Se quelli che dirigono attualmente il circolo La Cappella Underground hanno deciso di portare Dario Argento a visitare il campo di sterminio nazista della Risiera di S.Sabba, durante il suo soggiorno a Trieste, non sarò certamente io a contestare le loro decisioni. La cosa ha avuto anche una certa risonanza sulla stampa, che ha riportato ampiamente le dichiarazioni inorridite del regista.
Poi, davanti ad una sala pienona, sabato 29/11 dopo aver ricevuto il premio Urania Argento il regista di origine toscana ha dimostrato di essere una persona amabilissima e simpatica, raccontando non solo episodi della sua vita professionale, ma anche aneddoti di vita privata piuttosto stravaganti. La sua visita da sola è valsa a giustificare l'esistenza della manifestazione Science plus Fiction di quest'anno.
Ma, qualcuno chiederà, che cosa c'entra tutto ciò con la fantascienza? Qui sta il punto dolente. Sembra che realizzare una manifestazione esclusivamente dedicata al cinema di fantascienza sia estremamente difficile, almeno qui in Europa. Ne sapevano qualcosa i vecchi organizzatori del Festival Internazionale del Film di Fantascienza di Trieste i quali già nella terza edizione del 1965 hanno dovuto accettare due film inglesi dell'orrore come The Skull e Dr. Terror's House of Horrors per fare da riempitivo. Già allora le pellicole dirette dal veterano Freddie Francis con attori del calibro di Peter Cushing e Christopher Lee avevano provocato i primi mugugni: che cosa c'entrava quella roba con la fantascienza?
Il problema è che la "science fiction" è un genere prettamente americano, nato nel 1926 negli USA come narrativa economica e popolare. Ma sono proprio gli americani che si sono sempre rifiutati di mandare le loro produzioni più interessanti a Trieste, e ad esempio nel 1965 a fronte dei dignitosi film inglesi ci hanno scaricato un'immonda schifezza intitolata Frankenstein contro Il Mostro Spaziale. Non a caso il vecchio Festival della Fantascienza si rivolgeva principalmente ai Paesi dell'Europa dell'Est piuttosto che agli Stati Uniti d'America.
Una cosa comunque è sicura: nemmeno quest'anno i ragazzi della Cappella Underground sono riusciti a reperire delle pellicole che giustificassero il titolo della manifestazione Science plus Fiction. Come al solito, anche nell'edizione appena conclusa, c'era moltissima "fiction", ma assai poca "science", almeno fra le pellicole più recenti. Beh, sempre meglio dell'anno scorso, quando ci hanno propinato degli orrendi vecchi film spagnoli pieni di lupi mannari, ed addirittura alcune opere di genere pornografico e poliziesco spacciandole per fantascienza.
Per fare un esempio, posso dire che tutti i nove lungometraggi inglesi inediti in Italia presentati a Cinecity quest'anno erano dei film del terrore di ottima qualità, a cominciare da quello visto nella serata conclusiva di domenica 30/11, Doctor Sleep di Nick Willing, un horror parapsicologico interpretato dall'attore croato Goran Visnijc (quello che fa la parte del medico belloccio e sciupafemmine nella nuova serie di E.R.: Medici in prima linea).
L'horror, dunque, dominava, e lo si è visto fin dalla prima serata quando è stato proiettato un film che della fantascienza non era nemmeno un lontano parente. Si trattava di Dead End (Strada sbarrata) di Fabrice Andrea e Jean-Baptiste Canepa. Grande premio del pubblico nel settembre 2003 alla Semaña del Cine Fantastico y del Teròr di San Sebastiàn (Spagna). Di sicuro esso non passerà alla storia come un capolavoro del genere. Viene da chiedersi a quale livello di ignominia siano giunti gli altri film proiettati nel corso della manifestazione spagnola. Il film era stato prodotto nel 2003 dalla Francia, i registi e tutto il cast tecnico erano francesi, ma il film era girato negli USA con attori americani. La trama era molto semplice. La solita famiglia composta da gente molto cretina ed antipatica, oltre che con seri problemi psicofisici e sessuali, intraprende una gita nella solita macchina alla solita vigilia di Natale. Dopodichè si perde nella solita strada di campagna, dove cominciano ad accadere le solite cose più o meno orribili, ed alla fine viene fuori come al solito che sono tutti già morti, meno uno. Boh. Ma perché continuano a produrre film del genere? Queste "big surprises" dell'ultimo momento non mi sono mai piaciute troppo. Peccato, perchè Dead End non era un film bellissimo ma nemmeno una cosa detestabile. Era recitato benino, e c'era una discreta dose di suspense. Io ho resistito fino alla fine. Comunque una cosa è sicura: non si trattava di fantascienza, e quindi gli organizzatori di Science plus Fiction hanno cominciato male.
