Come già riportato da FM il mese scorso (notizie/4047) fervono le attività di selezione dei protagonisti per il seguito del film Fantastici Quattro. Nonostante il primo capitolo dedicato al quartetto di supereroi, fra i più noti della scuderia Marvel Comics, sia andato incontro alla bocciatura quasi unanime della critica e del pubblico più attento, gli incassi non sembrano impedire la produzione di un sequel, del resto ritenuto indispensabile anche in funzione di un progetto di ben più largo respiro.
E' da tempo noto, infatti, che la seconda pellicola della serie introdurrà due personaggi fondamentali fra i più importanti mai apparsi nei fumetti del supergruppo - Silver Surfer e Galactus - e che il film sarà la trasposizione della indimenticabile sequenza di storie in cui sono comparsi per la prima volta. Il tutto in vista anche della realizzazione di un ulteriore film interamente dedicato a Silver Surfer.
La golosa novità che riguarda il progetto di Fantastic Four II è il moltiplicarsi di voci riguardanti il candidato più probabile a ricoprire il ruolo del surfista argenteo.
Quest'essere che - con una immaginazione di gusto un po' naif ma di certo iconograficamente penetrante - fu ideato come un umanoide teso a solcare spazi siderali sconfinati, sfrecciando nel vuoto a bordo di una tavola da Surf, potrebbe incarnarsi al cinema mutuando le proprie sembianze da quelle del notissimo Keanu Reeves (già protagonista di Constantine e Matrix).
Se questa anticipazione - tutt'altro che ufficiale - sarà confermata e se la candidatura si concretizzarà per Reeves nella definitiva assegnazione del ruolo, l'attore scoprirebbe d'avere un destino già scritto nel nome. In lingua inglese Reeve ha infatti curiosamente, fra altri significati, quello di Primo Sovrintendente del Re: una funzione non molto dissimile da quella svolta dal surfista siderale per conto del suo padre/padrone Galactus.
Nella versione che i fumetti di Stan Lee e Jack Kirby ci hanno presentato, Galactus è un'entità aliena senza tempo e dimora, condannato dalla sua insaziabile fame d'energie a vagare da un capo all'altro dell'universo alla ricerca di pianeti ricchi di vita - possibilmente senziente - da annichilire per nutrirsene. Dietro le sue azioni non c'è né male né compiacimento, ma neanche la minima compassione.
L'istinto di conservazione che già lo ha reso unico sopravvissuto all'implosione del suo cosmo e successivo Big Bang di questo nel nostro universo attuale, obbliga Galactus a non sprecare le sue esigue forze nell'individuazione di pianeti adatti al suo fabbisogno. Il Divoratore di Mondi ne delega quindi la ricerca a Silver Surfer, cui spetta anche il compito di annunciare agli sfortunati abitanti dei pianeti destinati a perire, il loro triste destino.
In virtù di quest'ultima funzione, Silver Surfer è detto anche Araldo dello Stermino, servitore fedele del suo padrone fino al giorno in cui giungerà sulla Terra. Qui, egli proverà pietà per la sorte del pianeta, in cui scorge certamente infinite brutture, ma su cui scopre anche esseri capaci di nobiltà e perciò degni di sfuggire al genocidio.
Ribellandosi impensabilmente al suo potente padrone, Surfer metterà in evidenza un'altro livello della relazione che lo lega a lui: una sorta di rapporto filiale che smuoverà Galactus - nonostante la delusione per la fiducia malriposta nell'Araldo - alla magnanima decisione di lasciar salva la Terra ma, come un padre tradito che dia grande valore all'onore e la fedeltà familiare, anche alla meno benigna risoluzione di confinare definitivamente sul nostro pianeta il surfista. Una reclusione davvero insopportabile per uno spirito il cui desiderio di libertà è tanto struggente da reclamare per dimora l'universo intero, da solcare in piena indipendenza su una tavola da Surf.
Al di là della possibile scelta di Reeves, a prima vista davvero adatto al ruolo anche in virtù dell'aspetto vagamente asessuato o comunque ambiguo che caratterizza il Silver Surfer dei fumetti, la materia prima per una buona storia da raccontare nel film c'è sicuramente.
La saga a fumetti cui si ispira è stata talvolta addirittura definita dalla critica il Masterpiece of Masterpieces dei fumetti statunitensi, etichetta la cui pertinenza forse è difficile da cogliere appieno per i gusti moderni, ma che ben spiega l'abbondanza di artisti successivi che hanno eletto a proprio riferimento questa stagione creativa della coppia Lee/Kirby .
Ottimo materiale su cui costruire, quindi. Ma - viene da osservare - la solida base ripresa dalle storie a fumetti del quartetto non mancava neanche nel caso del primo episodio cinematografico, che pure è risultato decisamente amorfo quasi fosse un Ben Grimm devastato dai raggi cosmici.
Sprecare anche questi nuovi e così bei personaggi sarebbe davvero un peccato, per cui attendiamo il sequel e speriamo che stavolta la 'cosa' riesca meglio ai suoi produttori.
7 commenti
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Ciao Riccardo, visto che hai fatto il grande passo e ti sei registrato fai un salto nella sezione apposita del forum, in modo che tu possa ricevere i messaggi di benvenuto da tutti i forumisti.
Ah che testa:
Benvenuto
t
Vi sembrerà strano ma ho visto il film per la prima volta tre giorni fa.
Non ho avuto tempo per capire se la colpa è della regia. Ma se anche fosse, ci sono dei problemi più sostanziali in F4. Oltre al fatto di non aver realizzato un contrasto adeguato fra le caratterizzazioni di Destino e il quartetto, il che si è tradotto, ancora più dell'atteso, nello svilimento di entrambi, c'è il problema di fondo che tutto è troppo organizzato a tavolino per decollare veramente.
Comunque - Surfer, Galactus - sono personaggi fra quelli classici degli FQ (una serie il cui spirito di solito i lettori più giovani, in massa, faticano a cogliere) che la gente di oggi capisce ancora, là dove invece non riesce più a capire abbastanza anche personaggi grandiosi come Destino.
Io sono fiducioso... (come l'altra volta )
La storia di Galactus e Silver Surfer è strepitosa. Sebbene tema anch'io che possano fare un disastro, sono fiducioso (come meta come l'altra volta ). Diamo una chance a 'sta gente. Al limite cestiniamo tutto.
Anch'io, Lu: ci vorrebbe mooolta "bravura" per fare peggio del primo
Già... com'era quella legge di Murphy?
Non si può cadere dal pavimento
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