’escamotage dei “doni” che si sviluppano nei protagonisti. I personaggi sono abbastanza complessi e tutti nascondono un segreto.

Il migliore dei mali
Il migliore dei mali

È ambientato verso la fine degli anni Novanta, un buon modo per giustificare la difficile reperibilità di informazioni, vista la poca diffusione di internet all’epoca. Il luogo è un piccolo paese del sud Italia, ma a conti fatti si potrebbe adattare a qualsiasi altra realtà.

Il migliore dei mali
Il migliore dei mali

Molto apprezzata la sua natura intimista, che si concentra sulle vicende famigliari, sull’indagine circoscritta al cortile di casa, che la rende più vicina alla vita delle persone comuni. La premessa e i concetti espressi sono una denuncia alle storture burocratiche e di interessi che fanno andare male il Paese, la nota fantastica è un’ottima aggiunta per rendere più avvincente la storia, però la regia viaggia con il freno a mano tirato. Le riunioni del gruppetto per ragguagliarsi sugli aggiornamenti dell’indagine sulla scomparsa del cane sono talvolta ripetitive, i momenti di tensione purtroppo non raggiungono mai veramente l’apice della suspense. Si vede che i giovani attori si impegnano, ma la minaccia dell’acciaieria è sempre soltanto raccontata, mai realmente mostrata. Persino il vicino di casa accusato del rapimento del cane viene sempre solo dipinto come una persona non degna di fiducia, ma non si vede mai un comportamento davvero scorretto, al massimo è vagamente ambiguo. Peccato non aver provato a osare di più. Sicuramente la scelta di far ruotare tutto attorno al punto di vista dei protagonisti crea maggior empatia verso di loro, ma qualche sequenza più incisiva avrebbe sicuramente giovato.

Tutti i nodi verranno al pettine, ovviamente. Non c’è nulla lasciato al caso e anche alcune piccole fisse o atteggiamenti a prima vista esagerati avranno sempre una motivazione.

Nonostante qualche occasione mancata per dare maggior slancio al ritmo, sicuramente merita la visione perché riesce a fondere tematiche importanti raccontate con la semplicità adeguata al pubblico di riferimento, che sono gli adolescenti, e soprattutto per dare un po’ di fiducia al cinema di genere fantastico prodotto in Italia.

Ormai i film tratti dai fumetti dovrebbero avervi adeguatamente educati. Dopo i primi titoli di coda, arricchiti dai disegni ispirati dal fumetto originale, c'è anche una piccola scena aggiuntiva, perciò restate comodi in poltrona.