Fino a oggi esisteva una connessione piuttosto tenue fra il lavoro di due giganti del fumetto quali Jack Kirby e Neil Gaiman. Entrambi hanno infatti lavorato sul Sandman della DC Comics, ma un parallelo fra il corpus creativo dei due autori non poteva finora che porsi a livello piuttosto epidermico, al più degno d'esser citato come mera curiosità. Con Sandman, Gaiman ha meritatamente oscurato qualsiasi precedente versione di un personaggio che per Kirby fu solo una fugace tappa di passaggio verso un universo di creazioni ancora tutte da esprimere. I Sandman di Kirby e Gaiman non hanno nulla in comune, essendo il primo solo un clone di Superman nato in un epoca in cui l'unica sperimentazione concessa dagli editori era l'emulazione dell'alieno venuto da Krypton.
Dal prossimo giugno, i lettori di fumetti di tutto il mondo potranno finalmente lanciarsi a briglia sciolta in ogni tipo di speculazione comparativa fra i due genii, analizzando le rispettive interpretazioni della stessa creazione fumettistica: Neil Gaiman reinventerà Gli Eterni, personaggi nati per una serie totalmente ideata, scritta, disegnata da Jack Kirby (20 albi usciti fra il 1976 e il 1978). La decisione è stata annunciata da Marvel Comics già dallo scorso ottobre, ma si concretizzerà appunto a giugno con l'uscita del primo numero di una miniserie intitolata, ovviamente, The Eternals, le cui matite saranno affidate al sempre più possente, raffinato e spettacolare John Romita Junior.
Riguardo la genesi del progetto, Gaiman dichiara di aver chiesto al direttore editoriale della Marvel Comics, Joe Quesada, che gli venisse concessa la possibilità di reinventare una qualunque fra le serie Marvel del passato ricordate oggi con un certo affetto nostalgico dai lettori ma oramai dimenticate dall'editore; qualcosa, insomma, che lasciasse a Neil Gaiman la libertà di una radicale reinvenzione. E' stato Quesada stesso a indirizzare Gaiman sugli Eterni, una serie potentemente visionaria e insolita, difficile da dimenticare persino a distanza di tanti anni, ma al tempo stesso affossata da trame e concetti rimasti inespressi in misura del tutto spoporzionata all'enorme potenziale immaginativo.
Nella originaria versione del fumetto di Kirby, ci viene svelata una versione della storia dell'umanità del tutto diversa da quella che conosciamo. Se a Darwin va il merito di aver capito che discendiamo dalle scimmie, è grazie all'archeologo Ike Harris, fortunato scopritore di una caverna zeppa di antichissimi manufatti, che veniamo a sapere dell'esistenza non di una ma di ben tre specie senzienti derivate dalla scimmia: i geneticamente incompiuti Devianti, dalla evoluzione ancora freneticamente in atto, gli stabili e funzionali Umani, e - infine - gli immortali e semidivini Eterni. Tre specie tutt'altro che comparse per caso, ma piuttosto per deliberato intervento di onnipotenti alieni noti come Celestiali. Dopo la creazione dei tre phylum, i Celestiali abbandonano la Terra, lasciando gli Eterni padroni e custodi del globo, e campo libero a questi di far credere agli altri due gruppi d'essere unici abitanti senzienti del pianeta. Il ritorno dei Celestiali in tempi moderni significherà la fraticida guerra fra Devianti, Umani ed Eterni.
Per capire perché un autore come Neil Gaiman, autentico manipolatore eccelso di simboli Junghiani, mitologici e archetipali, possa sentirsi eccitato dalla possibilità di riplasmare la creazione di Jack Kirby, basterà riassumere ciò che quest'ultimo si proponeva di raccontare - deducendone la sintesi dagli stessi saggi che Kirby allegò ai primi numeri della serie - prima d'essere costretto a ripiegare su intenti più commerciali motivati da vendite scarse: The Eternals avrebbe dovuto essere una riflessione sull'equivalenza psicologica di mitologie antiche quali (per esempio) quelle bibliche, e miti moderni come (ed è ancora un esempio fra i tanti possibili) l'ufologia.
