La prima edizione del saggio Supereroi e superpoteri scritta da Alessandro Di Nocera risale al 2000, e da tempo era esaurita. Diciamocelo subito: sull'argomento supereroi era difficile trovare in Italia un libro migliore di questo per completezza, aggiornamento e molteplicità dei livelli di interpretazione tentati. Una ristampa era d'obbligo e l'editore Castelvecchi accontenta la diffusa richiesta con una vera e propria nuova edizione. Rispetto alla precedente edizione è stato aggiunto un capitolo inedito e molte schede sui più recenti adattamenti cinematografici dei superuomini a fumetti.
La chiave interpretativa del valore del saggio è già nella presentazione: "La critica fumettistica, almeno in Italia, ha sofferto di numerosi equivoci. Il malinteso maggiore è nato dalla difficoltà di capire cosa fosse davvero il fumetto. Ogni definizione non faceva che ridurre la portata del linguaggio fumettistico a un singolo ambito di appartenenza".
Quello che è accaduto al fumetto in generale accade a maggior ragione con i supereroi. Per i critici nostrani sembra davvero difficile andare oltre una presunta identificazione fra mentalità o valori made in USA e le tematiche bizzarre o le estetiche pacchiane di questo genere fumettistico. Smentendoli puntalmente nei fatti, le calzamaglie americane spopolano sulle pagine degli albi in lingua italiana, spesso riuscendo a conquistare fasce di pubblico in età ben più avanzata rispetto a quella media dei lettori statunitensi.
Segno evidente che, oltre a esprimere innegabilmente il mito dell'American Dream, i vari Batman, X-men o Spiderman catalizzano sogni ben più universali e significativi. Quali? Il saggio di Alessandro Di Nocera tenta appunto una risposta, avanzando in perfetto equilibrio fra l'attenzione al dettaglio dell'appassionato e la ricerca di una efficace sintesi interpretativa. Ricchissimo anche il corredo illustrativo, vivacizzato ulteriormente da impaginazioni e soluzioni grafiche accattivanti. Il libro conta 396 pagine, stampate a colori, per un prezzo di 20 euro.
2 commenti
Aggiungi un commentoNon ho letto il libro, ma solo alcuni stralci e questo tipo di operazioni non mi convincono del tutto. Da un lato perchè mi sembrano "eccessive", cioè quando la critica di qualcosa diventa così massiccia, quasi più dell'opera stessa mi preoccupo, dall'altro per il linguaggio usato che mi sembra volutamente "difficile". Rimango sempre dell'idea che all'interno di certi ambiti specialistici sia giusto usare un linguaggio specialistico, ma che se ne faccia spesso un abuso e che nel 99% dei casi la semplicità paga sempre.
Non trovo l'operazione massicia. Anzi qua è la fin troppo didascalica (poco spazio per la vastità dell'argomento).
Per il linguaggio ti dò ragione, penso che derivi dal fatto che in origine si trattasse di una tesi di laurea. Però il difetto non è neanche eccessivo, una volta che si fa un attimo il callo.
Resta il fatto che non esiste niente di simile in lingua italiana, a meno di cercare fascicoli di solito reperibili solo in ambienti specialistici (e non recentissimi).
Tutto sommato il libro a me è piaciuto parecchio (avevo già letto la prima edizione) e l'ho trovato - come scritto nell'articolo - illuminante su alcuni aspetti circoscritti e anche su altri più generali del tema trattato.
(Ciao Questor )
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