Mentre a Londra infuriano guerra e bombardamenti, i quattro fratelli Pevensie vengono mandati al sicuro nella casa di un vecchio professore. Nella grossa magione immersa nella campagna non sembra esserci molto da fare per divertirsi, ma l’imprevisto è dietro l’angolo, per la precisione dietro la porta di un vecchio armadio…
Proprio con la guerra si apre Le Cronache di Narnia, con la soggettiva degli aerei che sganciano bombe sulla città e la fuga precipitosa dei nostri eroi verso il rifugio antiaereo. La tensione però si stempera quasi subito in un lungo viaggio a bordo di un treno nel cuore della campagna inglese, e già in quelle poche immagini della locomotiva sbuffante tra prati e colline si capisce che ci si può aspettare molto dal film. Infatti il resto della pellicola non tradisce nessuna delle promesse, e si rivela assolutamente magnifica.
Innanzitutto le atmosfere: tutto è immerso in un’aura magica e arcana, incantata, che riesce da subito a coinvolgere profondamente lo spettatore. Narnia è un luogo poetico, di bellezza struggente, ove qualcosa di meraviglioso si nasconde dietro ogni albero, nel cuore di ogni paesaggio, un luogo ove l’arcano, il mistero, si stemperano nell’incanto.
Da questo punto di vista molto importante è la musica e l’uso che ne viene fatto. Una volta tanto la colonna sonora cerca di percorrere strade che non siano quelle già fin troppo battute della musica epica, piena di timpani, fiati e cori possenti, ormai uno standard per i film fantasy. C’è ovviamente anche questo, quando la storia lo richiede, ma allo stesso tempo ci sono anche temi più sussurrati, tristi, dolci, che tracciano alla perfezione il quadro di un luogo decisamente da favola.
E l’atmosfera è proprio quella di una fiaba: ci sono i riluttanti eroi, i manufatti e gli aiutanti magici che li assistono nella loro quest, c’è un cattivo che è la personificazione del male. Il tutto però riesce a non essere mai banale e assume piuttosto i modi di un apologo poetico e magico sul coraggio, la fedeltà, l’amore. C’è anche spazio per l’epica, ovviamente, e la battaglia finale contro la Strega Bianca non ha nulla da invidiare ad altre che abbiamo già visto altrove.
Il film in qualche modo risulta così una sintesi perfetta tra la magniloquenza del Signore degli Anelli e la magia della Storia Infinita. Insomma, una fiaba dal sapore leggendario, ma che non dimentica mai di essere una fiaba.
Non c’è neppure bisogno di dire che gli effetti speciali e le immagini sono assolutamente fantastiche.
Lewis, a suo tempo, interrogato sulla possibilità di trasporre in film la sua opera, rispose con perplessità: "Gli animali antropomorfi, quando escono dalle pagine della narrativa per diventare visibili, si trasformano sempre in una buffonata o in un incubo, almeno per quel che riguarda le foto […] Un essere umano nei panni di Aslan, una pantomima, per me sarebbe blasfemia".
Alla luce di questo, ancora di più si apprezza la capacità dei realizzatori del film di rendere gli animali parlanti assolutamente credibili. Nessuno di loro cessa mai di essere davvero un animale per assumere espressioni tipicamente umane, sono e restano sempre “altri” rispetto agli uomini, nonostante i sentimenti che provano, le azioni che compiono. Aslan, poi, è assolutamente perfetto. Maestoso, possente, saggio e antico, riempie la scena con la sua regalità, in questo aiutato anche da una scelta del doppiatore a dir poco perfetta.
Non da meno sono gli attori umani. I ragazzi sono più che soddisfacenti, anche se Peter ed Edmund sono forse un po’ più monocordi delle ragazze, e Lucy è davvero perfetta, soprattutto nella deliziosa accoppiata col fauno Tumnus.
Menzione d’onore doverosa per la Tilda Swinton - Strega Bianca. Dotata sicuramente del physique du rôle, riesce ad essere gentile e melliflua e allo stesso tempo spietata e crudele. La sua voce, i suoi movimenti, specialmente in battaglia, i suoi atteggiamenti sono una perfetta incarnazione del male assoluto.
Come Aslan, anche la Strega Bianca appare soprannaturale, superiore, nella sua malvagità pura, alle altre creature che popolano Narnia, e come Aslan riempie ogni scena di maestosità e calore, così la Strega Bianca riesce a trasmettere un’idea di gelo profondo. Vederla arrivare maestosa sul suo carro durante l’ultima battaglia è uno spettacolo che vale.
Insomma, un film riuscito sotto tutti gli aspetti, che commuove, incanta, diverte, riuscendo a catapultare completamente lo spettatore nel proprio mondo. Davvero 137 minuti da favola.
24 commenti
Aggiungi un commentoPiù o meno si svolge allo stesso modo ma si capisce qualcosina di più
EHHH???? : :
Un vero peccato la scelta di Sharif per il doppiaggio di Aslan.
Ne esce totalmente "snaturato".
A chi si guarda il film senza aver letto il libro può strappare un sorriso divertito. Ma chi conosce il racconto e sa come Lewis ha descritto Aslan...
urlerebbe di rabbia.
Un vero peccato.
Un film altrimenti perfetto.
Non è la versione attualmente nei cinema, bensì questa:
http://www.fantasymagazine.it/notizie/3755
..il film è molto ben fatto anche se non segue del tutto l'originale.. Agli effetti anche a me non è piaciuta il doppiaggio di Omar Sharif.. Tutto sommato un bel film!!!
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