Tra i nove film britannici recentissimi ed inediti in Italia che ho visto nei giorni seguenti ve ne era solo uno non proprio horror, ma poteva avvicinarsi alla fantascienza, poichè parlava della clonazione umana. Si tratta di Revelation (UK 2002), regista un certo Stuart Urban, unico inglese che si esprime discretamente in Italiano, poichè ha soggiornato a lungo in Italia, recitando come attore nel Caligola di Tinto Brass. Tra gli interpreti, il vecchio ma ancora in gamba Terence Stamp, il quale dopo aver smesso i panni del travestito gay che aveva indossato nel film Priscilla, la regina del deserto di Stephan Elliot (Australia, 1994), si è riavvicinato ad un tema che gli deve essere molto caro, quello del cinema fantastico. Me lo ricordo nell'ottimo film di fantascienza The Mind of Mr Soames di Alan Cooke, tratto dal romanzo di Charles Eric Maine, e presentato all'ottavo Festival Internazionale del Film di Fantascienza di Trieste (Asteroide d'Argento a Terence Stamp quale miglior attore – 1970). Comunque Revelation mette molta, forse troppa carne sul fuoco. Sembra di assistere ad una di quelle storie che Alfredo Castelli ama raccontare negli albi a fumetti di Martin Mystère. Il film mescola i Rosacroce con il Cavalieri Templari, per poi arrivare alla Massoneria e perfino alla Loggia P2. Ma questo è niente! Il bello arriva con un vero e proprio complotto internazionale (c'entrano anche i cattivi della CIA, naturalmente) organizzato per recuperare una misteriosa cassetta contenente i chiodi sporchi del sangue di Gesù Cristo. Questo perchè il solito danarosissimo scienziato pazzo, arrabbiato con Dio che ha fatto l'Uomo a propria immagine e somiglianza, si è messo in testa di clonare il figlio di Dio in persona, e farlo crescere a propria similitudine mescolando i propri geni con quelli di Gesù, per poi poter ricattare il Padre Onnipotente. WOW! Eh certo, TUTTI sono capaci di clonare i DINOSAURI, ma solo gli scienziati veramente di classe ce la fanno a costruire una fotocopia di Gesù trasformandolo nell'ANTICRISTO. Per fortuna dalla parte dei "buoni" ci sono due giovani giornalisti che si rivelano essere rispettivamente la reincarnazione di Maria Maddalena e Giovanni Battista, i quali concepiscono il nuovo Messia che dovrà combattere contro l'Anticristo.
Girato con tanti soldi e su grande schermo, in località amene della Francia, dell'Inghilterra e della Grecia, il film non lesina delle scene piuttosto cruente, con supplizi medioevali come lo scorticamento, l'impalamento, il rogo, la ruota e tanti altri modi ingegnosi di tagliuzzare, bruciare, squartare e macellare gli esseri umani con degli effetti scenografici piuttosto impressionanti. Effettivamente, io sono rimasto alquanto perplesso, perchè il film è veramente inclassificabile. Di una cosa sono sicuro, comunque: che si tratta di un gran polpettone!
Ancora una volta la fantascienza dominava nella sezione retrospettiva. Ma tutti sono capaci di organizzare una sezione retrospettiva, vero? La bravura sta nel trovare pellicole recenti ed inedite che siano di fantascienza.
