Sul sito della fortunatissima casa produttrice di videogames si legge:
“Mantenendo ferma la posizione aggressiva nei confronti dei giocatori che imbrogliano, la Blizzard ha chiuso in maniera permanente 18.000 accounts, colpevoli di aver violato i termini per l’utilizzo del gioco World of Warcraft”.
Chi ha giocato per almeno una settimana alla versione on-line di uno qualunque dei giochi della Blizzard (Diablo, Warctraft o Starcraft), ha certamente familiarità con annunci di questo tenore. Sull’onda del successo ottenuto in tutto il mondo dai giochi citati (si pensi che World of Warcraft sfiora i cinque milioni di giocatori), non mancano personaggi che, un po’ per goliardia, ma spesso per lucro, producono programmi capaci di “aggredire” i server di gioco per falsarne il funzionamento (il lucro interviene nel momento in cui società dalla dubbia legalità usano programmi hacker per creare o accumulare oggetti e venderli nel mondo reale, per farli indossare nei reami agli alter ego virtuali degli acquirenti).
Nel caso del frequentatissimo Diablo 2, per esempio, esistono programmi capaci di svelare la mappa di gioco, che consentono ai giocatori di sbirciare l’abbigliamento altrui o di far raccogliere, in automatico e prima degli altri, oggetti di valore; ma ci sono anche programmi che consentono la creazione di oggetti potenziati che, per forza di cose, avvantaggiano alcuni giocatori a discapito degli altri.
Nel caso di World of Warcraft, è stata segnalata l’abitudine, da parte di alcuni, di usare programmi che permettono di creare dal nulla oro, armi, armature e talismani; ne è conseguito l’annuncio del quale avete letto una traduzione (che trovate in forma integrale sul sito della major) e che si concretizza nella chiusura di circa 200 account al giorno… e il fenomeno sembra in aumento!
Per fortuna la Blizzard non si dà per vinta, continua imperterrita a osteggiare i giocatori “poco sportivi” e rilancia chiedendo ai propri utenti di segnalare ogni situazione dubbia.
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