Elliot, un avvocato vedovo (Paul Rudd), si sta recando insieme a sua figlia Ridley (Jenna Ortega), alla villa del facoltoso del suo facoltoso datore di lavoro, il magnate Leopold Odell Leopold (Richard E. Grant).

Nella tortuosa strada in mezzo ai boschi che porta alla villa Elliot investe un animale che attraversa la strada. Spaventato che il ritardo possa provocare l'ira del suo capo, Elliot decide di uccidere l'animale con un colpo di grazia. Ma l'animale non è uno dei consueti abitanti dei boschi, come lupi o cervi, ma sembra essere un unicorno, una creatura che appartiene alla mitologia più al mondo reale. Arrivati a destinazione con l'unicorno nel bagagliaio, padre e figlia scopriranno intanto che gli schizzi del suo sangue li hanno curati, rispettivamente dalla miopia e dall'acne.

Death of a Unicorn
Death of a Unicorn

Non solo, Ridley scoprirà di avere stabilito un legame con l'animale, che poi però resuscita, attirando l'attenzione degli abitanti della villa, ovvero di Belinda (Tèa Leoni) e Shepard (Will Poulter), rispettivamente moglie e figlio di Odell. Ucciso (definitivamente?) l'unicorno, Leopold, morente per un cancro, vede l'occasione per guarire, e dopo essersi somministrato il sangue, si rende conto, da affarista del settore farmaceutico, che potrebbe essere l'occasione per fare affari d'oro, vendendo a ricchi del suo calibro la cura.

Ma l'unicorno ha dei genitori, che reclamano il loro piccolo e assediano la villa. La piccola comunità, formata anche dalla guardie del corpo e dai medici personali di Leopold, dovrà resistere alla furia di due feroci creature omicide, giustamente arrabbiate per il torto subito.

Death of a Unicorn
Death of a Unicorn

Death of a unicorn, scritto e diretto da Alex Scharfman mette sul piatto molte idee. I presupposti sono da survìval horror, con un gruppo di persone assediate da creature pericolose, falcidiate in modi più o meno efferati. La tipologia di personaggi che mette in scena è semplice, dal padre vedovo assediato dalle ristrettezze economiche, alla figlia adolescente introversa, passando per la famiglia di miliardari composta da debosciati e ipocriti. Non si salvano neanche gli scienziati dalla cupidigia, dal tentare di afferrare l'Unicorno, ovvero l'occasione di una ricchezza immensa.

In finanza con il termine unicorno si intendono quelle aziende da poco fondate, start-up in sintesi, che in poco tempo riescono a raggiungere il valore di un miliardo di dollari. Una vera rarità, della quale gli investitori sono sempre alla ricerca, rischiando sonore cantonate spesso. 

Death of a Unicorn
Death of a Unicorn

Non è quindi un caso che i personaggi del film gravitino intorno alla finanza e agli investimenti. Sono il genere di persone che, anche se già ricche, cercano sempre più di aumentare le loro ricchezze.

Nella storia del film la figura mitologica, con le sue simbologia, viene mescolata con la visione di un potenziale investimento multimiliardario. Ridley è la figura femminile che nella mitologia potrebbe ammansire gli unicorni inferociti per il torto subito dal loro piccolo, ma di contro l'accanita e frenetica cupidigia degli altri personaggi fa letteralmente "scoppiare la bolla", con conseguenze sempre più tragiche.

Death of a Unicorn
Death of a Unicorn

Con la mescolanza di commedia, fantasy e horror, con Alien citato a mani basse,  Death of a unicorn non nasconde anche un intento satirico, puntando il dito contro quel capitalismo che in questo momento sembra avere sempre più potere sulle nostre vite. Ricordiamo che anche nella saga di Alien uno dei temi è la cupidigia della Weyland-Yutani, compagnia che non esita a sacrificare innocenti coloni pur di accaparrasi il suo "unicorno", quell'alieno visto come fonte di incredibili opportunità di guadagno.

Death of a Unicorn
Death of a Unicorn

L'intenzione è lodevole, il risultato altalenante. Se si guarda alla credibilità degli effetti, quindi allo spettacolo in sé, non siamo ai vertici del settore. Il budget sembra più impiegato per l'ottimo cast che per effetti visivi credibili, che forse reggono fino a quando c'è buio, ma perdono efficacia quando arriva il giorno.

Gli unici personaggi che sembrano avere un arco di crescita sono il padre e la figlia, mentre gli altri restano incollati a stereotipi. Forse è voluto, ma in taluni momenti, nonostante la bravura degli interpreti, diventano macchiette sopra le righe.

Il finale lascia spazio a interpretazioni e a un possibile seguito.