La sezione comunque non era niente male. Per le giovani generazioni c'erano opere tradotte in italiano che hanno fatto la storia del cinema di fantascienza, come Forbidden Planet o Solaris. Per i più anzianotti c'era la retrospettiva inglese. Pensate: sono riusciti a tirare fuori dei film avveniristici inglesi degli anni '30 che non avevo visto nemmeno io! (High Treason - 1929 ; The Tunnel - 1935 ; The man who changed his mind - 1936.) Purtroppo quasi tutti i film presentati alla retrospettiva britannica erano in lingua originale, e così in sala ci siamo trovati in quattro gatti. Stesso discorso per i vecchi serial televisivi di Nigel Kneale degli anni '50 e '60, presentati assieme ad altre cose più recenti, come le 6 puntate di The Day of the Triffids (1981) tratte dal noto romanzo di John Whyndham e The hitch-hiker's guide to the Galaxy (1982), interessante serie umoristica scritta da Douglas Adams. Come si vede, tutta roba molto succosa, ma senza la traduzione simultanea, dopo un po' la gente si scocciava e se ne andava da qualche altra parte. Tutt'altro discorso invece per i film recenti inediti e tradotti in italiano. Sale zeppe di gente, soprattutto nelle ore serali, e questo nonostante l'assenza del catalogo, che non si è visto nemmeno l'ultimo giorno! Ma come si fa a non riuscire a preparare un misero catalogo?
Quanto al settore miscellanea, è là che si sono concentrati i maggiori lungometraggi di fantascienza ortodossa, come Batoru Rowaiaru (Giappone 2000) di Kinji Fukasaku, ispirato al famoso romanzo di William Golding Il Signore delle Mosche, ed interpretato dal noto attore-regista Takeshi Kitano. Ottimo anche il film di animazione Les Enfants de la Pluie (Francia - Corea del Sud 2003) di Philippe Leclerc, tratto da un romanzo di Serge Brussolo (famoso in Italia come autore per ragazzi) e con i disegni di Caza, noto artista della rivista francese Metal Hurlànt. Molta fantascienza anche nel settore "cortometraggi", tra i quali anche alcuni italiani, come Space Off (Italia 2001) di Tino Franco, giudicato da tutti molto bello ed interessante. Sarà presto disponibile in DVD. Sala colma all'inverosimile anche durante la presentazione dell'ultimo film di Mariano Equizzi Progetto R.A.C.H.E, tratto dai racconti di Valerio Evangelisti, alla presenza di quest'ultimo e del direttore della rivista Urania Giuseppe Lippi. Ma le cose più strepitose nel campo della realtà virtuale si sono viste domenica 30/11 durante l'incontro con Dave McKean, prestigioso artista britannico e autore assieme a Neil Gaiman della mitica serie a fumetti Sandman. Dave McKean infatti ha presentato alcuni video di altissima qualità da lui prodotti, che hanno stupefatto ed emozionato il foltissimo pubblico per l'originalità delle idee e la singolarità delle soluzioni tecniche. Io ho trovato meraviglioso e strano soprattutto il video di 30 minuti intitolato The week before, una splendida storia di fantasmi ambientata in una Venezia lunare e misteriosa. Attualmente Dave McKean è impegnato assieme a Neil Gaiman nella realizzazione di un lungometraggio intitolato The Mirror Mask il quale uscirà nelle sale britanniche ed americane presumibilmente nella primavera dell'anno 2004. Nel corso della manifestazione vi sono stati anche altri incontri con la folta ed agguerrita delegazione inglese, capitanata dallo scrittore e saggista Kim Newman e dall'esperto di cinema Alan Jones.
Per dovere di cronaca, devo assolutamente citare lo spettacolo teatrale Tanatos, testo e regia di Giovanni Boni, liberamente ispirato al racconto La Tana di Franz Kafka, il quale forse è stato l 'avvenimento più culturalmente significativo di tutta la manifestazione. Io non ci sono potuto andare. Purtroppo non possiedo ancora il dono dell'ubiquità, ma ci sto lavorando.