Innestando su una ambientazione esteriormente razionale e fantascientifica, una sostanza tematica più strettamente fantastica (una donna Eterna, Sersi, rivela per esempio che il suo nome è stato storpiato in passato in Circe da un certo Ulisse) e pregna di suggestioni superstiziose, la serie mirava a sottolineare la capacità umana di trasformare, spesso inquetantemente, miti di qualsiasi provenienza storica e culturale in oggetti di indistinguibili culti; il Giudizio Universale di un Dio biblico del tutto equivalente, dal punto di vista della emotività umana, a quello minacciato da incomprensibili alieni divini riemersi da eoni remoti e da inimmaginabili distanze cosmiche.
Nonostante le premesse, la serie classica degli Eterni non riuscì del tutto nell'intento, costretta per ragioni economiche a riagganciarsi prepotentemente all'Universo Marvel classico da cui in origine era del tutto slegato; negli ultimi numeri ecco comparire, per esempio, gli agenti dello S.H.I.E.L.D e Hulk. Paradossalmente, la serie fu frenata nel raggiungimento del successo anche da una possenza visiva e narrativa straripante, perciò squilibrata fino a un barocco sicuramente ipnotico ma di certo non più in linea con i gusti di lettori che nei fumetti non cercavano più il puro sense of wonder.
Lungo gli anni successivi alla chiusura della serie, però, si dovettero fare i conti con l'impossibilità di far dimenticare ai lettori personaggi così imponenti (in Italia, gli albi editi dalle Edizioni Corno della serie Gli Eterni raggiungono quotazioni collezionistiche quasi paragonabili a quelli dei primi numeri de L'Uomo Ragno). Sceneggiatori come Mark Gruenwald o Roger Stern, notoriamente mossi da profonda passione e conoscenza dell'universo Marvel, dovettero fare appello a tutta la loro pazienza e impegno per reinserire in modo credibile, anche se parziale, gli Eterni e la loro mitologia in alcune fra le serie più classiche.
L'indelebilità delle creature di Kirby, conferma postuma del valore mitologico che tentavano di incarnare, esigeva a gran voce che il tentativo di rivitalizzare questi personaggi fosse affidato a un autore in grado di orchestrare un gioco di rimandi mitici finemente calibrato e pienamente consapevole. Essendo ormai mito esso stesso, Gaiman riuscirà probabilmente con tutta efficacia a ricollocare Gli Eterni nell'Olimpo dell'immaginario a fumetti.
19 commenti
Aggiungi un commentoE' n'esempiooooo.
Maronna quann ffai accussì, m'angripp propri i cervjell.
Quann fai accussì, sai o cervellmmie comm ffa?
Ta-ta-trata-traratac!
ops: In realtà sto dissimulando l'imbarazzo
Grazie bella
Ave,
Oh, bell'articolo! Quando ho un po' di tempo vado alla ricerca di ciò ch ho perso.
Non conosco The Eternals, ma le premesse sono invitanti, quindi...giugno è vicino, ci darò un'occhiata.
Sul giornale di Neil Gaiman ci sono le pagine 2 e 3, una grossa tavola davvero bella: http://www.neilgaiman.com/journal/
Non credo di aver letto qualcosa disegnato da Romita, ma mi sembra davvero un buon lavoro.
Chissà se la miniserie sarà composta da volumi o dagli albetti spillati...
Divus Imperator Dixit.
Prima gli spillati mensili e poi la raccolta in volumi (penso uno in questo caso) di solito. Però non so quanto tempo dovrà intercorrere fra gli uni e gli altri.
E' già in programmazione una notizia per domani.
Vi adoro quando mi spoilerate
Di solito c'è l'abitudine di non realizzare tavole doppie per gli albi in formato "Prestige" (48 pagine in carta patinata - anche dette formato "Dark Kinght" perchè con quella miniserie vennero inaugurate) ma non è una regola generale. Quindi penso si tratti di spillati, ma non ho verificato su qualche sito dove è possibile già fare il "pre-order".
Ave,
Bene, la si attende!
Siamo tempisti di professione, noi...
S'è gà capito, ma io preferisco (e mi auguro) il volume...
(come per 1602, che per altro non ho)
Divus Imperator Dixit.
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