Già mi sono arrabbiato per aver perso il film jugoslavo (serbo) T.T. Syndrome di Dejan Zacevic, un horror balcanico di cui tutti hanno detto tutti un gran bene ma che è stato proiettato ad ore impossibili, dall'una alle tre di notte, ed io sinceramente non ce l'ho fatta. La fantascienza va bene, ma bisogna pensare anche un po' alla salute!
La scelta di spostare la manifestazione dal cinema Excelsior alle sale di Cinecity, nel centro commerciale Le Torri d'Europa, inaugurato appena due anni fa, mi aveva riempito di angustie, poiché io odio con furia fredda ed indomabile tutti i centri commerciali arredati con stile post-moderno. Quanto alle sale, con quegli schermi enormi io potevo capirci qualcosa solo se riuscivo a piazzarmi in ultimissima fila, altrimenti la vista mi andava insieme, non vedevo più niente e mi si sviluppava un terrificante mal di testa. Ora che la manifestazione è finita, a Cinecity io credo che non ci tornerò mai più. Però dopo le ore 20.00 ho notato che c'erano centinaia di ragazzotti che facevano la fila per il biglietto. O sono io ad essere abituato male, oppure quelli delle giovani generazioni sono diventati tutti scemi. Ne ho avuto la conferma quando qualcuno di essi mi ha chiesto se valeva la pena di andare a vedere una pellicola antidiluviana come Forbidden Planet, poiché non lo aveva mai sentito nominare. Oh, Tempora! Oh, Mores! Tuttavia, partendo dal presupposto che la riuscita di una manifestazione del genere si debba misurare in base all'affluenza del pubblico, allora credo che quest'anno quelli de La Cappella abbiano fatto BINGO! A partire da mercoledì 26 novembre le proiezioni serali hanno fatto registrare un tutto esaurito in ciascuna delle tre sale messe a disposizione dalla direzione di Cinecity. E questo nonostante il sistema per ricevere il biglietto gratuito fosse piuttosto complicato. Ho visto centinaia di persone mettersi in coda ed aspettare mezz'ora in piedi senza battere ciglio, solo per procurarsi l'accredito. Forse perché il livello medio dei film presentati era piuttosto buono.
Con mia grande tristezza ho dovuto constatare la quasi totale assenza del vecchio fandom triestino. Il giornalista scientifico Fabio Pagan, uno dei capostipiti della fantascienza triestina, si è tenuto alla larga, ed ha fatto sapere che a questo tipo di manifestazioni ormai egli partecipa solo dientro abbondante compenso in pecunia. Niente Livio Horrakh, e nemmeno Gianfranco Battisti. Non si sono fatti vedere nemmeno Giancarlo Pellegrin e Luigi Urdih, che pure erano stati assidui frequentatori delle precedenti edizioni. Nessuna notizia nemmeno dal campione di giochi di ruolo Ervino Cus. E' una cosa veramente preoccupante.
Per fortuna quest'anno non vi sono state conferenze con tuttologi paludati e professoroni universitari che parlano linguaggi astrusi, ma incontri con personaggi veri che hanno sviluppato nel corso della loro vita un genuino amore per la fantascienza, come Vanni Mongini, il quale ha presentato il suo nuovo libro sul cinema di fantascienza che dovrebbe uscire il 20 dicembre, Vittorio Curtoni con la nuova versione della rivista Robot ,Giuseppe Lippi, e tanti altri. Tutto questo ovviamente mi ha fatto un immenso piacere. Posso dire fin d'ora che quei simpatici ragazzi ci stanno preparando qualche altra lieta sorpresa: è già in cantiere infatti un libro sulla riscoperta del cinema fantastico inglese, mentre la manifestazione del prossimo anno dovrebbe approfondire l'esplorazione del mondo della fantascienza britannica. Speriamo che per il futuro non si ripetano gli sgradevoli incidenti avvenuti nel 2003, come la mancanza del catalogo e la preoccupante assenza del cinema di fantascienza, che ha pesato spiacevolmente su tutta la manifestazione.
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